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Donne, Camst rinnova impegno ad assumere vittime di violenza - Bologna

Scritto da Google News. Postato in Diritti delle donne

Continua per il 2014 la convenzione con i centri antiviolenza della rete 'Dire' e nasce sito con informazioni su diritti e strumenti di aiuto. La presidente della Dire: "Il lavoro è fondamentale perché permette loro di raggiungere l'autonomia dopo anni di controllo e oppressione"

Camst rinnova, anche per il 2014, la convenzione con i centri antiviolenza della rete 'Dire' (Donne in rete contro la violenza) per offrire percorsi di inserimento lavorativo, nelle sue strutture produttive (cucine, self service, mense aziendali) in tutta Italia, alle donne che fuggono da situazioni di violenza. Ad oggi sono dieci, su tutto il territorio nazionale, le assunzioni effettuate nell'ambito del progetto e, grazie alla nuova convenzione, altre donne potranno entrare a far parte del progetto. I percorsi di inserimento lavorativo, spiega Camst in una nota, vengono attivati in collaborazione con i centri antiviolenza, in base alle opportunità occupazionali, ed è garantita la massima riservatezza, a tutela della sicurezza e della serenità delle donne coinvolte nel progetto."Vogliamo dare il nostro aiuto- dichiara Antonella Pasquariello, presidente di Camst- alle donne che cercano di uscire dalla sudditanza psicologica ed economica in cui sono costrette dalla violenza maschile. Siamo la prima azienda in Italia ad aver attivato un progetto di questo tipo. Questa è un'iniziativa concreta che restituisce dignità e indipendenza alle donne vittime di violenza. Crediamo fortemente in questo progetto, perché le donne che hanno deciso di dire basta alla violenza non hanno vita facile; spesso devono iniziare da zero, e in questo percorso l'autodeterminazione, anche economica, gioca un ruolo importante". Tutti i centri antiviolenza quando hanno saputo del progetto "hanno voluto aderire", aggiunge la presidente di 'Dire', Titti Carrano: sono 65 e accolgono oltre 15.000 donne l'anno. "Il lavoro per le donne è fondamentale perché permette loro di raggiungere l'autonomia dopo anni di controllo, oppressione e violenza anche economica", sottolinea Carrano.Insomma, insiste Carrano, "un reddito autonomo per le donne è un passo fondamentale per costruire una nuova vita, libera dalla violenza, dalla minaccia, dal ricatto".E i centri aiutano le donne a uscire dalla violenza, ma anche a cercare un impiego in un momento in cui pesa il tasso di disoccupazione femminile. "Offrire alle donne la partecipazione al mercato del lavoro, valorizzare le loro competenze è una straordinaria opportunità e un obiettivo importante, per questo 'dire' ringrazia Camst soprattutto per la concretezza del progetto e per aver pensato direttamente alle donne", conclude la presidente della rete dei centri antiviolenza.Nell'ambito del progetto è stato creato anche il sito www.puntodonne.It, sostenuto da Camst e con due obiettivi: informare su studi, legislazione e iniziative sui diritti delle donne e, allo stesso tempo, offire strumenti concreti a chi cerca sostegno e protezione per uscire dalla spirale di violenza quotidiana. E' la ong cospe, da sempre attiva sui diritti delle donne in italia e nel mondo e sul fronte delle discriminazioni, a curare i contenuti informativi pubblicando le ultime ricerche sulla violenza sulle donne, sondaggi, dati statistici, e le novità legislative. Saranno inoltre monitorati giornali e siti nazionali e internazionali e rilevati gli eventi e i fatti più gravi o capaci di innescare un dibattito. 'Dire', a sua volta, si occupa di fornire indirizzi e riferimenti per accedere ai centri antiviolenza. "La consapevolezza dei propri diritti e il diritto di essere informate su leggi, iniziative, strumenti per reagire concretamente a situazioni di violenza e soprusi, sono le prime armi, in italia e nel mondo, a disposizione delle donne e la loro possibilità di costruire nuove opportunità di vita", dice Fabio Laurenzi, presidente Cospe. 
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violenza sulle donne
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