“Il modello multiculturale, fondato sul buonismo e su una visione ideologica dell’immigrazione, sono oggi i principali alleati dell’infibulazione e di pratiche barbare e aberranti che sono triste realtà anche in Emilia Romagna”. Nella giornata mondiale contro l’infibulazione femminile, Alan Fabbri rivolge il proprio pensiero alle quasi 4mila donne che in regione sono esposte al rischio di mutilazioni, 35mila in Italia: “La difesa dei diritti delle donne da queste minacce – ribadisce il consigliere regionale di Lega Nord -, alimentate da un’immigrazione oggi non gestita, è una nostra priorità”.
“Laddove l’immigrazione non ha controllo – specifica il consigliere leghista – si apre il fronte a violenze e pratiche barbare sulle donne, tipicamente praticate in molti Paesi di provenienza. La necessità di regolamentare gli arrivi nasce innanzitutto da qui. Inchieste hanno messo in luce i doppi fini di molti strenui sostenitori della politica dell’invasione”.
“Il rispetto nei confronti della dignità delle donne e dei loro diritti fondamentali – prosegue Fabbri – impone a tutte le forze politiche e alle istituzioni di introdurre ferrei controlli contro atroci pratiche tribali che continuano ad essere diffuse perché importate. Chi pratica l’infibulazione – chiosa il consigliere di Lega Nord – oggi rischia fino a 12 anni. Troppo poco. Per noi queste bestie dovrebbero essere rispedite nel proprio Paese d’origine a calci”.