India, vuoi andare in spiaggia in bikini? Devi pagare
Chi vorrà sfoggiare il bikini dovrà pagare un biglietto che va dalle 1000 alle 2000 rupie. Il due pezzi sarebbe contrario alla cultura indiana e metterebbe in pericolo l'incolumità di chi lo indossa. L'opposizione insorge: lo Stato vuole solo fare business e calpestare i diritti delle donne
L'opposizione: "Volete limitare i diritti delle donne e fare business"Inutile dire che la proposta ha subito suscitato un vespaio di polemiche, con l'opposizione rappresentata dal Congresso di Sonia Gandhi che ha accusato il promotore di "voler limitare i diritti delle donne" e di "pensare solo ad un succulento business vendendo pezzi di spiaggia sul mar Arabico". Va detto che in molte zone del litorale goano i turisti praticano da tempo il naturismo, mentre anche il topless è di uso comune. Tanto che già cinque anni fa il ministero del Turismo dello Stato pubblicò un manuale in cui vietava "la guida di scooter da parte di donne con il seno scoperto".
Quando ad aprile dell'anno scorso il governo locale decise di impedire a Goa (India meridionale) la costruzione del primo "Playboy Club" sulla spiaggia di Candolim, non vi furono reazioni particolarmente accese e il progetto fu rapidamente archiviato. Ma sul capitolo del comportamento delle turiste in visita sembra proprio in arrivo un giro di vite. Pochi giorni fa il ministro del Turismo di Goa, Sudin Dhavalikar, ha chiesto il divieto totale di "bikini, minigonne e pub perché non conciliabili con la cultura indiana".
Le bikini beachesLa maggior parte delle donne indiane che si spingono sulle spiagge fanno ancora oggi il bagno con il sari o la salwar kamiz, rischiando spesso la vita a causa delle pericolose onde dell'oceano. Così giovedì Mamledar, membro del partito Maharashtrawadi Gomantak (Mgp), vicino al Bjp del premier indiano Narendra Modi, ha proposto all'Assemblea legislativa locale la creazione di specifiche "bikini beaches" che eviteranno l'eccessiva ostentazione del corpo femminile e inoltre "permetteranno sia di accrescere le entrate del governo sia di aumentare il turismo". Dura la risposta oggi da parte di Durgadas Kamat, portavoce del Congresso, secondo cui il governo locale "sta cercando di imporre restrizioni alle donne con questo tipo di proposte, limitandone così la libertà". Sul piano politico, ha concluso, "il loro vero obiettivo è privatizzare le spiagge e fare soldi con le concessioni".