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Argentina, ecco le scomode donne pro-life censurate dai media

Scritto da Google News. Postato in Diritti delle donne

image Il no all’aborto è nemico della donna e dei suoi diritti. Su questa menzogna si basa sostanzialmente l’approvazione morale dell’interruzione di gravidanza e per gran parte delle persone, purtroppo, poco servono argomentazioni scientifiche sulla personalità dell’embrione. L’unica risposta davvero efficace è mostrare quanto sia condivisa l’interruzione della vita umana da parte delle donne stesse, consapevoli che l’aborto non è un diritto e vietarlo non è discriminazione o riduzione della libertà di scelta.

Questo spiega perché il giorno della vittoria pro-life in Argentina, alcune settimane fa, i media internazionali hanno dato la notizia censurando la marea femminile in festeggiamento scegliendo, invece, volti tristi e disperati di alcune sostenitrici dell’aborto. Alcuni esempi italiani: Repubblica, Il Fatto Quotidiano, Il Corriere della Sera, RaiNews24 ecc. Unica eccezione, tra i grandi media, Avvenire.

Una scelta giornalistica per nulla casuale -come avevamo denunciato il giorno stesso-, che mai si sarebbe verificata a parti inverse. Allo stesso modo, la sera stessa i gruppi pro-aborto hanno sfogato la frustrazione aggredendo i manifestanti pro-vita con bombe incendiarie, costringendo l’intervento della polizia in tenuta antisommossa. I titoli di giornali però riportavano di “scontri in piazza”, come se si fossero fronteggiate due tifoserie. Se fosse avvenuto il contrario, ancora una volta, certamente avremmo letto titoli scandalistici di “violenti militanti anti-abortisti aggrediscono pacifici manifestanti che difendono i diritti delle donne”.

Nessuno, infine, ha nemmeno riportato i risultati di un sondaggio uscito pochi giorni prima del voto, in cui emergeva come le donne argentine erano maggiormente a favore dell’aborto illegale: 52% contro 39%. Soltanto noi, in Italia, ne abbiamo parlato (e un altro sito web, due giorni dopo, che ha copiato quanto scrivevamo).

E allora eccole qui le migliaia di donne censurate da chi si è proclamato loro paladino, militanti gioiose per l’aborto illegale, che così fastidio danno ai grandi organi di stampa. La discesa in campo delle donne e la loro leadership nell’associazionismo argentino (come l’avvocata María Amelia Moscoso Cardoso), è stata una carta vincente che andrebbe replicata (ma in Italia nemmeno riusciamo ad avere un fronte compatto e non litigioso!).

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La redazione

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