Paura di volare - Erica Jong, recensione
“C’erano 117 psicanalisti sul volo della Pan American per Vienna e io ero stata in analisi da almeno sei di loro. E ne avevo sposato un settimo. Dio solo sa se dovevo ringraziare l’inettitudine degli spremi cervelli in generale o la mia splendida irriducibile resistenza all’analisi, ma sta di fatto che avevo ancora paura di volare, più di quando erano cominciate le mie avventure psicanalitiche, qualcosa come tredici anni prima”.
Si presenta con schiettezza Isadora Wing (ala in inglese), “ebrea polacca da una parte, russa dall’altra” giornalista e poetessa di circa trent’anni, sposata al suo secondo matrimonio con un freddo e cortese psicanalista freudiano di origine cinese Bennett Wing.
”Non mi baciava mai”.
La coppia è diretta a Vienna per un Congresso sulla psicoanalisi. Nella capitale austriaca Isadora conosce Adrian Goodlove affascinante psicanalista lainghiano inglese “i capelli biondi gli ricadono sugli occhi. Li ributta indietro con la mano”, spregiudicato, libertino ed “esistenzialista” insieme con il quale fuggirà attraverso l’Europa.
Per Isadora, in crisi esistenziale e matrimoniale, questo viaggio è l’occasione per riflettere sulla propria vita, su tutto ciò che le è stato insegnato e sul ruolo della donna nella società e il suo rapporto con l’altro sesso.
“Diventare donne in America. Che impresa! Che litanie che cantano i pubblicitari della vita felice! Come sedurre tutti i maschi dello zodiaco”.
La madre di Isadora diceva: “le donne non possono fare tutte e due le cose, bisogna scegliere. O diventare artisti o aver bambini”, mentre per Isadora “avrei avuto un figlio quando mi sarei sentita pronta. Oppure, se non mi fossi mai sentita pronta, non l’avrei avuto mai”.
"Paura di volare", uscito in America nel 1973 e in Italia un anno dopo, tolse ogni velo all’universo sessuale femminile diventando subito un caso letterario senza precedenti come dice Mario Andreose nella Postfazione al volume rieditato di recente.
“Pochi romanzi hanno sconvolto la scena letteraria del loro tempo come Paura di volare di Erica Jong, che nel solo primo anno di edizione in America vende tre milioni di copie”.
Pagine anticipatrici, scritte in prima persona che contribuirono a cambiare la puritana società statunitense e non solo.
“Nessuno si era mai preoccupato di dirti che cos’è veramente il matrimonio”.
Una sorta di autoanalisi considerata vangelo per le donne per la portata rivoluzionaria e per i temi mai trattati finora, come per esempio la teoria della protagonista sul rapporto sessuale “senza cerniera” dove le condizioni essenziali sono “la brevità e l’anonimità”.
Con ironia, humour e leggerezza, Erica Jong descrive una donna che con la sua paura di volare anche metaforica oscilla tra la voglia di libertà, di indipendenza e di mettersi in gioco e il desiderio di affetto e sicurezza.
“Per una donna, in definitiva, non esiste un modo di vivere dignitosamente sola”.
La figura di Isadora ha aperto la strada a un esercito di donne contraddittorie ma vere, autentiche che avrebbero letto avidamente Fear of Flying riconoscendosi e imitando la protagonista. Tutto questo avveniva proprio nel momento in cui l’altra metà del cielo prendeva coscienza di se stessa.
“Avevo paura di volare, una paura terribile, ma non permettevo che questa paura limitasse il mio comportamento”.
Isadora, icona dell’emancipazione femminile, con un linguaggio colloquiale, quasi complice, parla di temi e argomenti attuali e ancora in cerca di soluzione.
“Avevo di proposito lasciato perdere tutto (famiglia, amici, marito) solo per provare che ero libera”.
A quarantun anni dalla pubblicazione del volume oggi considerato un cult che ha venduto 27 milioni di copie nel mondo e che è stato tradotto in 40 lingue è lecito domandarsi che significato abbia nel Terzo Millennio il femminismo. Il dibattito è tornato a infiammarsi da quando giovani donne costituiscono un movimento americano chiamato Women against feminism e, attraverso selfie piuttosto chiari, dichiarano di volersi allontanare dalle loro madri, zie, nonne rispetto alla parità di genere e all’affermazione dei diritti delle donne. Vogliono avere cura dei figli e cucinare per il loro uomo e reclamano per il mestiere della casalinga il rispetto che merita, perché può essere bello e lodevole. In Italia e nel mondo sono state molte le reazioni a questo nuovo modo di pensare la donna, unanime il giudizio di ingratitudine di queste giovani nei riguardi delle loro madri e nonne: senza le lotte e le battaglie anche a caro prezzo di queste ultime, molte vittorie non sarebbero state conquistate. Ma la strada è ancora lunga, come ha recentemente dichiarato Erica Jong in un’intervista: “il femminismo è una rivoluzione incompleta, non riuscita, un po’ va avanti un po’ va indietro”.
Dopo l’uscita del libro l’eros femminile è certamente cambiato: ciascuna donna si sente padrona della propria sessualità. L’autrice, che quando scrisse il suo capolavoro era certa che non sarebbe mai stato pubblicato, nell’introduzione tra le altre cose scrive:
“Le donne possono essere delle scrittrici, delle intellettuali e avere delle vite private molto stimolanti. Desideriamo usare tutti i nostri talenti, e questo non è mai stato facile per le donne. Siamo delle persone complete. Ecco cosa dichiarò la mia eroina, Isadora Wing, quarant’anni fa. Un messaggio forte e fondamentale anche al giorno d’oggi”.
Si consiglia la lettura o la rilettura anche ai lettori maschi per far conoscere loro quello che le donne non dicono.
“Sopravvivere significa rinascere parecchie volte”.
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