Oggi il processo a savona - Boldrini in Tribunale per insulti via Facebook: «È fondamentale che una donna offesa possa chiedere giustizia in tribunale» | italia
Savona - E’ il settembre 2017 quando su Facebook il sindaco leghista di Pontinvrea, Matteo Camiciottoli, con riferimento ai presunti colpevoli di uno stupro avvenuto a Rimini scrive: «Potremmo dargli gli arresti domiciliari a casa della Boldrini. Magari gli mette il sorriso, che ne pensate?». L’allora presidente della Camera mantiene la promessa che aveva fatto pubblicamente: “Molti haters, molte querele”. Il primo cittadino nel luglio 2018 viene rinviato a giudizio.
Presidente, oggi a Savona incontra per la prima volta uno dei suoi “odiatori” di fronte ai giudici. Cosa prova e cosa rappresenta che si sia arrivati a affrontare l’argomento in un’aula di giustizia?
«È molto importante che una donna che ha subito una pesante offesa attraverso un messaggio pubblico possa chiedere giustizia in un tribunale. Questo è quello che accade in uno Stato di diritto. I giovani devono sapere che esistono strumenti giuridici per reagire. Io ho provato sconcerto, dolore e preoccupazione. Sconcerto perché è un sindaco ad aver scritto quelle parole. Dolore e umiliazione come donna. E poi un grande senso di preoccupazione: perché ho visto l’impatto che quel messaggio ha avuto su mia figlia. Immagini cosa voglia dire per una ragazza sapere che c’è chi si augura che la madre venga stuprata».
Alcuni cittadini di Pontinvrea hanno commentato il caso girando la questione su “il sindaco ci difende dall’invasione dei migranti”. Può essere rappresentativo di un mondo di pensare diffuso nel Paese? E quanto l’attuale governo sta contribuendo alla “paura del diverso”?
«Non credo che i cittadini di Pontinvrea condividano l’affermazione di augurare lo stupro a una donna: penso siano migliori di chi li rappresenta. La presunta invasione, poi, è un argomento con cui non ho nulla a che fare: sono state le bufale che fanno girare sul mio conto Salvini e i suoi amici ad attribuirmi dichiarazioni che non ho mai fatto e responsabilità di governo che non ho mai avuto. Io mi batto per il rispetto dei diritti umani, sono un’antirazzista e una convinta antifascista, difendo e promuovo i diritti delle donne. E porto avanti una battaglia contro l’odio, in Rete e nella vita reale».
Quanto è più grave che siano persone che ricoprono incarichi pubblici a utilizzare la Rete in questo modo?
Camiciottoli è un sindaco e ha delle responsabilità pubbliche: è dunque un rappresentante delle istituzioni che ritiene normale, lecito e anche giusto augurare lo stupro. Nel dire questo manda ai giovani un messaggio devastante, ossia che la violenza sessuale sia una cosa che si può mettere in atto ai danni di una donna che la pensa diversamente».
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