ERDOGAN VINCE A SUON DI BROGLI, MINACCE E LUPI GRIGI
Notizia scritta il 25/06/18 alle 11:16. Ultimo aggiornamento: 25/06/18 alle: 12:41
Domenica 24 giugno in Turchia si sono svolte le elezionipresidenziali e parlamentari anticipate volute da Erdogan per inaugurare, con un anno e mezzo di anticipo, i poteri assoluti garantiti al leader del partito islamista Akp dalla riforma costituzionale approvata dal referendum dell’aprile 2017.
Operazione riuscita a Erdogan a suon di brogli, minacce dei militari nei seggi, schede con voti ai suoi oppositori buttate nei cassonetti. Secondo i dati ufficiali, Erdogan avrebbe vinto al primo turno con il 52,5% dei voti, seguito dal principale sfidante, l’insegnante repubblicano del Chp Ince con il 30,67%, e dal leader in prigione dell’Hdp Demirtas con l’8,3%.
Diversa la situazione in parlamento dove l’Akp non ottiene la maggioranza assoluta da solo, ma grazie alla stampella degli ultranazionalisti del Mhp: 42,49% dei seggi, 293 parlamentari, più 11,13% con 50 seggi. Secondo partito è il Chp con 22,7% e 146 seggi. L’Hdp, il partito democratico dei popoli della sinistra filo-curda, è riuscito a superare la soglia di sbarramento nonostante arresti di massa, intimidazioni, leader e deputati in prigione, aggiudicandosi 67 deputati con l’11,13%, migliorando dunque la sua posizione rispetto al parlamento precedente.
La cronaca della giornata elettorale da istanbul Serena Tarabini, corrispondente per Il manifesto. Ascolta o scarica
Domenica sera a scrutinio in corso (quando il 40% dei voti doveva ancora essere scrutinato) Erdogan celebrava già la vittoria, mentre fuori dal palazzo presidenziale una folla di suoi sostenitori sventolava bandiere della Turchia e incitava al neo-sultano: “La nazione mi ha dato la sua fiducia con i compiti e i doveri della presidenza – ha detto dalla sua residenza a Istanbul – La Turchia ha dato una lezione di democrazia al mondo intero”.
E, giusto per confermare lo svolgimento “democratico” del voto, ha avvertito: “Spero che nessuno si azzardi a mettere in pericolo la nostra democrazia gettando ombra sul sistema elettorale”.
Un chiaro riferimento alle accuse di brogli mosse già ieri dalle opposizioni che avevano messo in piedi una loro piattaforma per il monitoraggio del voto e che in serata davano Erdogan intorno al 42% contro il 32% di Ince.
Nella prima dichiarazione pubblica, i due co-presidente del partito di sinistra pro-curdo Hdp, Buldan e Temelli, hanno detto che a breve renderanno noto un rapporto con i dettagli delle violazioni commesse, per smentire quello che è stato un voto manipolato. Il commento di Murat Cinar, giornalista turco che vive da anni in Italia. Ascolta o scarica
Molte le provocazioni non solo nei confronti degli elettori dell’Hdp, ma anche nei confronti degli osservatori internazionali. Tra loro è ancora in stato di fermo e rischia un’accusa di propaganda a favore del Pkk curdo Cristina Cattafesta, attivista italiana per i diritti delle donne bloccata durante un controllo di polizia nella provincia di Batman, nel Bakur (Kurdistan turco), dove si trovava per svolgere attività di osservazione elettorale su invito proprio dell’Hdp.
Proprio per osservare lo svolgimento delle elezioni era in Bakur, insieme a numerosi altri italiani giunti in Turchia in delegazione, anche l’avvocata Simonetta Cresci, che nel servizio ci racconta a ciò che ha assistito. Ascolta o scarica
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