Giornata contro violenza donne: Gentiloni, e’ battaglia italiana
ROMA – Questa per eliminare la violenza contro le donne è una battaglia italiana: “Una delle più sentite dall’Italia nel quadro dell’azione a tutela dei diritti umani svolta nei fori internazionali” ha dichiarato il Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale Paolo Gentiloni nella giornata mondiale contro la violenza sulle donne.
“L’Italia è in prima linea sul piano internazionale per contrastare la violenza contro le donne con campagne contro le pratiche lesive dei diritti fondamentali delle bambine e delle adolescenti, contro le Mutilazioni Genitali Femminili (MGF) e contro i matrimoni precoci e forzati” ha proseguito il Ministro Gentiloni.
L’Italia ha promosso risoluzioni a tutela delle donne nei competenti fori internazionali, quali l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite e il Consiglio Diritti Umani, e realizza programmi di sostegno rivolti ai Paesi dove le MGF e i matrimoni forzati sono ancora prassi corrente. E’ anche tra i primi Paesi ad aver presentato il proprio Piano d’Azione Nazionale (2010-2013) in adempimento della risoluzione 1325 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite “Donne Pace e Sicurezza”.
Il secondo Piano d’Azione Nazionale (2014-2016) e’ stato presentato presentato proprio oggi alla Farnesina nel corso di una tavola rotonda su”Donne, pace e sicurezza – Standard minimi, linee guida armonizzate e politiche comuni per l’Agenda Europea” a cui ha mandato un messaggio di saluto la univa Alto Rappresentante per la Politica Estera della Ue Federica Mogherini: “E’ una battaglia di civilta’ da vincere. Discriminazioni e violenze non sono orrori antichi e lontani, ma drammi quotidiani di milioni di donne in tutto il mondo e purtroppo anche in Europa, in Italia, come le cronache quotidianamente ci ricordano”. Nel giorno in cui l’Onu punta i riflettori sulla violenza di genere, “nella civilissima Ue una donna su tre ha subito o subisce soprusi, altrove le è negato spesso il diritto all’istruzione, al lavoro dignitoso, a una vita affettiva libera. In Paesi in conflitto le donne vengono considerate veri strumenti di guerra. E’ pertanto dovere di ogni governo, di ogni istituzione, di ogni essere umano, battersi in tutte le sedi, anche internazionali, affinchè sia finalmente e pienamente rispettato il diritto di ogni donna a crescere e vivere nella dignita’ e rispetto dei propri diritti”. Hanno partecipato all’incontro, tra gli altri, il Vice Presidente del Senato, Valeria Fedeli, il Segretario Generale della Farnesina, Michele Valensise e il Rappresentante Permanente presso la NATO, Maria Angela Zappia Caillaux.
La Giornata contro la violenza sulle donne si celebra oggi in tutto il mondo. Ieri Empire State Building e Nazioni Unite si sono illuminato di arancione, il colore simbolo della speranza di un mondo senza violenza per le donne di tutto il pianeta. A Roma e’ intervenuta a Montecitorio anche la presidente della Camera Laura Boldrini: “I dati sulla vigenza sono impressionanti. Una strage – di questo si tratta – che prosegue inesorabile, metodica, indisturbata, e che si consuma spesso all’interno di un contesto familiare o affettivo e che dimostra come il fenomeno della violenza di genere abbia carattere strutturale e dunque culturale che affonda le sue radici in antichi ma persistenti pregiudizi e stereotipi. Non vi sarà un reale cambiamento finché non si comprenderà che la sottorappresentazione e la rappresentazione offensiva della donna hanno una dimensione di educazione al rispetto che riguarda in primo luogo gli uomini. Occorre quindi un loro maggiore coinvolgimento senza il quale non si faranno sostanziali progressi”.
Un ragionamento che aveva fatto, accendendo l’Empire di arancione, il segretario generale dell’Onu Ban Ki Moon. Contro la violenza sulle donne tutti, e anche agli uomini – ha detto Ban – devono fare la propria parte: serve un “cambio di mentalità” perchè “i diritti delle donne non sono solo un affare delle donne. Uomini e ragazzi stanno finalmente assumendo il loro ruolo di partner in questa battaglia”. (25 novembre 2015)