Le norme sull’affido condiviso - «Ritirare il disegno di legge Pillon»: a Roma inizia la protesta delle donne | italia
In corteo centri antiviolenza, associazioni per i diritti delle donne, sindacati, ong, movimenti, comitati cittadini per chiederne il ritiro
Roma - Le associazioni per i diritti delle donne scendono in piazza a Roma e molte altre città italiane contro il ddl Pillon sulla separazione e gli affidi.
Una proposta avversata da più parti, quasi 60 le piazze italiane in cui si svolgono le manifestazioni, ma anche all’interno delle stesse istituzioni, contro il disegno di legge del senatore leghista Simone Pillon sull’affido condiviso. «Così non va» ha detto in un’intervista a Elle settimanale, lo stesso vicepremier e leader del Movimento 5 Stelle Luigi Di Maio spiegando che «questa legge non è nei programmi di approvazione dei prossimi mesi» . Da fonti del ministero della Famiglia emerge che si tratta «di una iniziativa parlamentare del senatore Pillon: seguirà il suo iter parlamentare e non è stata sottoposta al giudizio preventivo del ministro Fontana. Come tutte le proposte legislative avrà la possibilità di essere migliorata e modificata».
Ma mentre l’iter parlamentare della proposta di legge si preannuncia «molto lungo», oggi vanno in scena manifestazioni, sit-in, cortei, incontri pubblici e presidi per chiedere il ritiro del disegno di legge e degli altri tre disegni di legge sulla stessa materia attualmente in discussione al Senato che «rischiano di trasformare la separazione e l’affido in un campo di battaglia permanente».
Anche a Genova la protesta contro il disegno di legge Pillon sull’affidamento condiviso
A Roma un grande corteo
L’iniziativa, in piazza della Madonna di Loreto (piazza Venezia), è stata organizzata dall’Unione donne italiane, dalla D.I.Re (Donne in rete contro la violenza), Non una di meno, con la partecipazione di Cgil e di altre realtà attive per la difesa delle donne. In piazza, dove si vedono anche striscioni della Uil, è stato montato un banchetto per raccogliere firme contro il ddl Pillon.
Simbolo della protesta, le ancelle di Margareth Atwood, protagoniste per fiction del libro e serie cult “Il racconto dell’ancella” e portate nel mondo reale proprio dalle femministe di Non Una Di Meno a Verona, nel corso di una seduta del consiglio comunale in cui è stata approvata una mozione antiabortista (foto e articolo qui).
A spiegare le motivazioni del no la responsabile nazionale dell’Udi Giulia Potenza: «Ci siamo mobilitate da giugno - afferma - quando abbiamo avuto notizia di questo disegno di legge, per noi sbagliato in tutti i suoi punti, e che va ritirato senza emendamenti. È retrogrado nei confronti del diritto di famiglia, tenta di riformare la legge 54 sull’affidamento condiviso non tenendo in conto l’interesse del minore. È anzi dannoso, perché mette il minore in una situazione di affidamento paritetico forzato, senza tenere conto delle sue esigenze di fatto né di quelle dei genitori. Impone il mediatore familiare obbligatorio, non tiene in considerazione i casi di violenza domestica che sono all’ordine del giorno. Introduce la Pas, la sindrome di alienazione parentale, una teoria che non ha fondamento scientifico, che solo alcuni tribunali applicano ma è illegittima, sconfessata sia dalla Cassazione che da medici e psicologi. Se diventa parte di una legge diventa “obbligatoria”, ed è un pericolo vero e proprio in caso di separazione conflittuali o con violenza: sposta l’attenzione dal genitore abusante, che in genere è il padre, alla madre che viene considerata “alienante”».
«Il ddl contiene norme che possono sembrare neutrali - prosegue Potenza - ma calate nel contesto emerge un disegno strutturato per depotenziare la donna in quanto soggetto economicamente più debole anche nelle dinamiche di violenza. Il mediatore obbligatorio, infine, è sbagliato perché non serve una terza figura in un contesto già delicato di per sé. E poi è a pagamento - conclude Potenza - È una sorta di ricatto che disincentiva il coniuge più debole economicamente e psicologicamente, che in genere è la donna, a intraprendere una separazione».
La manifestazione a Firenze
Il ddl Pillon deve essere ritirato: questo il messaggio lanciato oggi a Firenze in un’assemblea organizzata dal coordinamento donne Cgil Firenze insieme ad Arci, Artemisia, Il Giardino dei Ciliegi, Libere Tutte e Movimento per l’Infanzia. L’assemblea è stata accompagnata da un presidio all’esterno, con volantinaggio ed esposizione di cartelli che evidenziano i punti critici del provvedimento in discussione. Sotto accusa la mediazione obbligatoria e a pagamento, l’imposizione di tempi paritari e doppia domiciliazione per i minori, il mantenimento diretto e il piano genitoriale. «Tutti i punti cardine del decreto Pillon - lamenta Petra Filistrucchi, vicepresidente dell’associazione Artemisia - sembrano dal nostro punto di vista, come centri antiviolenza, impedire intenzionalmente l’emersione della violenza, la possibilità della denuncia, l’ascolto e la tutela dei diritti dei bambini e delle madri vittime di violenza». Per il primo pomeriggio il collettivo femminista Spine nel Fianco ha inoltre organizzato una manifestazione, intitolata «Non parlate al posto nostro», che prenderà il via alle 14.30 in piazza della Calza.
La protesta di #NonUnadiMeno a Napoli
Momenti di tensione e scambio offese a Napoli durante una protesta a Napoli delle attiviste de #NonUnaDiMeno, contrarie al ddl Pillon, che giunte davanti ad un gazebo in piazza Trieste e Trento del `Mantenimento diretto e dell’uguaglianza genitoriale´ hanno iniziato a urlare slogan e distribuire loro volantini. Le attiviste si sono presentate davanti al gazebo provocando la reazione dei promotori del movimento dell’uguaglianza genitoriale che l’anno accusate di ostacolare la loro iniziativa. Dopo alcuni momenti di tensione la situazione è tornata alla calma grazie anche all’intervento di due agenti della Polizia Municipale. Le attiviste di #NonUnaDiMeno, promotrici di numerose iniziative a difesa dei diritti delle donne, saranno nel pomeriggio protagoniste, così come in altre città italiane, di una manifestazione di protesta al ddl Pillon in piazza Domenico San Maggiore.
La manifestazione a Bologna
Genitori con bambini piccoli, ragazze e ragazzi, uomini e donne di età diverse, cartelloni, musica, cori e manifesti contro il disegno di legge Pillon. Anche a Bologna, come in altre città italiane, è stata organizzata una manifestazione per contestare il testo sull’affido condiviso dei figli. «Questo ddl - si legge su un cartellone - è pericoloso e vendicativo». «Ma quali 7 giorni di riflessione - recita un altro - decidono le donne senza mediazione». In Piazza Re Enzo, nel cuore della città, il gruppo «Non una di meno», che ha ribadito lo stato di agitazione permanente, insieme alla «Casa delle donne per non subire violenza» e ad altre associazioni, ha allestito banchetti dove sono stati distribuiti volantini, carta colorata e pennarelli per i cartelloni e un foulard fucsia da indossare al collo. Alle 15.30 circa si erano già radunate oltre 200 persone, dopo il presidio seguirà un corteo.
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