Genio e coraggio per battere il bullismo
05 settembre 2014POLITICA
Tempo di ritorno a scuola, tempo del ritorno dei bulli? Non generalizziamo perché rischiamo di scontrarci con uno dei tanti luoghi e detti comuni che affollano la nostra quotidianità.“È sempre bello imparare da un uomo saggio che può mostrare come condurre la vita e suggerir ispirazione, genio e coraggio”.
No, per carità non vogliamo cimentarci nell'interpretazione di nessuna terzina dantesca per affrontare il tema del 'bullismo' ma lo spunto dal quale traiamo ispirazione per scrivere me l'ha dato Giovanna Pini. L'ho conosciuta qualche settimana fa durante una manifestazione in difesa dei diritti delle donne. Una donna dai tratti gentili, a pelle professorali e dalle movenze che mi ricordavano dei personaggi del mondo dello spettacolo.
Allora? Ho scoperto leggendo le sue note biografiche che è ideatrice della teoria "Teatro d'AnimAzione Pedagogico" con la quale ha effettuato numerose ricerche affiancata da Giorgio Albertazzi e docente a Roma di teatro d'animazione e di pedagogia teatrale. Qualche giorno fa, notizia passata in sordina, leggo che è stata nominata vice Presidente dell'Osservatorio anti bullismo. Un riconoscimento per chi lavora per il raggiungimento di fini nobili utili, necessari e doverosi per la nostra società Interessante! Allora? Allora, dalla mia esperienza di 'viandante del pensiero' e osservatore delle altrui vite che percorrono i selciati delle nostre città ritengo che tanti fenomeni devianti, come il bullismo, possono essere arginati anche con la poesia, il canto, la recitazione, il ballo e con tante altre attività, chiamiamole ludico-culturali che possono divenire la costante non dico per debellare, perché il mondo è pieno di bulli minori e non, poveri e non, brutti e non ma almeno per cercare di avere una visione compensativa del problema.
Un problema forte, un problema grave, un problema rilevante che attanaglia la nostra società sempre più massificata, sempre più globalizzata, sempre più squalizzata e sempre più più relativista. Bello, bullo e ribelle. Detto così sembrerebbe il titolo di un nuovo film della saga degli ‘spaghetti all’italiana’, con il ritorno di Sergio Leone e con la seconda giovinezza cinematografica di Bud Spencer e Terence Hill. I tre aggettivi purtroppo sono l’infausta sintesi di una forma di devianza devastante che ha bisogno di una buona dose di attenzione, da parte di tutti, al fine di prevenire e reprimere (anche se il termine può risultare cruento) tutte quelle azioni, sia individuali che di gruppo, nei confronti di chi ha delle difficoltà nel difendersi.
Andiamo per ordine: una società che forgia giovani che hanno come modelli di riferimento solo personaggi calciatori e cantanti palestrati, tatuati e ‘bonazze’ scosciate, gonfiate e agghindate con lustrini e paillettes rischia di trasformare tanti giovani in bulli deviati e criminali e le vittime in soggetti irrimediabilmente depressi o suicidi. Significa solo lo smarrimento di valori antichi e condivisi che sono i cardini di quell’educazione, di quell’etica e di quella morale che è propria della ragione di un popolo. Bullo è bello? Non direi proprio! Per l’analisi della gravità sociale del fenomeno ‘bullismo’ serve una grande capacità di discernimento in modo da poter realizzare una visione delle sue diverse forme e sfaccettature. Solo un impegno costante può favorire il cambio di marcia necessario per invertire la tendenza del fenomeno.
Dire è facile ma realizzare è più complicato. L’allarme fenomenologico per il bullismo è alimentato dall'insicurezza diffusa nella società contemporanea. Un'insicurezza non più inerente solo a ciò che è sconosciuto, ma anche ai luoghi comunemente ritenuti sicuri come il proprio quartiere, la propria strada, la scuola. Non diciamo però che siamo dinnanzi ad un'evidente manipolazione e strumentalizzazione della paura, utilizzata, troppo spesso, come “mezzo per governare. Il bullismo è un problema di sicurezza ma soprattutto è un problema sociale. Mi chiedo troppo spesso chi sono e cosa fanno coloro che s’impegnano quotidianamente per contrastare il fenomeno? Per lo più sono professionisti dell’educazione che credono nella risoluzione del problema o genitori afflitti che desiderano risolvere una questione che li coinvolge in prima persona.
Il problema principale rimane la comprensione del fenomeno che ha bisogno di uno studio attento che si realizza attraverso la conoscenza, la condivisione tra soggetti interessati per risolvere il problema e delle buone tipologie di politiche antibullismo capaci di rispondere alle realtà di ogni giorno. Ora, la chiacchiera è bella ma serve guardare il fenomeno da una posizione privilegiata e scoprire il ‘fare’ di tutti coloro che ruotano attorno a questa galassia e che si mettono ogni giorno in discussione scendendo in campo e donando a servizio degli altri dei valori non negoziabili come l’onestà, l’impegno, il rispetto per gli altri, il lavoro e il confronto di squadra e una buona dose di coraggio.
E poi…anche l’arte, la pittura, la scultura, il cinema, il teatro e…anche la poesia, perché tutti abbiamo un bisogno disperato di un poco di bellezza, di una poesia da ripetere; o anche solo ascoltare una rima come quella della Commedia che recita : "Mentre ch'i' rovinava in basso loco, dinanzi a li occhi mi si fu offerto chi per lungo silenzio parea fioco." Già, armoniosità dell'arte è proprio lo strumento per cercare di togliere ai giovani “bulli” un’etichetta inventata dalla cosiddetta modernità del nostro tempo e il teatro, che non può certo risolvere in toto questi comportamenti espressione di disagi diffusi, serve ad addolcire e a far vestire i giovani con dei ‘panni nuovi', spogliandosi di quelli del bullo, della persona scorretta e del prepotente attraverso un lavoro di integrazione sociale che analizzi e applichi le variabili tra la personalità, la cultura e la struttura sociale, soluzione per la costituzione di un terreno privilegiato per realizzare dei veri modelli di costruzione sociale e d'integrazione.