Bonino ancora alla guida della lotta per l’empowerment delle donne – La Voce di New York
Voglio che le donne siano rese consapevoli anche di problematiche finanziarie, e non riposte nei soliti ruoli tradizionali. Non abbiamo bisogno dell’approccio “per il suo bene”. Tutti quelli che detengono il potere tendono a tenerselo. Dobbiamo dare una spinta agli uomini, in maniera più o meno gentile, ovviamente non violenta, per ottenere il nostro spazio. È venuto il momento di prenderci il nostro posto
Emma Bonino è intervenuta martedì 25 settembre, all’evento “From vulnerable to protagonist: empowering of women against human rights denial committed “for her own good”, organizzato dalla Fondazione AVSI, con il Ministro per gli Affari Esteri Enzo Moavero Milanesi, Giampaolo Silvestri, Segretario Generale AVSI, e Francesco Semprini, La Stampa, nelle vesti di moderatore.
L’uguaglianza di genere e l’empowerment femminili sono il quinto e il sedicesimo punto dell’agenda degli SDGs 2030, che prevede la partecipazione attiva delle donne alla costruzione del loro futuro, attraverso il riconoscimento dei propri diritti, garantendo l’accesso all’istruzione e l’abolizione di pratiche e trazioni umilianti e degradanti, come la mutilazione dei genitali o il matrimonio in età preadolescenziale.
Il Ministro per gli Affari Esteri Enzo Moavero Milanesi ha sottolineato come, nel 2018, la strada per la completa uguaglianza di genere è ancora lontana. “Promuovere la posizione della donna in ruoli politici o di rilievo all’interno della società significa anche liberare le donne da qualsiasi forma di oppressione o discriminazione. La violenza sessuale nei confronti delle donne rimane un punto centrale da contrastare, soprattutto in condizioni di conflitto ed emergenza: è un’altra forma di prevaricazione che dobbiamo annientare e che non deve più esistere. Dobbiamo lavorare per garantire l’accesso all’istruzione alle donne di tutto il mondo”
Secondo Giampolo Silvestri, la strada per migliorare l’empowerment femminile passa attraverso il miglioramento delle relazioni inter-genere e l’acquisizione della consapevolezza da parte del sesso femminile del proprio valore: “Riconoscere la centralità dell’individuo è un discorso fondamentale, sopratutto delle persone vulnerabili. Nulla può fermar una donna che ha riconosciuto il proprio valore. Concedere l’accesso all’educazione, significa che le donne possono creare il proprio business ed essere artefici del proprio destino”.
L’intervento di Emma Bonino invece si sposta dai classici stereotipi attraverso i quali si pensa che l’empowerment femminile debba essere sviluppato: “Forse sono intollerante, ma quando si parla dell’empowerment femminile arriviamo sempre alle stesso cose, come cucinare, cucire, ecc. Forse potremmo insegnare agli uomini come fare tutte queste cose. Voglio che le donne siano rese consapevoli anche di problematiche finanziarie, e non riposte nei soliti ruoli tradizionali. Non abbiamo bisogno dell’approccio “per il suo bene”. Tutti quelli che detengono il potere tendono a tenerselo. Dobbiamo dare una spinta agli uomini, in maniera più o meno gentile, ovviamente non violenta, per ottenere il nostro spazio. È venuto il momento di prenderci il nostro posto. Cerchiamo di avere più coraggio e accettiamo il rischio. É meglio prendere una battaglia che una guerra intera”.
A margine dell’evento, siamo riusciti a fare qualche domanda ad Emma Bonino.
L’empowerment femminile è presente negli SDGs 2030 ai punti 5 e 16: che cosa l’Onu ancora non fa per il raggiungimento degli obiettivi?
Il senso della conferenza è quello di aggiornare che cosa intendiamo per “women empowerment”. Perché in generale significa insegnare a cucinare o a cucire. Quello lo sanno fare da sole. Noi intendiamo che “women empowerment” va a braccetto con alfabetizzazione finanziaria, alfabetizzazione tecnologica, e quindi non avere questo approccio “state al vostro posto”. Cercare di superare una visione passatista e poco efficace, poco utile, per “sfruttare” e potenziare al meglio le potenzialità delle donne non nei settori tradizionali e stereotipati.
Come Bonino ha portato avanti per decenni all’ONU, questa conferenza tratta soprattutto di diritti umani: FGM (mutilazioni genitali femminili), matrimoni precoci…
Combinando due approcci: in primis l’ alfabetizzazione sui loro diritti, partendo da due grandi temi, come FGM, mutilazioni genitali femminili, e matrimoni precoci, e, in secondo luogo, dare peso alla donne non solo nei campi tradizionali. Le donne sanno cucinare comunque. Non le dobbiamo formare in questo. Quello che manca, anche da noi, ma diciamo soprattutto nei paesi di cui ci occupiamo, è una conoscenza più puntuale sopratutto sull’alfabetizzazione finanziaria e sull’avanzamento tecnologico.
Questa conferenza è sponsorizzata dall’Italia. Ci sono state accese polemiche sui diritti umani tra l’Alta Commissaria dell’ONU Michelle Bachelet e il governo Conte. L’Italia, con questo nuovo governo, sui diritti umani continua a farsi rispettare all’ONU o ci sono problemi?
Io penso ci siano problemi in ambito internazionale anche per alcune prese di posizione irrispettose, di alcuni ministri e credo che si debba cambiare registro, non è così che si ottengono risultati a livello multilaterale. E se la Bachelet dice faremo una missione in Italia sui diritti umani, è inutile reagire con una permalosità fuori campo. Peraltro, l’hanno già fatta nel 2016 senza che nessuno avesse niente da dire, con grande cooperazione, all’epoca, del governo.