"Noi donne ossessionate dal mito della Barbie che non sappiamo chiedere" | News
di Cinzia Marongiu
“Come si fa a portare avanti tre spettacoli contemporaneamente? Bisogna avere una bella memoria. Ma poi quando si inizia a lavorare su un progetto, ti costruisci dei file mentali e li apri a seconda della necessità”. Alessandra Faiella per molti telespettatori resta la cubista Alexia battezzata da Serena Dandini in Pippo Chennedy Show, quella un po’ fuori di testa, per intenderci, che parlava solo a colpi di “ambient” ed “explosion”. E invece lei nel frattempo ha fatto un mucchio di altre cose, compreso scrivere un romanzo intitolato “Il lato B”. E ora si esibisce per i teatri d’Italia portando in giro addirittura tre spettacoli diversi. “Il primo si chiama La versione di Barbie e naturalmente il titolo è una parodia del famoso best seller “La versione di Barney”. La Barbie è vista un po’ come lo stereotipo, il classico modello di donna a cui tutte noi vorremmo assomigliare ma naturalmente, frustratissime, non ci riusciamo. Chiaramente la mia è invidia”, scherza Alessandra. “Perché la Barbie è la classica valletta televisiva con il sedere a zainetto, con il culo che le arriva a mezza schiena. Così racconto il rapporto ambivalente di noi italiane con la bellezza: vuoi la cultura patriarcale, vuoi l’industria dei cosmetici e della chirurgia estetica, sta di fatto che noi donne siamo un pochino ossessionate. Soprattutto quando iniziamo ad andare verso i 50 anni. Ti dicono:”Devi prepararti alla menopausa”. Ma cosa vuol dire? Devo comprare i mocassini Valleverde? Devo iscrivermi a un corso di cucito? E poi si parla del mondo del lavoro e dei rapporti di coppia: uno sguardo comico su una situazione che poi comica non è perché i diritti delle donne in Italia sono ancora indietro. La soluzione? Forse fregarsene un po’ di più. Aumentare la propria autostima e imparare a chiedere anziché a lamentarsi. Già perché le donne non chiedono”.
Che fortuna essere stata "allevata" da Dario Fo e Franca Rame - L’altro spettacolo che Alessandra Faiella sta portando in tour si intitola “Coppia aperta quasi spalancata” e ha la firma di Dario Fo e Franca Rame: “Si parla delle coppie e io devo ammettere che sono sempre stata innamorata della loro coppia anche perché sono venuta su con loro: i miei da ragazzina mi portavano alla palazzina Liberty e io passavo il mio tempo in biblioteca a guardarmi tutti i video di Mistero buffo. Ho avuto l’onore di lavorare con loro anche in un altro spettacolo, “Sesso grazie tanto per gradire”. In questo caso si tratta di un marito fellone che fa la moglie cornuta a ripetizione con l’escamotage della coppia aperta. Il problema è che deve essere aperta a senso unico perché quando si apre dall’altra parte ci sono le correnti d’aria e lui si prende un embolo. Insomma la storia è sempre la stessa: l’uomo vuole fare solo ciò che gli pare e averti lì. Un senso del possesso che come ci suggerisce ogni giorno la cronaca nera ha dei risvolti tragici. Ne parliamo anche nello spettacolo perché a un certo punto lui aggredisce la moglie e lì si esce dalla farsa e si entra nella riflessione”.
La tv banalizza noi comici - Il terzo spettacolo invece si intitola "Comedians", ha un cast tutto al femminile: “ È uno spettacolo sulla dialettica tra teatro e televisione. Noi stesse dobbiamo combattere tra questi due mondi che, anche se non dovrebbero, sono spesso in contraddizione. Io stessa ho fatto la tv con Serena Dandini, con la Gialappa’s, con Daria Bignardi. Ho fatto la tv bella e intelligente che adesso stenta a trovare una collocazione. Per me i due mondi non erano in contraddizione ma oggi lo sono perché la tv banalizza il linguaggio del comico”.
20 dicembre 2014
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