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Givenchy: Clare Waight Keller parla dello spirito della sua Haute Couture

Scritto da Google News. Postato in Diritti delle donne

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Sarà una sfilata molto speciale: si avrà un’idea della collezione già a partire dall’invito,” dice Clare Waight Keller della sfilata per Givenchy Haute Couture che si terrà a Parigi in luglio e che ci darà il primo ‘assaggio’ del suo estro creativo da quando ha disegnato il celebre abito.

 La designer britannica a capo della maison francese di couture ha sbalordito il mondo della moda creando l’abito da sposa dalla linea sottile e completo di strascico da favola per Meghan Markle, oggi Duchessa del Sussex. E dopo questo successo assoluto, Clare lunedì scorso ha annunciato che la sua ispirazione per la linea couture prende spunto dall’Hôtel Caraman, l’edificio del 19° secolo di Givenchy su Avenue George V a Parigi. L’elegante palazzo, con la sua grande scalinata, elaborati corrimano in ferro battuto e saloni decorati, era stato scelto come quartier generale dal giovane e aristocratico couturier Hubert de Givenchy nel 1959.

 Clare si sta ancora crogiolando nel suo straordinario successo, e solo ora riesce a capire cosa è riuscita a fare. “È strano,” dice. “Ci vuole un po’ prima di capire il tipo di impatto che hai avuto. Quando ci sei dentro, l’unica cosa che capisci è che stai lavorando, che stai facendo quello che devi fare.

È una parte straordinaria della nostra storia, sono davvero molto orgogliosa,” prosegue la designer mentre rivive quel momento magico, quando il segreto, che aveva mantenuto persino con il marito e i figli, era stato finalmente rivelato al mondo intero al matrimonio reale fra il Principe Harry e la sua sposa attrice americana.

Sinceramente, è tutto molto più facile quando nessuno sa nulla, nemmeno le mie figlie, fino alla sera prima,” dice Clare. Quando le chiedo se pensa che l’abito di Meghan abbia lasciato un segno importante per la storia delle donne, risponde: “Credo che lei sia davvero una persona che si batte per i diritti delle donne. Credo sia un cambiamento positivo per la famiglia reale.

Conosco il lavoro di Clare da più di 10 anni, da quando era direttrice artistica del marchio di knitwear Pringle of Scotland (2005-2011), e nei 5 anni e mezzo in cui ha lavorato per Chloé, il brand francese dallo stile cool e originale.

Quando è diventata direttrice artistica di Givenchy nel 2017, l’estetica  casual della “Chloé girl” ha abbracciato una dimensione più ampia. Clare ha fatto suoi i codici della maison invece di distanziarsi da Hubert de Givenchy, che è venuto a mancare quest’anno a 91 anni.

Clare aveva parlato con il fondatore della maison per avere nuove ispirazioni e il suo primo passo era stato quello di ripensare la couture per il ventunesimo secolo.

È un momento davvero incredibile, qualcosa che non avevo mai provato prima, e quindi è piuttosto speciale: pochi, straordinari mesi per mettere insieme e fissare tutte le idee,” mi aveva detto Clare a gennaio quando aveva ricevuto una risposta entusiastica alla sua visione della couture. L’effetto era moderno, con un mix di abiti neri dal fascino sofiticato, e al contempo futuristico, grazie ai colori creati al computer.

Per me è stata un’esperienza straordinaria avere a disposizione un fantastico laboratorio tecnico, cosa che non mi era mai successa prima, potevo giocare con abiti molto voluminosi  e anche su abiti a colonna sottili, lavorando sulle texture,” aveva detto la designer mentre nel backstage riceveva i complimenti del capo supremo di LVMH, Sidney Toledano.

Recentemente ho chiesto al presidente e CEO come e dove aveva avuto inizio questo revival dell’alta moda.

È stata proprio Clare a voler riprendere in mano la haute couture,” ha risposto Toledano. “Ha dato la sua energia alla couture, riportando in auge il retaggio di Monsieur de Givenchy.

E per quanto riguarda il matrimonio reale, Toledano era felicissimo. “Che sorpresa che è stata. Non aveva detto nulla a nessuno,” ha detto. “Per me è stato un momento di ‘grande honneur’. Ma la chiave di tutto è stato il rapporto che ha creato con la Duchessa (del Sussex).

È  quindi il rapporto fra donne al centro del lavoro di Clare, è il punto di partenza? Ricordo che quando lavorava da Pringle of Scotland l’arte giocava un ruolo prominente insieme alla sua amicizia con Tilda Swinton. L’attrice ne divenne la fiera testimonial, ma Clare, intelligentemente, si è ispirata al lavoro di alcuni artisti scozzesi, senza però eccedere con l’elemento artistico.

Ho conservato la lettera che Clare mi aveva scritto nel marzo 2011 quando aveva dato le dimissioni dalla maison di knitwear scozzese per andare a lavorare da Chloé, brand che era stato diretto in precedenza da una serie di acclamati designer fra cui le star britanniche Stella McCartney e Phoebe Philo.

È con un misto di tristezza, orgoglio e trepidazione che lascio un luogo che è stata la mia casa negli ultimi 5 anni e mezzo,” aveva detto a quel tempo. Pochi mesi dopo aveva dichiarato: “Sono felice di entrare a far parte di una delle maison più prestigiose di Parigi. Chloé è un brand che evoca un meraviglioso senso di naturalezza.

