Papa Francesco all’incontro mondiale delle famiglie a Dublino – TeleAlessandria
«Crimine ripugnante e causa di sofferenza e di vergogna». Papa Francesco a Dublino, capitale dell’Irlanda, per la conclusione (25-26 agosto 2018) del nono Incontro mondiale delle famiglie (21-24 agosto), davanti alle autorità e al corpo diplomatico, tocca il tema più straziante, gli abusi sessuali del clero su minori: «La pedofilia è un flagello da eliminare a ogni costo». Ed è una piaga che – stando ai media- ha colpito soprattutto il mondo cattolico anglosassone (Stati Uniti, Australia, Irlanda) e il Cile.
IRLANDA TRAVOLTA DAGLI SCANDALI – Dal gennaio 1975 a oggi si registrano 1.259 denunce di abusi contro 489 sacerdoti o religiosi in 26 diocesi: di questi accusati, solo 36 finiscono ai tribunali penali. Nota «Vatican Insider-La Stampa»: «Nel 2017 sono state raccolte 135 denunce contro 98 preti, ma soltanto una di queste è su abusi accaduti dopo il 2000. Cioè le misure per la prevenzione negli ultimi anni funzionano. Francesco si dice «consapevole della condizione dei nostri fratelli e sorelle più vulnerabili, penso alle donne che in passato hanno patito situazioni di particolare difficoltà. Occorre riconoscere il grave scandalo causato dagli abusi su minori da membri della Chiesa incaricati di proteggerli ed educarli». Parla di «fallimento delle autorità ecclesiastiche nell’affrontare questi crimini ripugnanti, un fallimento che suscita indignazione, sofferenza e vergogna».
BAMBINO, DONO DI DIO DA CUSTODIRE – Benedetto XVI nella «Lettera pastorale ai cattolici d’Irlanda» del 2010 – aggiunge Francesco – «riconobbe la gravità della situazione e domandò che fossero prese misure “veramente evangeliche, giuste ed efficaci” in risposta a questo tradimento. Il suo intervento franco e deciso incentiva gli sforzi delle autorità ecclesiali per rimediare agli errori passati e adottare norme stringenti». Per Bergoglio «ogni bambino è un dono prezioso di Dio da custodire, incoraggiare perché sviluppi i suoi doni e condurre alla maturità spirituale e alla pienezza umana. La Chiesa in Irlanda ha svolto un ruolo di promozione del bene dei bambini che non può essere oscurato. È mio auspicio che la gravità degli abusi, che hanno fatto emergere le mancanze di tanti, serva a sottolineare l’importanza della protezione di minori e adulti vulnerabili da parte dell’intera società. Siamo tutti consapevoli dell’urgente necessità di offrire ai giovani un saggio accompagnamento e valori sani per il loro cammino di crescita».
DA SEMPRE LA CHIESA CON E PER LA FAMIGLIA – Nella costituzione pastorale «Gaudium et spes» (1965) del Concilio Vaticano II la Chiesa insiste sulla famiglia fondata sul matrimonio tra uomo e donna perché è il progetto originale di Dio e perché «è un’istituzione naturale di somma importanza per la continuità del genere umano, per il progresso personale e il destino eterno di ciascuno, per la dignità, la stabilità, la pace e la prosperità della famiglia e della società»; l’unione di vita e di amore di un uomo e di una donna, orientata alla procreazione, è «la prima e vitale cellula della società». Seguono l’enciclica «Humanae vitae» di Paolo VI (1968); l’esortazione apostolica di Giovanni Paolo II «Familiaris consortio» (1981) e la «Carta dei diritti della famiglia» redatta dalla Santa Sede (1983) dopo il Sinodo «La famiglia cristiana» (1980); l’enciclica «Centesimus annus» (1991) di Wojtyla; «Catechismo della Chiesa cattolica» (1992); «Evangelium vitae» (1995) prima enciclica sulla difesa della vita umana, richiesta dal Concistoro del 1991.
INCONTRI MONDIALI DELLE FAMIGLIE – Domenica 6 giugno 1993, in una piazza San Pietro gremita di famiglie riunite dai Focolarini, Giovanni Paolo II annuncia: in concomitanza con l’Anno internazionale della famiglia (1994), la Chiesa celebrerà l’«Anno della famiglia» e terrà l’Incontro mondiale delle famiglie a Roma. Le Giornate mondiali della gioventù e gli Incontri delle famiglie nascono da un’intuizione profetica di Karol Wojtyla che nel 1994 pubblica il messaggio per la Giornata mondiale della pace a Capodanno, la «Lettera ai bambini»; la «Lettera alle famiglie». Dopo il primo incontro mondiale a Roma (8-9 ottobre 1994) «La famiglia cuore della civiltà dell’amore» seguono gli incontri a Río de Janeiro 1997 «La famiglia dono e speranza dell’umanità» presente Giovanni Paolo II che guida anche l’incontro di Roma per il Giubileo del 2000 «I figli, primavera della famiglia e della società»: «Di fronte a tante famiglie disfatte, la Chiesa si sente chiamata non ad esprimere un giudizio severo e distaccato, ma piuttosto a immettere in tanti drammi la luce della parola di Dio, accompagnata dalla testimonianza della sua misericordia». Nel 2003 a Manila «Famiglia cristiana, buona novella per il terzo millennio». Wojtyla, invecchiato e malato, manda un videomessaggio. Benedetto XVI va a Valencia 2006 «La trasmissione della fede nella famiglia»: «Si impara nel focolare domestico, cresce e si fortifica con la preghiera e la pratica cristiana». Nel 2009 a Città del Messico «La famiglia formatrice ai valori umani e cristiani» Benedetto è presente con un collegamento televisivo.
DA MILANO A FILADELFIA A DUBLINO – A Milano nel 2012 il tema è «La famiglia, il lavoro e la festa». Dice Benedetto XVI: «Mi sembra un grande compito di una parrocchia, di una comunità cattolica di fare realmente il possibile perché le famiglie che soffrono per una separazione sentano di essere amate e accettate». L’incontro di Filadelfia nel 2015 «L’amore è la nostra missione. La famiglia pienamente viva», avviene dopo il Sinodo straordinario del 2014 dedicato alla famiglia e un mese prima del Sinodo ordinario «La vocazione e la missione della famiglia nella Chiesa e nel mondo contemporaneo». Francesco sottolinea che «il sogno di Dio continua a realizzarsi nei sogni di molte coppie che hanno il coraggio di fare della loro vita una famiglia». Dopo i due Sinodi (2014 e 2015) sulla famiglia Francesco pubblica l’esortazione apostolica «Amoris laetitia» (2016), documento che è al centro delle riflessioni in terra irlandese: «Il Vangelo della Famiglia, gioia per il mondo».
Pier Giuseppe Accornero