Afghanistan, la paladina delle donne sopravvive a un attentato kamikaze
Anche durante il regime dei talebani, Shrukria Barakzai non ha mai lasciato Kabul, a differenza di molti nella classe istruita: è rimasta per insegnare in una scuola clandestina per ragazze. Una volta, poiché si trovava in strada senza il marito, la polizia religiosa la punì con le frustate: un’umiliazione che l’ha spinta a entrare in politica. Dopo l’intervento militare a guida americana nel 2001, la nota paladina delle donne afghane ha fatto parte dell’Assemblea costituente ed è stata eletta deputata. E’ proprio in Parlamento che si dirigeva ieri, alle dieci del mattino, quando un kamikaze alla guida di un’auto si è lanciato contro la sua vettura blindata facendosi saltare in aria con un violento boato.I filmati girati dopo l’incidente e pubblicati su YouTube mostrano la quarantaduenne Barakzai che scende dall’auto scossa ma sulle sue gambe, reggendo due borse in mano. Ha riportato ferite lievi al viso e alle mani. «Sono sopravvissuta — ha detto — grazie alle preghiere della mia gente». Tre vittime, tra cui una giovane studentessa, sono rimaste tra le auto bruciate e sull’asfalto coperto di vetri in frantumi. Vicino al cratere dell’esplosione sorge un’università privata. I feriti sono una ventina.I talebani hanno negato ogni responsabilità per l’attentato. Alla deputata comunque non mancano i nemici. E’ nota per la sua franchezza. Una volta ha apostrofato i colleghi dichiarando: «Il nostro Parlamento è pieno di signori. Signori della guerra, signori della droga, signori del crimine». Ex giornalista, appare spesso alla televisione afghana e ha condotto una campagna contro la poligamia (suo marito, che gestisce una compagnia petrolifera e che, a differenza di Shukria, non è riuscito a farsi eleggere in Parlamento, prese una seconda moglie senza consultarsi con lei).Barakzai è una alleata del neopresidente Ashraf Ghani e potrebbe diventare ministra per l’Istruzione o per i Diritti delle donne: in un’intervista lo ha definito «un dittatore morbido e costruttivo», aggiungendo: «Mi piace. E’ quello che ci è mancato per molto tempo». A differenza di Karzai, che ha governato per 13 anni e che la deputata accusa di aver ceduto a troppi compromessi e al clientelismo, secondo lei Ghani potrebbe portare il cambiamento, «a patto che i governi occidentali non lo frenino poiché più interessati a stabilizzare il fragile governo nazionale». La conferma del nuovo presidente è avvenuta solo a settembre, dopo sei mesi di tensioni e accuse di frode elettorale fra lo stesso Ghani e il rivale Abdullah Abdullah, che alla fine hanno raggiunto un accordo per un governo di unità nazionale. Dopo l’insediamento, è stato firmato l’accordo per la sicurezza fra Afghanistan e Stati Uniti, che permette la permanenza, dopo il ritiro a fine 2014, di 10.000 militari Usa con compiti di formazione e assistenza delle forze locali. Ma l’attentato di ieri, l’ennesimo, fa temere per la sicurezza (anche delle donne) dopo il ritiro