Quando l’ho saputo le ho subito chiesto quando ci potevamo incontrare a Parigi. Clare ha dimostrato tutta la sua forza, quella che le aveva permesso di bilanciare la maternità e il lavoro per la moda ad altissimi livelli. “Sono davvero entusiasta di entrare a far parte di Chloé e di trasferirmi a Parigi!” scriveva nella sua email. “Sarei stata felicissima di vederci ma a quanto pare sta succedendo tutto in questa settimana, e infatti domani entro in ospedale per dare alla luce il mio bambino!

Harrison oggi ha sei anni e insieme alle figlie gemelle quindicenni Amelia e Charlotte e il marito, l’architetto americano Philip Keller, Clare è l’esempio perfetto della mamma in carriera di oggi.

Clare si è fatta le ossa come stylist da Calvin Klein, e poi da Ralph Lauren Purple Label e da Gucci con Tom Ford, prima di diventare una vera stilista per Pringle. È significativo che abbia lavorato anche alla linea menswear di Givenchy, e la sua nuova collezione uomo verrà presentata alla fine della settimana. Geoffroy de La Bourdonnaye, CEO di Chloé, è generoso con Clare oggi proprio come lo era stato quando la designer lavorava per lui. “Credo sia una persona molto creativa e di grande talento,” mi ha detto. “Ha un gusto incredibile e la sua personalità l’aiuta a stabilire collaborazioni a tutti i livelli, sia internamente che al di fuori della maison, con altri creativi e con il suo team.

Riesce a mantenere un grande equilibrio fra le necessità della creatività e quelle della razionalità,” ha aggiunto. “Clare è sempre aperta al dialogo con i business partner. È una donna straordinariamente creativa e ha anche una vita molto equilibrata, con tre figli meravigliosi. Inoltre riesce a mantenere sempre questo grande equilibrio, le persone si sentono sempre a proprio agio con lei, e per questo riesce a creare tante ottime collaborazioni.

Anche il manager era sorpreso, come tutti noi, a vedere Clare in TV al matrimonio rannicchiata dietro a Meghan per tenerle dritto lo strascico.

Mi ha sorpreso molto, in modo positivo,” ha detto de la Bourdonnaye. “Mi è sembrata una cosa molto bella e toccante. Ero felice per tutti, in particolare per la coppia che si è rivelata sincera e con un bellissimo rapporto con le persone, ma anche per il modo in cui quell’abito era parte di tutto questo, senza essere troppo invadente, e rendendo omaggio a tutto il Commonwealth con il velo in pizzo.

Clare sembra una donna capace di assumere un ruolo nella moda in modo intelligente, e a farlo suo. Quando l’ho intervistata per il New York Times nel 2011, aveva definito nel dettaglio come immaginava la sua “Chloé girl”.

Ha un forte senso della libertà ed è molto naturale, è un mix un po’ boyish un po’ casual: ad esempio, un pantalone workwear in una bellissima seta, con un twist femminile.

Come donna inglese che lavora a Parigi ha capito l’importanza di trovare un equilibrio. “Vivere qui in Francia è una cosa ben diversa che vivere a Londra,” aveva detto. “Amo vivere a Parigi perché qui sento davvero la moda e la cultura francese, assorbi il mood che c’è intorno. Ma mi piace anche l’idea di essere una ragazza inglese che vive qui, perché metti insieme le due cose.

Ma questo succedeva allora. Oggi Clare, 47 anni, per l’età che ha e per la sua sensibilità nei confronti di un mondo che cambia, crea per le donne, non più per le ragazze. Il secondo abito bianco che ha creato per la prima uscita ufficiale di Meghan con la Regina era un’altra attestazione di eleganza moderna, con l’ampio scollo a barchetta e la linea sottile che echeggiavano l’abito da sposa, anche se quello era completato dal lungo e leggero strascico ricamato.

Volevamo creare un capo senza tempo che mettesse in evidenza i codici iconici della storia di Givenchy, ma che al contempo trasmettesse un senso di modernità grazie alla linea slanciata e al taglio rigoroso,” spiega Clare. “Il contrasto con la bellezza delicata dei ricami floreali sul velo era un’idea che Meghan condividevamo, un gesto speciale che abbracciava la flora del Commonwealth, l’elemento décor sul bordo dello strascico in tulle di seta.

Ho ripensato alla lunga conversazione che ho avuto con Hubert de Givenchy la scorsa estate a Calais, nel nord della Francia dove al Museo del centro internazionale del pizzo e della moda si teneva una mostra con gli abiti che aveva disegnato per le sue clienti preferite, fra cui Audrey Hepburn, la Duchessa di Windsor e Jacqueline Kennedy. Givenchy aveva lasciato la maison nel 1995, e fra i suoi successori ci sono stati John Galliano, Alexander McQueen e, più di recente, Riccardo Tisci, che presto presenterà la sua prima collezione per Burberry.

Alla cerimonia di premiazione dell’LVMH Prize for Young Fashion Designers, Delphine Arnault, vice presidente esecutivo di Louis Vuitton, ha espresso le sue emozioni, un misto di gioia e dolore, sull’abito da sposa reale.

È stata una vera sorpresa, era magnifico!” ha detto Delphine. “Ma ho pensato a Hubert de Givenchy e mi dispiace davvero molto che non abbia potuto vederlo. Sarebbe stato felice e orgoglioso di vedere Meghan così bella in un abito Givenchy.

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