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Critiche alla ministra finlandese per il sondaggio su Instagram sulle donne dell’Isis

Scritto da Google News. Postato in Diritti delle donne

A pochi giorni dalla sua entrata in carica il governo finlandese di Sanna Marin tutto femminile affronta la sua prima tempesta. Tema del contendere, le donne e i diritti.

Ad aver acceso la miccia è la ministra per le Finanze Katri Kulmuni che giovedì ha pubblicato un sondaggio su Instagram chiedendo ai suoi follower fossero d’accordo o meno con il rientro nel Paese delle foreign fighters dell’Isis di nazionalità finlandese attualmente detenute nel nord della Siria o se fossero a favore del rientro solo dei bambini.

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Inevitabili sono arrivate le critiche. Innanzitutto il rimpatrio di cittadini accusati all’estero di terrorismo non è competenza del dicastero di Kulmuni ma di quello degli Esteri. Kulmuni, 32 anni, si è difesa dicendo di aver esposto la posizione del suo partito - sigla di centro - contrario al rientro delle donne affiliate all’Isis e di aver pubblicato il post per stimolare il dibattito pubblico anche in seguito ad una crescita dei sondaggi del partito nazionalista Finns Party secondo cui il rientro delle donne dell’Isis rappresenta una minaccia per la sicurezza. Tra le critiche più feroci quella di Andrew Stroehlin, direttore della divisione media di Human Rights Watch che ha commentato: «Davvero Finlandia? E’ terribile. Uno stato dovrebbe rispettare i diritti dei suoi cittadini in tutti i casi, non far dipendere decisioni che riguardano la vita o la morte di questi stessi cittadini da un referendum sui social». Inoltre da tenere presente come allo stato attuale siano le 11 donne e più di 30 i bambini finlandesi detenuti al campo di Al-Hol, sotto il controllo delle SDF siriane.

Kulmuni ha poi riconosciuto la gaffe e si è scusata per il sondaggio rimuovendo il post. Ma la faccenda ha messo in imbarazzo la nuova premier Sanna Marin tanto più perché Marin aveva annunciato maggiore attenzione ai contenuti postati in rete. Inoltre Marin, socialdemocratica, aveva già comunicato di aver dato al ministero degli Esteri Pekka Haavisto il via libera per il rimpatrio dei minori. Via però non percorribile in quanto - secondo Haavisto - le forze curde vi si oppongono in quanto contrarie a dividere i minori dalle madri.

15 dicembre 2019 (modifica il 15 dicembre 2019 | 10:44)

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