Stampa

Dandini, donne e diritti: «C’è sempre chi vuole farci fare un salto indietro»

Scritto da Google News. Postato in Diritti delle donne

15 settembre 2018 - 20:53

MILANO L’ironia e la riflessione, l’omaggio e i ricordi, i racconti del passato e le prospettive del futuro. La seconda giornata di «Fuoricinema» ha vissuto su diversi registri, ha toccato differenti canoni, confermando l’anima — pop ma anche intellettuale — di cui è intessuta questa tre giorni milanese. Serena Dandini è pronta a tornare in tv in occasione del trentennale della «Tv delle ragazze». A novembre su Rai3 proporrà «Le ragazze stanno bene»: «Saranno quattro prime serate — scherza lei —, così non fanno nemmeno in tempo a cacciarmi se va male. Ci saranno alcune ragazze nuove, ma tante ragazze di allora, Angela Finocchiaro, Sabina Guzzanti, Cinzia Leone, Lella Costa, Francesca Reggiani. Non sarà una trasmissione solo al femminile, si parlerà anche di uomini nella rubrica dedicata al maschio sgomento».

Oggi, riflette Serena Dandini, le donne vivono «la sindrome di Ginger Rogers, una che deve fare tutto quello che fa Fred Astaire, ma all’indietro e con i tacchi. Penso che la vera parità ci sarà quando in Parlamento il numero delle cretine raggiungerà quello dei cretini. Il percorso dell’emancipazione delle donne è fatto di tante lotte e battaglie che si passano il testimone di generazione in generazione. Oggi sembra che la società abbia fatto tanti passi in avanti, ci sono tante leggi che tutelano i diritti delle donne, ma poi spunta sempre qualcuno che decide di farti fare un salto indietro. Oggi abbiamo un ministro della famiglia che sembra medioevale, ma state tranquilli: le donne non torneranno mai indietro».

'); }

Siamo in pieno #MeToo, c’è il pericolo di una deriva neopuritana? «Ogni rivoluzione ha i suoi danni collaterali, ma la portata di questo movimento è troppo importante, siamo riusciti finalmente a scoperchiare il vaso di Pandora delle molestie. Ora bisogna allargare il discorso dal mondo dello spettacolo a quello di tutti i giorni». Tullio Solenghi, uno dei pochi che può fregiarsi del titolo di uno e trino, ha raccontato la sua carriera, il Trio con Anna Marchesini e Massimo Lopez, dove «lei, unica donna, in teoria era in minoranza, ma in realtà aveva una presenza dominante». Luca e Paolo hanno ragionato sulla tv di ieri dove «c’era più libertà; oggi, complici anche i social, ci siamo rattrappiti, siamo impauriti, c’è sempre qualcuno che si offende». La satira però non deve avere recinti: «La satira ha un unico paletto: o fa ridere o non fa ridere». Teresa Mannino invece ha ripercorso la storia di “Zelig”, la trasformazione da locale di cabaret a trasmissione tv di successo, con i fondatori Giancarlo Bozzo e Gino & Michele.

La cifra ha cambiato toni nell’omaggio a Ermanno Olmi (c’è anche la figlia Betta), il ricordo va al film «Milano 83», una fotografia della città che la politica allora non prese bene: tutti si aspettavano l’agiografia della Milano da bere, mentre Olmi raccontò una città molto più realistica e fragile, i cantieri notturni, i pendolari (il mare di Milano), il dubbio di non farcela, la frenesia. La presenza di Emilio Giannelli è l’occasione per rivedere l’Italia in trenta anni di vignette («sono solo un disegno, ma godono di buona salute, perché sono un veicolo di idee»), mentre l’editoriale di Ferruccio de Bortoli prende spunto dai dieci anni dal crac Lehman, la cui lezione è stata chiara: non c’è limite all’avidità e alla bramosia di denaro.

15 settembre 2018 (modifica il 15 settembre 2018 | 21:07)

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Fonte (click per aprire)

Aggiungi commento

I commenti sono soggetti a moderazione prima di essere pubblicati; è altrimenti possibile avere la pubblicazione immediata dei propri commenti registrandosi ed effettuando il login.


Codice di sicurezza
Aggiorna