Alla Zanardo non dispiace più la mercificazione delle donne - PRIMO PIANO
Nella lista Tsipras, di cui Paola Bacchiddu fa l'addetta stampa con ricorso a foto in bikini bianco e di schiena, è candidata Lorella Zanardo. Il suo «Il corpo delle donne» fu un documentario-atto d'accusa contro la sottocultura berlusconiana della donna intesa come formosa comparsa della trasmissione Drive-In. Quando scoppiò il caso delle minorenni e dell'allora premier B., la Zanardo divenne una stella di prima grandezza, Gad Lerner ci montò sopra una mitica puntata de L'Infedele, in cui la noia veniva scalfita da qualche fotogramma che, al solo scopo di documentare la mercificazione, mostrava un po' di abbondati decolleté e costumi scosciatissimi. Nessuno osava chiedere alla Zanardo come giudicasse l'uso del corpo della Bacchiddu, seppure per una finalità progressiva come l'attirare attenzione su una lista che ha il nome di un farmaco contro l'asma ed è imbottita di attori e giornalisti. S'è fatta coraggio Repubblica cui, però, la Zanardo non ha dato soddisfazione alcuna: «Ho 56 anni», ha risposto, «due master, ho un programma per i diritti delle donne di grande impatto. Nessuno parla di noi. La nostra presenza sui media è pari allo 0,02 per cento e lei mi telefona per il culo della Bacchiddu. No, scusi, ma non ho nulla da commentare». Testa finissima, la Zanardo: con l'indignazione del cortocircuito fra il suo video antiB, il lato B della Bacchiddu e Tsipras, non s'è parlato. E purtroppo L'Infedele, dove magari un discorso più pacato e argomentato ci poteva scappare, non è più in palinsesto.
Rodolfo Mottola