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Dal governo brutte notizie per le donne

Scritto da Google News. Postato in Diritti delle donne

Sono orgogliosa del lavoro che come Pd abbiamo portato avanti negli ultimi 5 anni contro la violenza sulle donne. Tutti insieme, uomini e donne

Quest’anno il 25 novembre, giornata internazionale contro la violenza sulle donne, sarà un giorno amaro per le donne italiane.

Ciascuna di noi conosce bene il dramma della violenza sulle donne per averlo subito in prima persona o perché vissuto sulla pelle di una sorella, figlia, di un’amica. Ciascuna di noi ha impresso nel cuore il nome delle troppe donne vittime di femminicidio che abbiamo pianto anche quest’anno.

Eppure, nonostante la violenza sulle donne resti un dramma, dramma che riempie spesso la nostra cronaca, il Governo Di Maio- Salvini ha cancellato la violenza sulle donne e in generale le donne dall’agenda di governo.Anzi, le ha cancellate anche dalla legge di bilancio. In questi giorni, abbiamo assistito al susseguirsi di tagli che il Governo ha apportato alle misure volute dai nostri esecutivi Pd. Si tagliano risorse al piano nazionale anti tratta e al fondo per le pari opportunità.

Non viene messo un euro in più di quelli già stanziati da noi per il 2019 e il 2020 nè sul fondo per le vittime dei reati, nè per il piano nazionale anti violenza. E’ la prima volta in 5 anni che non vengono aumentate le risorse rispetto all’anno precedente.

L’attuazione del piano nazionale anti violenza è sostanzialmente ferma da giugno e come se non bastasse le regioni sono ancora in attesa delle risorse per centri antiviolenza e case rifugio stanziati da noi per il 2018.

Del resto questo governo si occupa di violenza solo quando al ministro Salvini fa comodo processare sommariamente sui social un immigrato accusato di violenza, ma tace se l’autore della violenza o del femminicidio è un italiano. A maggior ragione nessuna parola, nessun tweet, nessun fiore da portare in ricordo della vittima se il colpevole è italiano e la vittima magari rumena. Ma la violenza purtroppo non ha passaporto, nè guarda alla dichiarazione dei redditi. La violenza può toccare ciascuna di noi. E allora occorrono risposte concrete dal governo, non post sui social.

I segnali che arrivano da Lega e M5s sono terribili per le donne. Il governo di fatto limita la possibilità delle donne di essere economicamente autonome, prima forma di affrancamento anche da possibili violenze, e di poter competere alla pari con gli uomini nel mondo del lavoro. Ecco quindi che in legge di bilancio si cancellano il voucher baby sitting, il congedo parentale obbligatorio, il bonus bebè, i fondi per sostenere la conciliazione dei tempi vita/lavoro. E a fronte dei tagli e delle misure cancellate, la maggioranza non ha presentato proposte alternative, idee diverse. Si è limitata a un tratto di penna.  E del resto cosa aspettarsi da una maggioranza capace di produrre il ddl Pillon che, nonostante le nostre richieste di ritiro, è ancora la loro proposta sul tavolo? Cosa aspettarsi da un governo che cita nel contratto di governo solo en passant la violenza e limitandosi a trattare quella di tipo sessuale, in un’ottica meramente repressiva? Cosa aspettarsi da una maggioranza in cui i leaders attaccano le avversarie politiche con battute sessiste, tentando di delegittimarle a livello personale?

Il Pd ha presentato molte proposte in legge di bilancio per cercare di rimediare ai gravissimi errori di Lega e M5S: ripristinare tutti i fondi tagliati, raddoppiare il fondo per le vittime di femminicidio e i loro figli, portare a 10 giorni il congedo parentale e renderlo strutturale, prevedere misure di supporto all’occupazione femminile ed alla imprenditoria. Dopo aver presentato il piano per la riqualificazione delle periferie, quest’anno abbiamo proposto al governo che destini 500 milioni per la costruzione di asili nido sulla base di progetti concreti dei comuni.

Le donne non hanno bisogno di un pezzo di terra non si sa dove e come alla nascita del terzo figlio, hanno bisogno di un posto in asilo nido già alla nascita del primo per non perdere il lavoro.

Allora, avvicinandosi il 25 novembre, io mi auguro che il governo non si limiti a fare risuonare vuoti interventi di sostegno alle donne vittime di violenza, ma si assuma la responsabilità di dare risposte concrete. Dal momento che non hanno idee, almeno accolgano le nostre proposte. Almeno rimedino ai propri errori. Sono orgogliosa del lavoro che come Pd abbiamo portato avanti negli ultimi 5 anni contro la violenza sulle donne. Tutti insieme, uomini e donne.

Sono orgogliosa di aver fatto parte dei governi Renzi e Gentiloni che hanno stanziato risorse mai stanziate prima da nessun governo per il contrasto alla violenza sulle donne e le pari opportunità. Molto abbiamo fatto. Purtroppo, so quanto ancora resta da fare.

Nei due anni in cui mi sono occupata di pari opportunità al governo, spesso ho avvertito un senso di impotenza quando arrivava la notizia di un’altra donna uccisa dal compagno, o di fronte ad genitore che mi parlava della figlia uccisa, o ascoltando una donna in un centro anti violenza che mi raccontava di come era scappata di notte solo con il pigiama per interrompere anni di botte. So benissimo che la battaglia contro la violenza sulle donne è appena all’inizio è che c’è bisogno dell’impegno di tutti, maggioranza e opposizione, uomini e donne, per poterla vincere.Proprio per questo, non è accettabile o scusabile anche un solo centesimo tagliato.

Noi donne per questo 25 Novembre non abbiamo bisogno di parole di solidarietà e tanto meno di discorsi che ci facciano sentire “protette” da parte del governo con una visione maschilista e arcaica.

Noi chiediamo al governo che riconosca i nostri diritti. Chiediamo una cosa semplice: poter essere donne libere.

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