Violenza, solo sette donne su cento denunciano
di Marino Petrelli
Nel mondo, il 35 per cento delle donne subisce violenza fisica o sessuale, 7 milioni solo nel nostro paese secondo l’Istat nella fascia di età tra i 16 i 70 anni. E solo il 7 per cento di queste denuncia una violenza. Secondo i dati del recente rapporto dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), oltre 1 donna su 3 nel mondo è vittima di abusi fisici e/o sessuali, spesso per mano del proprio partner, e il 30 per cento degli atti di violenza si verificano all’interno delle mura domestiche. Ecco perché l’Osservatorio nazionale sulla salute della donna (O.N.Da ), in collaborazione con l’Oms, ha promosso nei giorni scorsi un tavolo tecnico sulla violenza femminile a Roma.
Il Comitato dei ministri del Consiglio d'Europa ha approvato nel 2011 la Convenzione di Istanbul contro la violenza sulle donne e la violenza domestica che, tuttavia, per entrare in vigore necessita ancora della ratifica di altri 2 stati membri Ue. “La rapida ratifica della convenzione testimonia, con chiarezza inequivocabile, un cambiamento di rotta, una rinnovata percezione della necessità di agire in modo coeso – sottolinea Mario Giro, sottosegretario al ministero degli Esteri -. L’Italia sostiene l’inserimento dei diritti delle donne come un asse portante dei nuovi obiettivi di sviluppo del millennio post 2015 e sostiene l’adozione di una risoluzione Onu su matrimoni forzati come seguito delle precedenti risoluzioni che davano mandato per informativa sul tema”.
COSTI SOCIALI ENORMI
Sono quasi 17 miliardi di euro l’anno i costi calcolati in base alla prima indagine nazionale sull’identificazione e analisi dei costi economici e sociali della violenza sulle donne realizzata da Intervita Onlus: 2,3 miliardi riguardano i costi monetari diretti dei servizi e gli effetti moltiplicatori economici, oltre 14 miliardi quelli umani e di sofferenza, emotivi ed esistenziali sostenuti dalle vittime, dai loro figli e dai familiari. In generale, nel mondo, l’area più colpita è quella europea con il 37 per cento. Nel 42 per cento dei casi a livello globale, dice l’Oms, le donne restano menomate o con problemi fisici duraturi. “Allo scopo di rendere applicabile la legge contro il femminicidio nel nostro paese, è necessario continuare a tenere alta l’attenzione delle Istituzioni italiane su questo tema – afferma Francesca Merzagora, presidente O.N.Da - Il tavolo tecnico prosegue il percorso di sensibilizzazione sulla violenza intrapreso dallo scorso anno a fianco dell’Oms. Tra gli obiettivi dell’incontro, possibile grazie al sostegno di Mediolanum Farmaceutici , vi è la divulgazione in Italia delle Linee guida dell’Oms, volte ad aiutare i paesi a migliorare l’approccio del proprio sistema sanitario nell’affrontare casi di abusi, la presentazione alle Parlamentari inglesi e belga del lavoro svolto nel nostro Paese per arrivare alla ratifica della Convenzione di Istanbul e il tentativo di far sì che l’Italia diventi guida nel favorire la ratifica negli altri 2 stati membri dell’Unione europea”.
Studi epidemiologici internazionali hanno dimostrato conseguenze fisiche, psicologiche e sociali della violenza sia a breve che a lungo termine. Particolare attenzione è stata data dall’Oms alle patologie mentali: disturbo acuto da stress, diagnosticato nel 97 per cento delle vittime ad una settimana dalla violenza sessuale e nel 47 per cento a tre mesi dal trauma, disturbo post traumatico da stress, dal 13 al 70 per cento, disturbi depressivi, tra il 44 e il 59 per cento anche a distanza di anni. “Le donne che hanno subito più violenze dai partner nel corso della vita, nel 35,1 per cento dei casi, hanno sofferto di depressione a seguito dei fatti subiti, perdita di fiducia e autostima nel 48,8 per cento, disturbi del sonno al 41,5 per cento, ansia, difficoltà di concentrazione, dolori ricorrenti in diverse parti in percentuale tra il 37 e 19 per cento – dice Claudio Mencacci, direttore del dipartimento di Neuroscienze AO Fatebenefratelli e Oftalmico di Milano e presidente della Società italiana di psichiatria -. Tra le conseguenze delle violenze subite, il 22,6 per cento ha dichiarato di stare più attenta quando esce, il 16,6 per cento è diventata più fredda e più chiusa, il 4,2 per cento non ha più fiducia negli uomini, il 2,8 per cento è diventata più aggressiva”.
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