Maya Angelou | Addio alla poetessa dei diritti delle donne
Ci sono donne che ti vergogni di non conoscere. Ho sentito parlare solo oggi, per la prima volta, di Maya Angelou, poetessa e donna di grande statura, nata il 1928 in Arkansas.
È morta oggi a ottantasei anni, dopo aver lasciato non una traccia ma un vero e proprio solco, profondo, pieno di semi, di possibilità di crescita per tante altre donne e uomini.
Non voglio pensare a lei solo come alla bambina di sette anni violentata dal compagno della mamma. Non voglio pensare a lei solo come a una donna afro americana che ha dovuto combattere contro i pregiudizi e le violenze.
Maya Angelou, poetessa, scrittrice, sceneggiatrice, giornalista, attrice (in Porgy and Bess), ballerina, attivista con Malcom X e Martin Luther King è stata una persona in grado di cambiare la vita delle persone attraverso le parole, attraverso la sua stessa vita.
Oggi leggevo alcuni post su di lei e mi sentivo attratta dai suoi testi, dai versi potenti, dall’energia che trasmette. Ci sono giorni in cui abbiamo bisogno di conoscere altre storie, specialmente se abbiamo un’esistenza comoda e tranquilla, per capire cos’è la vita. Ci sono giorni in cui ci siamo noi in fondo al pozzo e artisti come Maya Angelou hanno fatto delle parole una corda, un sostegno, una luce.
Se avete voglia di comprare un libro oggi, comprate le sue poesie o i volumi della sua autobiografia (Frassinelli). Vi basteranno le prime righe di una delle più famose, And still I rise (e ancora mi rialzerò), per convincervi che ha qualcosa da raccontare anche a chi vive una realtà completamente diversa dalla sua:
And still I rise
You may write me down in historyWith your bitter, twisted lies,You may trod me in the very dirtBut still, like dust, I’ll rise.
(Puoi scrivermi in fondo alla Storia / Con le tue bugie amare, contorte, / Puoi gettarmi nel sudiciume e calpestarmi / Ma ancora, come polvere, mi rialzerò)
Does my sadness upset you?Why are you beset with gloom?‘Cause I walk like I’ve got oil wellsPumping in my living room.