Gli scatti per i diritti umani in mostra
È stata allestita ieri nei locali del Laboratorio Urbano la mostra fotografica ’30 scatti per i diritti umani’, indetta dall’associazione fasanese di promozione sociale ‘ASAP Europe’.La mostra, che ha visto la partecipazione di 36 giovani provenienti da tutta Europa e non solo, prevede l’esposizione di 30 fotografie selezionate dalle circa 100 giunte all’associazione, divise in tre categorie: diritti delle donne (12 fotografie), dei bambini (10 fotografie) dei disabili (8 fotografie).«Siamo molto soddisfatti dell’enorme successo ottenuto – dice Francesco Palazzo, uno dei responsabili dell’associazione - Avendo partecipato, come associazione, ad una serie di corsi in tutta Europa siamo riusciti ad agganciarci ad una serie di partner, che ci hanno portato alla possibilità di collaborare con tante altre associazioni in Europa, che ci hanno inviato i loro scatti. Questi scatti sono arrivati da ben 20 paesi, cosa da un lato davvero inaspettata, ma d’altro canto, avendo istituito una rete importante, che aumenta ad ogni mese, quasi dovuta».
I diritti umani, tema della mostra è stato immortalato con una serie di scatti davvero sorprendenti e pregnanti di significato, come quello di una donna con un livido sul collo, un disabile in carrozzella che ‘fa l’amore’ o una bambina senza una gamba che salta la corda. «È un tema particolare quello dei diritti umani, al quale noi, come associazione che si occupa di mobilità internazionale, siamo legati. Diritti umani come violenza di genere disabilità minori opportunità. Parlarne ci viene più “facile”, più facile perché è il motivo per cui siamo nati e per il quale lavoriamo ogni giorno, in quanto siamo proprio a contatto con questa realtà»
«Parliamo però anche della nota dolente: la categoria dei disabili, pochissime foto, appena una 15ina, circa il dieci percento di quelle che sono arrivate, ed abbiamo dovuto ristabilire i canoni del concorso stesso portando a dodici il numero delle foto dei donna, dieci di bambini ed otto quelle dei disabili. È brutto da dire, e sicuramente questo è dovuto alla particolarità del tema. Il disabile stesso fatica ad interfacciarsi, e fatica a parlare di disabilità. Un discorso è rubare uno scatto ad una donna o ad un bambino, una cosa è farlo ad un disabile, è come se provassi una sorta di pudore che dovremmo superare per capire che il disabile non è diverso da noi».
L’associazione ha inizialmente avuto alcune difficoltà nel suscitare interesse, soprattutto da parte dei giovani. Il target di età che più si è avvicinata all’associazione è quello dei trentenni, mantenendo, purtroppo, una certa distanza dai giovani. Forse una sorta di immobilismo, ed è una cosa che dispiace tantissimo, nonostante siano concesse una serie di possibilità davvero clamorose. Tanto per fare un esempio, il prossimo mese è stato indetto uno scambio culturale in Moldavia, interamente spesato da fondi europei, però non si è ancora riusciti a trovare il sesto ed ultimo partecipante, (età massima 25 anni). Invece per tutto ciò che riguarda un target di età di poco superiore, anche solamente per corsi di formazione, non si presentano questi problemi.Una mostra per parlare e riflettere sui diritti dei bambini, delle donne, e dei disabili che si concluderà il 13 giugno con la premiazione dell’artista più votato dal pubblico.
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