Arabia Saudita, arrestata l’avvocata delle donne“Nei suoi tweet ha insultato l’islam”
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3 NOVEMBRE 2014 | di Monica Ricci Sargentini
E’ stata arrestata venerdì 31 ottobre ottobre “per offesa all’Islam”, l’avvocata saudita Suad Al Shammary. La sua colpa è di aver scritto uno o più tweet ironici sulla religione islamica. Nello specifico, a quanto si apprende dai suoi amici, l’attivista avrebbe pubblicato sul suo account una foto di un cittadino che bacia la mano di un imam, commentando: “Guardate con quale arroganza si pavoneggia!”. In altre occasioni la donna avrebbe invitato gli utenti a ribellarsi a “una società maschile”. Parole che non sono sfuggite alle autorità che hanno rinchiuso la donna nel carcere di Gedda.
Suad, 38 anni,laureata in Diritto islamico, è nota per il suo attivismo in difesa dei diritti delle donne. Il suo ultimo atto da avvocata, prima di finire in carcere, è stato quello di presentare un ricorso contro l’arresto di due ragazze saudite che avevano guidato l’automobile sfidando il divieto imposto nel regno. Nel 2013 le donne si erano già messe al volante come avevamo raccontato in questo post. Al Shammary , è la portavoce della Rete Liberale Saudita e ha lavorato anche per il ministero dell’Istruzione . E’ stata la prima avvocata ad ottenere il permesso di apparire in tribunale durante una seduta pubblica. Scrive per per diversi giornali arabi ed ha una rubrica fissa settimanale sul quotidiano di Beirut, Ruwad.
Secondo quanto denuncia l’ong Gulf Center for Human Rights all’avvocato della donna è stato impedito di assistere agli interrogatori e l’attivista sarebbe stata minacciata dalle guardie che le avrebbero detto: “Ora ci libereremo delle tue cattiverie”.
Martedì 28 ottobre altri tre avvocati erano stati condannati per aver disobbedito alla legge e aver messo a repentaglio il sistema giudiziario. I tre accusavano lo Stato di effetturare arresti arbitrari violando i più elementari diritti umani.
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E’ un blog sui diritti umani che nasce dalla collaborazione tra Amnesty International e il Corriere della Sera. Il nostro obiettivo comune è tenere lo sguardo fermo su quello che succede nel mondo, tra grandi crisi internazionali e fatti quotidiani nelle nostre città. Dalla libertà d’espressione al rischio di genocidi in luoghi dimenticati, dal traffico illegale d’armi alle violenze domestiche. Raccontando le storie di attivismo, coraggio e resistenza. Perché la candela accesa da Peter Benenson 50 anni fa resti un piccolo faro per chi naviga e combatte le ingiustizie.