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L'orgoglio di Rama in un video: "Sono una sardina". E la coprono d'insulti razzisti

Scritto da Google News. Postato in Diritti delle donne

«Sardina abbronzata», «scimmia», «vaff… sulla Salaria che guadagni», «vai a battere che è l’unica cosa che sai fare». Rama Malik non si aspettava tanta violenza. In un video affidato a Facebook aveva spiegato i motivi della sua adesione al movimento delle sardine e criticato la politica di Matteo Salvini. Tanto è bastato per innescare una reazione immediata: una valanga online di insulti razzisti e sessisti. E non è andata tanto meglio a Nibras Asfa, che sul palco delle sardine a San Giovanni, addirittura c’è salita. Rama Malik è una giovane ragazza di Faenza, figlia di senegalesi, che oggi vive in Francia, dove si è laureata in Scienze politiche. In un video postato sul suo profilo il 9 dicembre scorso affermava: «Sono una sardina fuori sede. La Lega e Matteo Salvini hanno una grandissima responsabilità sul clima di odio attuale. Se prima una persona si vergognava di esternare il proprio disprezzo, il proprio odio, verso il diverso, oggi si sente quasi autorizzata a farlo. Perché quando l’intolleranza viene legittimata a livello istituzionale, queste sono le conseguenze». E l’intolleranza è arrivata puntualmente, a suon di insulti e minacce. «Lei è Rama Malik. È donna. È nera. È italiana. È laureata. E in più è una sardina. Possiede, insomma, quel mix perfetto in grado di portare alla salivazione immediata i moderni odiatori da tastiera – scrive su fb a sua difesa Cathy La Torre, avvocata, attivista per i diritti civili, cofondatrice della campagna “Odiare Ti Costa” – loro invece sono Lorenzo, Franco, Salvatore e Mario. Italiani anche loro. Dalla pelle bianchissima, ma dall'animo nero. "Scimmia", "sardina abbronzata", "vai a battere nel tuo Paese, è l'unica cosa che sai fare". Senza saper nulla di lei, della sua storia, del suo vissuto, della sua identità. Cara Rama, non arrenderti. Non arrendiamoci. Saranno proprio le persone come te, le donne come te, le italiane bellissime come te a salvare questo Paese».  Stesso trattamento via social riservato a Nibras Asfa, ragazza di origine palestinese, che ieri è salita a parlare sul palco delle sardine a Roma: «Sono Nibras, sono una donna, sono musulmana e sono figlia di palestinesi. A chi vuole riaprire pagine buie della storia dico non ci avrete mai, non ve lo permetteremo». Così ha scandito al microfono durante la manifestazione. Un discorso, il suo, che riecheggia quello di Giorgia Meloni del 19 ottobre, che infatti le ha risposto a stretto giro: «Quello che non mi è chiaro della simpatica ragazza è perché se tu sei fiera di essere islamica, io non posso esserlo di dirmi cristiana?». Di tutt’altro tenore, invece, le reazioni sui social contro Nibras: «Tornatene in islam», «Vai nel tuo paese a parlare su un palco vedrai ti tirano 4 sassi fatti bene», «torna al paesello e restaci», «via via, fora dalle ball». 

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Carlo VerdelliABBONATI A REPUBBLICA
Argomenti:
Rama Malik
di Faenza
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Protagonisti:
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