L’Onu dalla parte delle attiviste per i diritti umani del Bahrein
L’ultimo post dell’anno voglio dedicarlo a due sorelle indomite che cercano di tenere alta l’attenzione sulle violazioni dei diritti umani in corso nell’emirato del Bahrein, il piccolo stato-isola del Golfo di cui abbiamo scritto molte volte in questo blog.
Contro la persecuzione ai danni di Maryam e Zainab Al-Khawaja, figlie di Abdulhadi, l’ex presidente del Centro per i diritti umani del Bahrein condannato all’ergastolo per reati di opinione, hanno preso posizione due giorni fa gli esperti delle Nazioni Unite sui diritti umani: Mads Andenas, relatore capo del Gruppo di lavoro sulle detenzioni arbitrarie; David Kaye, relatore speciale sulla promozione e sulla protezione del diritto alla libertà di opinione e di espressione; Michel Forst, relatore speciale sulla situazione dei difensori dei diritti umani; e Maina Kiai, relatore speciale sul diritto alla libertà di manifestazione pacifica e di associazione.
Maryam Al-Khawaja (nella foto) è attualmente in esilio. Il 1° dicembre è stata condannata, in contumacia, a un anno di carcere per l’infondata accusa di aver aggredito un agente della sicurezza all’aeroporto internazionale di Manama.
Zainab Al-Khawaja è stata condannata, il 4 dicembre, a tre anni di carcere per aver strappato una foto del re durante un’udienza per un’altra imputazione. Alcuni giorni dopo, ha ricevuto un altro anno di carcere per “insulto a un funzionario pubblico”. Deve affrontare ulteriori processi per “ingresso non autorizzato” e “ingiurie a un agente di polizia”.
Oltre alle sorelle Al-Khawaja, gli esperti delle Nazioni Unite hanno preso le parti di Ghada Jamsheer, presidente di una rete di associazioni per i diritti delle donne che chiede la riforma del diritto di famiglia. Arrestata a metà settembre per aver denunciato su Twitter la corruzione nella gestione di un ospedale, dal 15 dicembre è agli arresti domiciliari. A suo carico, 12 imputazioni.
“Queste tre attiviste sono state arrestate o condannate solo per aver criticato le autorità. Critiche del genere non solo sono del tutto legittime secondo gli obblighi del Bahrein in materia di diritti umani, ma sono anche essenziali per lo svolgimento di un libero e pubblico dibattito, che è la condizione per una società in buona salute” – hanno dichiarato i quattro esperti.
A Maryam, Zainab e Ghada auguriamo un 2015 di libertà e diritti.