Roma, donne in piazza contro il ddl Pillon sull'affido: «Va ritirato»
Le associazioni per i diritti delle donne sono scese in piazza a Roma contro il ddl Pillon sulla separazione e gli affidi, un testo definito «una controriforma»: «Va ritirato», dicono. L'iniziativa, in piazza della Madonna di Loreto (piazza Venezia), è stata organizzata dall'Unione donne italiane, dalla Dire (Donne in rete contro la violenza), Non una di meno, con la partecipazione di Cgil e di altre realtà attive per la difesa delle donne. In piazza anche striscioni della Uil e un banchetto per raccogliere firme contro il ddl Pillon, dal nome del sentore leghista che l'ha proposto. Alla manistazione anche il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, il segretario dimissionario del Pd Maurizio Martina, il segretario di Possibile Pippo Civati.
APPROFONDIMENTI
La protesta si è conclusa con "Bella Ciao" cantata in piazza. Centinaia le donne che hanno partecipato al presidio romano. Particolarmente vistose le militanti di Non una di meno, vestite di rosso come leprotagoniste della serie tv Handmaid's Tale?, ambientata in una società del futuro maschilista e patriarcale. Dal palco i vari interventi delle associazioni femminili e non solo, tra cui una papessa: «Ci vogliono ancelle - ha detto la donna vestita da pontefice - il ddl Pillon è una vendetta nei nostri confronti e noi lo bloccheremo?».
«L'impostazione culturale del ddl Pillon è un salto indietro nel medioevo perché spesso nelle relazioni familiari c'è molto dolore: dobbiamo impedire che cresca e diventi un dramma», ha detto Zingaretti. «L'obbligo di mediazione familiare o la follia della violenza sulle donne sono cose che non si possono accettare in un Paese moderno - ha aggiunto - e questo testo ripropone uno schema antico in cui lo Stato entra in modo violento nelle relazioni affettive. Ci sono leggi importanti, che hanno funzionato bene, da applicare e rispettare ed è importante - ha concluso Zingaretti - che anche oggi sia stato un cartello di donne a chiamarci alla mobilitazione. Una mobilitazione che devono avvertire tutti».
A spiegare le motivazioni del «No» la responsabile nazionale dell'Udi Giulia Potenza: «Ci siamo mobilitate da giugno - afferma - quando abbiamo avuto notizia di questo disegno di legge, per noi sbagliato in tutti i suoi punti, e che va ritirato senza emendamenti. È retrogrado nei confronti del diritto di famiglia, tenta di riformare la legge 54 sull'affidamento condiviso non tenendo in conto l'interesse del minore. È dannoso, perché mette il minore in una situazione di affidamento paritetico forzato, senza tenere conto delle sue esigenze di fatto né di quelle dei genitori. Impone il mediatore familiare obbligatorio, non tiene in considerazione i casi di violenza domestica che sono all'ordine del giorno. Introduce la Pas, la sindrome di alienazione parentale, una teoria che non ha fondamento scientifico, che solo alcuni tribunali applicano ma è illegittima, sconfessata sia dalla Cassazione che da medici e psicologi. Se diventa parte di una legge diventa obbligatoria, ed è un pericolo vero. Proprio in caso di separazioni conflittuali o con violenza: sposta l'attenzione dal genitore abusante, che in genere è il padre, alla madre che viene considerata alienante. Il ddl contiene norme che possono sembrare neutrali - prosegue la Potenza - ma calate nel contesto emerge un disegno strutturato per depotenziare la donna in quanto soggetto economicamente più debole anche nelle dinamiche di violenza. Il mediatore obbligatorio, infine, è sbagliato perché non serve una terza figura in un contesto già delicato di per sé. E poi è a pagamento. È una sorta di ricatto che disincentiva il coniuge più debole economicamente e psicologicamente, che in genere è la donna, a intraprendere una separazione».
Ultimo aggiornamento: 15:12© RIPRODUZIONE RISERVATA