Donne da Raccontare: Rosa Gentile e Ada Meli
Appartenevano a schieramenti politici opposti. Elette nel primo Consiglio comunale della loro città, nel 1946, il loro impegno in politica fu esemplare e riuscirono ad apportare notevoli miglioramenti nel territorio in cui operarono.
Rosa Gentile ed Ada Meli, due donne da ricordare, definite “due figure indimenticabili per il tratto cortese e per la forza morale che esprimevano, pur nella delicatezza della loro femminilità”.
Rosa Gentile nel 1889 ed era la prima di nove figli: Dopo la morte del padre lavorò in una società inglese di import-export e in seguito ne gestì una in proprio. Non si sposò e visse sempre con la famiglia della sorella Emma. Durante la seconda guerra mondiale era lei a sostenere economicamente i propri cari. Fu la prima presidente del C.I.F. (Centro Italiano Femminile) e dell’Associazione Donne Cattoliche di Siracusa.
Ada Meli era nata nel 1906 ed apparteneva ad una famiglia che da sempre privilegiava i valori della libertà e della cultura. Furono proprio i suoi familiari a spingerla verso la politica, fermamente convinti che sia gli uomini che le donne dovessero partecipare attivamente alla vita pubblica. Ada era una docente di lettere, una donna intelligente e colta, appassionata di poesia e di letteratura. Fu sempre una fervente sostenitrice dei diritti delle donne, esponente di spicco dell’U.D.I. (Unione Donne Italiane) di Siracusa.
Sia Rosa che Alda furono elette nella loro città nel 1946 nel primo Consiglio comunale e appartenevano a schieramenti opposti: la prima nella Democrazia Cristiana e la seconda nel Partito Socialista. Il loro impegno in politica fu esemplare e riuscirono ad apportare notevoli miglioramenti nel territorio in cui operarono.
La “Gazzetta di Siracusa” del 2 aprile 1946 così descrisse lo svolgimento delle elezioni in città:”Lo spettacolo di serietà e compostezza offerto dalla popolazione siracusana in questa votazione non può che essere additato come esempio di civiltà e di evoluzione…e il concorso delle donne non si può dire trascurabile, anzi è una palese conferma dell’evoluzione”.
Anche una giornalista così scrisse:”I signori uomini che col solito sorrisetto ironico seguono le donne che escono dal chiuso domestico, questa volta riconoscono l’importanza del diritto da noi acquisito, si sono fatti benevoli e sperano di potersene avvalere a modo loro. Essi sanno che saranno i voti femminili a fare traboccare la bilancia da una parte piuttosto che dall’altra”.
Queste descrizioni e soprattutto l’operato delle donne in politica, smentirono le parole di una canzonetta pubblicata da un certo Rirì, il primo aprile 1945 sul giornale “Il Sollecito”: “Alla donna è stato dato/anche il voto nello Stato/Brontolone che ne dici?/ci saranno le elettrici/e persin le deputate/che saran forse portate/ da crestaie e modestine/ da fioraie e da sartine”.
Le donne elette furono così competenti, generose ed efficienti da permetterci, oggi, di “mandare al diavolo” il vigliacco Rirì che non ebbe neanche il coraggio di rivelare la propria identità.
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