Osservatorio americano, di DOMENICO MACERI*
Lunedì 14 Luglio 2014 02:26
Senato Usa: maggioranza democratica garantita dal voto femminile* “Dato che la Corte Suprema ha deciso di non proteggere i diritti delle donne sulla sanità, lo farò io”. Con queste parole la senatrice Pat Murray, democratica dello Stato di Washington, ha lanciato la sfida ergendosi a paladina delle donne. Lo ha fatto mentre annunciava un disegno di legge che supererebbe la recente decisione su Hobby Lobby di negare, per ragioni religiose, i contraccettivi alle sue dipendenti.Il disegno di legge ha la priorità di Harry Reid, presidente al Senato, ma una volta approvato dovrà fare i conti con la Camera. John Boehner, speaker del Congresso, ha già annunciato che la recente decisione della Corte Suprema rappresenta una vittoria “della libertà religiosa” e quindi le chance che la proposta del Senato diventi legge sono pochissime.Poco importa. La decisione della Corte Suprema serve da sprone ai democratici, i quali, difendendo i diritti delle donne, sperano di usare il potere dell’elettorato femminile per mantenere il loro controllo al Senato in vista delle elezioni di midterm di novembre.Ci saranno 36 seggi in palio al Senato, due terzi dei quali sono al momento in mano di democratici. Per vincere il controllo al Senato i repubblicani avrebbero bisogno di conquistarne sei. In sette di questi Stati che Barack Obama non vinse nel 2012 il Gop ha buone possibilità di vincere almeno quattro ma forse sei.Un’eventuale maggioranza repubblicana al Senato sarebbe una sconfitta non solo per i democratici ma anche per le donne che come si sa sono “poco amate” dal Gop. Usando questa situazione i democratici stanno cercando di sfruttare proprio il voto femminile per mantenere il loro potere e continuare a lottare per i diritti delle donne anche se con modesti successi.Si sa già che le donne preferiscono i candidati di sinistra. Nella recente elezione per governatore dello Stato del Virginia il candidato democratico Terry McAuliffe è stato preferito dalle donne single con un vantaggio di 42 punti. In parte ciò si spiega con la campagna “anti-femminile” del candidato repubblicano Kenneth Cuccinelli che mirava a limitare l’aborto e voleva anche introdurre leggi per la restrizione del divorzio.Il Partito Repubblicano in generale continua ad attaccare i diritti delle donne specialmente quelle single limitando l’aborto con leggi statali e rifiutando di aumentare il salario minimo che tocca da vicino le donne povere.I democratici hanno spesso parlato di una “guerra alle donne” condotta dal Partito Repubblicano che vede questa frase come semplice retorica. Difatti contiene una grande dosi di verità. Ecco perché le donne hanno preferito Obama invece di Mitt Romney con un margine di 11 punti percentuali nel 2012. Per quanto riguarda le donne non sposate il margine di differenza fra questi due candidati è stato del 36 per cento a favore di Obama. Nel suo discorso alla convention repubblicana nel 2012 Ann Romney, moglie del portabandiera del Gop, aveva dichiarato “I love you women”. Evidentemente l’amore non era, né è, ricambiato.Si dovrebbe trattare dunque di un gioco di ragazzi per i democratici sfruttare la preferenza delle donne per sconfiggere i repubblicani. Il problema però è che queste donne, povere, madri single, spesso non si presentano alle urne eccetto nel caso delle elezioni presidenziali. Nel 2012 per esempio il 58 percento delle donne single ha votato ma si crede che alle prossime elezioni di midterm a novembre solo il 39 percento di loro lo farà.Questa bassa partecipazione al voto si spiega con il cinismo dell’elettorato in generale suggerito dallo stallo a Washington. Se il governo non riesce a fare nulla perché andare a votare? Gli elettori del Partito Repubblicano invece tendono a votare più assiduamente ottenendo più successi specialmente in elezioni non-presidenziali.Nate Silver, il guru del giornalismo associato alla statistica, che ha azzeccato la vittoria di Obama nel 2012 quando i sondaggisti di Gallup lo vedevano perdente, ha dichiarato che se dovesse scommettere sceglierebbe l’opzione vittoria dei repubblicani al Senato. A meno che le donne non si presentino in massa alle urne per difendere i loro diritti.
* Domenico MaceriDocente di lingue a Allan Hancock College, Santa Maria, California ( Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo. ).