Colin Firth e Livia si separano dopo 22 anni (e il tradimento con Marco Brancaccia)
Sul set Nostromo
Colin e Livia si erano conosciuti nel 1996 in Colombia, sul set della miniserie Nostromo. Il nostromo era Claudio Amendola: il trentacinquenne Colin Firth non era ancora così famoso, la Darcy-mania dovuta a Orgoglio e Pregiudizio sarebbe scoppiata da lì a un attimo. Livia aveva 26 anni ed era una studentessa romana giunta lì per un’esperienza da assistente di produzione. Colin, che girava scene a cavallo assai pericolose e aveva appena rischiato di rompersi il collo, racconterà: «Stavo passando momenti miserabili e avevo davanti altri quattro mesi di riprese e lei è apparsa. È stato amore a prima vista, ho immediatamente sentito che era straordinaria. Era una bellezza italiana e la donna più intelligente del pianeta».
La mano a tutti
Narra la biografia scritta da Alison Moloney che lui la vide stringere la mano a tutti e a tutti rivolgersi nella loro lingua e che le chiese subito un appuntamento e, che a fine riprese, erano una cosa sola. Si sposano in niente, il 21 giugno 1997, a Città della Pieve, dove mettono su casa. La Darcy-mania è all’apice e i giornali descrivono Livia come invidiatissima. «Poverina», dirà lui all’Observer, «mi aveva incontrato prima e non mi aveva mai sentito nominare». A costruire la favola contribuisce la mamma della sposa, descrivendo il genero come un lord inglese: «Usa a mia figlia molto rispetto. A Roma, la riportava a casa sempre prima delle 23 e lui dormiva in albergo». Colin, che era reduce da una storia con l’attrice Meg Tilly, dalla quale aveva avuto Will, oggi 29enne, raccontava di aver sempre creduto a un’idea romantica del mestiere d’attore, impossibilitato a innamorarsi per non perdere la creatività: «Idea che Livia ha spazzato via». Così, mentre lei prende un dottorato, lui impara l’italiano e intanto la sua carriera decolla. Arrivano Il diario di Bridget Jones, La ragazza con l’orecchino di perla e Il discorso del Re, Oscar miglior attore 2011. Cresce lui e cresce lei, che nonostante due figli, nati nel 2001 e nel 2003, fa la produttrice, diventa un’attivista per i diritti delle donne e costruisce sulla causa ambientalista una società di consulenza di successo. Colin e Livia, sui red carpet, alle serate benefiche o a Buckingham Palace, sono sempre belli, eleganti ed etici.
L’infedeltà
Tutto molto splendente, finché il 6 marzo 2018 spunta sui giornali una storiaccia d’infedeltà. Si scopre che l’anno prima i Firth hanno denunciato il corrispondente dal Brasile dell’Ansa, Marco Brancaccia. Il giornalista sostiene d’aver avuto con Livia una relazione durata due anni e confessa di aver scritto all’attore per rivelargli di essere stato con la moglie. Presto, lei deve ammettere d’aver frequentato quell’uomo, anche se per poco, fra il 2015 e il 2016, in un periodo in cui lei e il marito si erano separati in segreto. Brancaccia minaccia altre rivelazioni, ma non ci saranno né le rivelazioni né il processo: un accordo extragiudiziale sottrae la vicenda all’ulteriore morbosità. I Firth fanno sapere che è tutto a posto, stanno ancora insieme. Passano poi 17 mesi, e ora si scopre che, forse, di quella tempesta non restava solo l’eroico esempio di aplomb inglese dimostrato da Colin davanti all’email rivelatrice del rivale. Pare che gli avesse risposto: «Lei vuole farmi soffrire, ma a me spiace che soffra anche lei». La suocera aveva ragione: Colin era un gentleman. Difficile che ora si smentisca con dichiarazioni di segno diverso.