Il mondo? È pieno di (buone) notizie. Come queste
Detta così sembra naturalmente (e un poco lo è) una provocazione: «Cosa sta funzionando». Non solo in Italia: nel mondo. In tema di ambiente, diritti, sostenibilità. Con una foto di due ragazzi sorridenti — lei bianca, lui di colore — e una cassa di pomodori. È la prima pagina del numero di Buone Notizie in edicola domani con il Corriere della Sera. Gratis come tutti i martedì, ma questo è un numero speciale in una settimana speciale: perché è quella in cui in tutto il mondo si celebra — precisamente il 16 giugno — l’«Impact Journalism Day» istituito nel 2013. In teoria una non-definizione: tutto il giornalismo dovrebbe essere «d’impatto» sulla realtà, e accidenti se lo è.
Qui però si parla, sintetizziamo così, di giornalismo delle buone pratiche: raccontare quel che «funziona», appunto, non solo affinché lo si sappia, ma anche per contribuire a generare fiducia nel fatto che le buone pratiche si «possono fare», e se ne possono inventare continuamente di nuove e rivoluzionarie. Ecco in che senso «impatto». Le testate che vi si impegnano in modo costante con pagine specifiche sono oggi oltre 50 in tutto il mondo. Il 16 giugno il sito «Ijd» rilancerà una vasta scelta di questo tipo di storie pubblicate da tutti questi giornali.
Buone Notizie fa parte del network e domani ne pubblica a sua volta un’ampia selezione. A cominciare da quella di copertina che è una storia italiana e pare il contraltare esatto del fatto di cronaca del quale la settimana scorsa hanno parlato tutti i giornali. È la storia di SfruttaZero, una cooperativa agricola nata nel 2016 in provincia di Lecce per contrastare il caporalato, lo sfruttamento e il fiancheggiamento delle mafie: anche qui si coltivano pomodori, ma i contratti sono regolari e dai 2.500 vasetti di salsa del primo anno siamo ora a ventimila, con i volti dei ragazzi stampati sull’etichetta.
Dall’Italia alla Spagna, dove El Paìs racconta l’iniziativa di un altro contadino, Alberto Alfonso (foto qui sopra a destra), il quale con la onlus da lui fondata in Aragona ha recuperato migliaia di ulivi per restituire vitalità e lavoro al minuscolo villaggio di Oliete, salvandolo dall’abbandono. E poi la Bretagna, nel Nord della Francia, con Le Figaro a farci scoprire il piccolo borgo di Langouët (foto a sinistra): 600 abitanti che tra economia sociale, pannelli solari, orti familiari e finanziamenti locali ha quasi raggiunto l’autosufficienza totale. Ancora: la foto al centro illustra (con prudenza e di spalle, perché il rischio per loro è sempre presente) la realtà descritta dal quotidiano Hasht-e-Subh sulle Scrittrici Libere che lottano per i diritti delle donne in Agfhanistan. Oltre alle storie (nella pagina accanto una ulteriore antologia), il numero di Buone Notizie di domani si chiude con un test per mettere alla prova voi stessi su quanto sapete in fatto di sostenibilità. Provatelo: sarete sorpresi.
11 giugno 2018 (modifica il 11 giugno 2018 | 11:54)
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