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Il sindaco de Magistris e il paravento dei diritti

Scritto da Google News. Postato in Diritti delle donne

La festa delle famiglie omosessuali in Comune che brindano con gioia incontenibile perché hanno ottenuto l’atto di registrazione della nascita dei loro figli. La foto ritrae donne dal sorriso smagliante, con calici e bottiglie sollevate, pienamente e giustamente soddisfatte per il successo raggiunto.Avviciniamo idealmente a questo altri fotogrammi: quello che ritrae il caos e gli ingorghi agli incroci senza vigili; quello che ci mostra il degrado e l’abbandono del parco Virgiliano e della Villa comunale; quello che ci ricorda gli effetti della "dismissione" e le ferite sempre più profonde di Bagnoli. L’ideale quadro sinottico delle foto e le cronache di questi giorni ci offrono l’immagine di Napoli a due velocità: l’accelerazione di una città che procede speditamente verso l’affermazione di diritti negati alle minoranze; la lentezza nella realizzazione dei diritti della maggioranza della popolazione. Certo i primi, per carità sacrosanti, danno tuttavia maggiore visibilità a chi governa la città, fanno spettacolo, per così dire. E de Magistris può persino usare parole forti e vantare nientemeno il fatto che «Napoli è più avanti del governo nazionale».Lo strabismo gioca brutti scherzi al primo cittadino. Gli impedisce di cogliere la condizione schizofrenica in cui vive Napoli: un continuo oscillare fra indietro e oltre, fra diritti negati e diritti riconosciuti; uno squilibrio permanente fra il non ancora della normalità negata e il più avanti del riconoscimento dei diritti alle coppie arcobaleno. Qui la cifra del vissuto quotidiano è il sacrificio permanente del diritto a godere di efficienti funzioni urbane: trasporti, igiene, gestione del traffico, vivibilità dei quartieri centrali e periferici, ecc. Diritti collettivi, si badi bene.Qui la percezione di un’emergenza continua allontana sempre di più la soddisfazione del diritto alla normalità. Qui la storia degli interventi pubblici di qualsiasi tipo sul territorio urbano è infinita, eterna, non ha scadenze. Si caratterizza per l’assenza di due parole: impegno e responsabilità. A Milano la Darsena che sta ridefinendo il volto dell’area intorno ai Navigli è stata costruita in nove mesi. A Napoli l’opera di risistemazione stradale di via Marina, dalla durata pluriennale, è interrotta fino a data da stabilire.A Milano il quartiere di Porta Nuova, con l’originale skyline che svetta per la meraviglia dello sguardo e con una lunga passeggiata pedonale che collega la stazione ferroviaria con il centro città, è stato ricostruito in pochi anni. A Napoli Bagnoli grida vendetta, la bonifica è ferma, sono stati spesi in progetti centinaia di migliaia di euro, il balletto di responsabilità e competenze fra enti e istituzioni diverse è diventato un farsesco gioco delle parti.L’Italsider costituiva anche un luogo di aggregazione. Oggi il quartiere è in mano alla piccola e grande criminalità.L’opposizione nei confronti di chi ha una visione a dir poco parziale, fondamentalmente distorta, dei diritti, di chi antepone la ricerca del consenso-spettacolo alla ricerca di strumenti per il conseguimento di un più efficiente governo urbano, di chi accampa continuamente alibi e giustificazioni, di chi si nasconde dietro responsabilità politiche nazionali, deve essere senza se e senza ma.Non si può giocare ad alleanze sottobanco con questo sindaco. Si deve costruire l’alternativa fondata su una nuova visione del governo della città, sul rispetto dei diritti della maggioranza, sull’impegno e la responsabilità per la realizzazione di obiettivi a breve, a medio e a lungo termine.Tutto questo è mancato e manca all’attuale amministrazione cittadina.È ora di fermare l’oscillazione del pendolo tra l’ indietro e l’ oltre, tra il non ancora e il più avanti. 
Argomenti:
diritti civili
lgtb
Protagonisti:
luigi de magistris

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