Stampa

Il medico che in Congo ricuce le donne

Scritto da Google News. Postato in Diritti delle donne

TORINO. La democrazia “incerta” è la spada di Damocle che incombe sul futuro della Repubblica Democratica del Congo. Il rinvio delle elezioni ha finora consentito al presidente Joseph Kabila – al potere dal 2001 – di continuare a ricoprire la carica ben oltre il termine del suo mandato, che scadeva nel dicembre del 2016, provocando però scontri e tensioni. «Una forzatura che frena il processo di democratizzazione» denuncia al Venerdì Denis Mukwege, il medico congolese che con il suo lavoro a sostegno delle donne vittime di stupri e violenze ha ottenuto riconoscimenti internazionali da parte delle Nazioni Unite e del Parlamento europeo. Proprio il nome di Mukwege è indicato tra i possibili successori di Kabila alla guida di un governo di transizione che dovrebbe traghettare il Congo fino a nuove elezioni nel 2019. Fondatore del Panzi Hospital nella periferia di Bukavu – provincia del Sud Kivu, zona poverissima e teatro di conflitti etnici e traffici illegali delle ricchezze minerarie – “l’uomo che ricuce le donne”, come lo definisce un film a lui dedicato, è in Italia in questi giorni, su invito del Centro piemontese di studi africani, per parlare di diritti violati nel suo Paese.Dottor Mukwege, oggi qual è la situazione politica in Congo?«Chi è oggi al potere non ha mai dovuto affrontare neanche un’elezione. Nel 2006 i leader locali non sono stati eletti, e sono proprio questi politici, nominati dal regime, i responsabili dell’oppressione del popolo che rivendica i propri diritti. Nel 2011 la Costituzione è stata modificata con l’obiettivo di far loro mantenere il potere, e i senatori e i deputati nazionali non sono stati eletti, mentre nel 2016 l’elezione del presidente della Repubblica si è svolta contro le regole della Costituzione. La situazione perciò è tesa e potenzialmente esplosiva».Si sente pronto a scendere in campo per guidare il suo Paese?«Come ho già detto altre volte, anche a diverse personalità e organizzazioni del Congo, non sono candidato ad alcunché. Non sono un politico. Tuttavia se la popolazione dovesse manifestare questa volontà, da cittadino responsabile potrei valutare la richiesta. Tutto dipenderà dal contesto».Qual è la più grande colpa che attribuisce al presidente Kabila?«Un leader deve avere la statura di un uomo di Stato. La gente non può nutrire nessuna speranza da un sistema politico in cui la corruzione è la regola della gestione. Non si può essere un governante per l’interesse soltanto del gruppo familiare e politico cui si appartiene. Quando si guida un Paese si è al servizio della popolazione».Il continente africano sarà fondamentale nel futuro dell’Europa?«L’Africa è ancora una terra vergine. Economicamente è un mercato con centinaia di milioni di consumatori, un tasso di crescita a due cifre, e una popolazione giovane e dinamica. Se i Paesi europei potessero portare degli investimenti, questo permetterebbe all’Africa di svilupparsi ma anche di far diminuire il flusso migratorio e di arginare il populismo e la xenofobia che stanno affliggendo l’Europa. L’Africa deve limitare la fuga dei suoi cervelli e favorire anzi il loro ritorno sul continente, perché con le loro competenze e la loro conoscenza delle culture contribuiranno certamente allo sviluppo interno e serviranno da ponte tra l’Europa e l’Africa».Sul Venerdì del 17 novembre 2017
Argomenti:
Africa
il venerdì
Protagonisti:

Fonte (click per aprire)

Aggiungi commento

I commenti sono soggetti a moderazione prima di essere pubblicati; è altrimenti possibile avere la pubblicazione immediata dei propri commenti registrandosi ed effettuando il login.


Codice di sicurezza
Aggiorna