Dalla parte delle ragazze, perchè nascere in un corpo femminile non sia più una colpa
Le ragazze al centro delle politiche di sviluppo. Queste le cifre fornite a margine della presentazione a Roma della Girl declaration, una iniziativa nata nell'ambito del progetto European Alliance for Girls, realizzata fra gli altri da AIDOS, Associazione italiana donne per lo sviluppo, e dal Gruppo di lavoro parlamentare Salute globale e diritti delle donne. Un documento importante, caratterizzato da quattro parole chiave: istruzione, salute, sicurezza (anche economica) e cittadinanza. Il ruolo cruciale che le ragazze possono svolgere nel mondo è stato finora ignorato dagli Obiettivi di Sviluppo del Millennio dell'Onu: la Girl Declaration è stata scritta con l'obiettivo di mettere al centro delle politiche dello sviluppo l'emancipazione e i diritti di tutte quelle ragazze che vivono nella miseria e non possono immaginare un futuro di autodeterminazione e dignità. Non è più possibile, dichiarano le promotrici dell'iniziativa (che rientra nell'ambito del progetto European Alliance for Girls, realizzato da AIDOS, DSW, E&P, EPF, con il contributo del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione), sottovalutare l'azione svolta dalle donne per migliorare e trasformare le comunità, le società e l'economia dei propri paesi.
La colpa di essere nate in un corpo femminile. Le ragazze devono poter raggiungere l'età adulta con competenze adeguate, che consentano loro di partecipare pienamente alla vita economica, sociale e culturale della propria comunità; devono avere accesso a informazioni e servizi sulla salute sessuale e riproduttiva per contrastare gravidanze precoci e mutilazioni dei genitali femminili; devono essere libere da violenza e sfruttamento e tutelate dalla legge; devono sapere come costruire e proteggere le proprie risorse economiche; devono avere parità di accesso a servizi, opportunità, diritti legali e libertà personale, per essere in grado di partecipare pienamente come cittadine alla vita delle comunità e dei paesi in cui vivono.
Il risveglio della consapevolezza. "In tempi di grande recrudescenza dei fondamentalismi, il messaggio della Girl Declaration risveglia la consapevolezza globale sulla necessità di agire quotidianamente affinché non ci troviamo, come è successo molto spesso in questo ultimo anno, a far fronte a lutti e emergenze cui non si può rimediare, - sottolinea Bianca Pomeranzi, rappresentante italiana all'Onu per il Comitato per l'eliminazione di ogni forma di discriminazione contro le donne (Cedaw). - I numeri delle spose bambine, delle forme di mutilazioni genitali più nocive, della violenza sessuale sulle bambine e sulle ragazze non sono che la punta dell'iceberg di discriminazioni quotidiane subite da adolescenti che hanno la sola colpa di essere nate in un corpo femminile". L'appello ai 198 Stati. Un solo anno di scuola secondaria in più aumenta il reddito potenziale della donna. L'impegno a fare dell'educazione, della salute, dei diritti riproduttivi, della sicurezza e della libertà di scegliere la propria vita una realtà per le adolescenti e le donne di tutto il mondo è al centro dell'azione della Cedaw, che si appresta a lanciare nuove raccomandazioni generali contro le pratiche nocive, per ricordare a tutti i 198 stati che aderiscono alla Convenzione il dovere di proteggere i diritti umani delle cittadine di sesso femminile.
Il ruolo delle donne nell'economia. Le donne svolgono un ruolo fondamentale nel trasformare le comunità, le società e l'economia dei propri paesi: al fine di creare le condizioni necessarie affinché le donne siano in grado di dare il loro contributo prezioso allo sviluppo, bisogna iniziare a coinvolgerle quando sono ancora bambine. Persino frequentare un solo anno in più di scuola secondaria aumenta il potenziale guadagno futuro delle ragazze del 15-25%. Lavorare sull'emancipazione delle giovani in diversi campi quali istruzione, salute ed economia ha effetti a catena estremamente positivi per le comunità di riferimento, offre più possibilità di prevenire i matrimoni precoci, le gravidanze adolescenziali, la trasmissione di Hiv/Aids e può rompere il ciclo intergenerazionale della povertà.
Nello slum di Calcutta un luogo di istruzione e tutela. Da alcuni anni AIDOS (con la collaborazione di Feltrinelli) ha attivato ai margini della grande discarica al centro dello slum di Tiljala, a Calcutta Est, un centro culturale e di socializzazione per donne e bambine, con una biblioteca munita di postazioni internet. Il Tiljala Shed è aperto 7 giorni su 7 dalle 11 alle 18; il vecchio capannone è stato ristrutturato e ora è una grande sala colorata, con una stanza per i computer ed una con i tavoli dove studiare. Più di duecento ragazze si sono iscritte solo nei primi sei mesi e l'affluenza quotidiana è di circa 40 ragazze al giorno, alle quali AIDOS ha messo in mano l'arma potente della conoscenza. Il progetto mette a disposizione delle ragazze anche assistenza medica, corsi di autodifesa, consulenza legale e psicologica contro abusi e sfruttamento. L'aiuto delle donazioni. Tutto questo è stato reso possibile grazie alle donazioni di privati, e ha avuto un impatto significativo sulla vita delle centinaia di ragazze coinvolte nel progetto, che altrimenti sarebbero state condannate all'analfabetismo e alla miseria. Faceva parte del gruppo anche Nikhat Kauser, una diciannovenne data in moglie contro la sua volontà e bruciata viva dai parenti del marito perché i suoi, poverissimi, non riuscivano a pagare la dote: il sostegno di Tiljala Shed e AIDOS ha consentito di portare il caso in tribunale, e i responsabili della sua morte saranno processati.
Sogni e desideri delle ragazze di quattro continenti. La Girl Declaration è stata redatta intervistando 508 ragazze in 14 paesi di quattro continenti, che hanno raccontato di cosa avrebbero bisogno per potersi realizzare; alla sua stesura hanno collaborato più di 25 organizzazioni che lavorano sul campo con le giovani. Il documento è stato consegnato alla presidente della Camera Boldrini dalla presidente dell'AIDOS Daniela Colombo e dalla vicepresidente Maria Grazia Panunzi. "Abbiamo voluto consegnare la Dichiarazione alla presidente Boldrini - ha detto Pia Locatelli, coordinatrice del Gruppo interparlamentare - per mettere simbolicamente il futuro delle ragazze in mano alle istituzioni". "Le storie di vita che ho ascoltato - ha detto la Boldrini - confermano una volta di più che l'educazione è tutto, e che persino pochi anni di scuola bastano ad assicurare un netto miglioramento delle prospettive per queste giovani donne. E' importante il sostegno che viene dalla collaborazione tra le espressioni della società civile e le parlamentari. La vostra azione congiunta può avvicinare il tempo in cui le ragazze saranno finalmente protagoniste del proprio destino".