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“Con alcuni giornali meglio incartarci il pesce e i broccoletti!” » Marsala Live

Scritto da Google News. Postato in Diritti delle donne

Riceviamo e pubblichiamo

Io e la mia Sdraio ci sentiamo profondamente indignati per l’attacco contro la memoria dell’on. Nilde Iotti da parte dei due direttori (così loro dicono) di Libero e Il Giornale.

Non leggo i loro quotidiani che penso siano anche inadatti a scopi meno nobili (il pesce e i broccoletti si rifiuterebbero di essere avvolti nei fogli di questi giornali) ma non posso fare a meno di ascoltare le esternazioni di Senaldi e di Sallusti visto che sono ampiamente ospiti in tutte le trasmissioni possibili (ma quando lavoreranno???).

Nelle ultime settimane quindi ho colto alcune loro frasi in difesa del loro lavoro “di ricerca della verità” e “del loro coraggio” mentre definivano l’on. Nilde Iotti “brava a letto come tutte le romagnole”, “esuberante”, “capace di fare perdere la testa ad un uomo sposato e quindi sicuramente capace sessualmente”.

L’indecenza di tali affermazioni si commenta da sola ma vorrei condividere qualche mia osservazione:

• L’on. Iotti è stata un politico oltre che una donna, sarebbe il caso quindi di criticarla per le sue idee e non in quanto appartenente al mondo femminile

• I due “cosiddetti” giornalisti non si sono mai permessi di attuare una simile campagna sessista contro le onorevoli rappresentanti del centro destra pur avendo molto materiale a disposizione.

• Ultimo aspetto non da sottovalutare è che l’on. Nilde Iotti è morta nel 1999. Vantarsi di avere il coraggio “di raccontare la verità” attaccando una persona deceduta, sapendo di non potere essere oggetto di denuncia per diffamazione, è sinceramente ridicolo.

Un merito comunque devo riconoscerlo ai due “pennivendoli” Sullusti e Senaldi: avermi dato l’occasione di andare alla ricerca di informazioni sull’on. Nilde Iotti e sulla sua storia.

È vissuta durante il ventennio fascista. Il padre fu perseguitato dal regime per il suo impegno sindacale e nonostante le disagiate condizioni economiche riuscì a fare studiare la figlia. L’on. Iotti in alcune interviste dichiarò “Per anni indossai il cappotto rovesciato di mio padre”, ritornando con la memoria ai tempi della sua giovinezza, della povertà, dei tanti sacrifici compiuti dai genitori, che desideravano che lei studiasse per diventare “qualcuno”. Rimase orfana di padre ad appena 14 anni e grazie all’impegno della madre poté laurearsi. Si iscrisse al partito comunista quando l’Italia aderì alla Seconda Guerra Mondiale e iniziò ad essere una partigiana come porta-ordini, uno dei ruoli più significativi e pericolosi assunti dalle donne, durante la Resistenza, attraverso il quale i partigiani tessevano la fitta rete di intrecci politici, che portarono l’Italia alla liberazione dall’occupazione nazi-fascista. Il suo impegno fra i partigiani, le consentì poco più che ventenne di essere designata responsabile dei Gruppi di Difesa della Donna, struttura attivissima nella guerra di Liberazione.

Dopo il Referendum del 2 giugno 1946, grazie al quale per la prima volta le donne italiane esercitarono il diritto di voto e furono così “considerate, dal punto di vista politico, cittadine a pieno titolo” la ventiseienne Nilde Iotti fu mandata in Parlamento. Qui Nilde conobbe Palmiro Togliatti, capo carismatico del P.C.I., in un ascensore di Montecitorio. Da questo incontro seguì una relazione sentimentale, che seppe resistere a tutti gli attacchi, soprattutto all’interno del Partito, perché Togliatti era già coniugato con un figlio e all’epoca, aveva 53 anni.

Nilde, dapprima come semplice deputato, poi come membro dell’Assemblea Costituente diede prova di uno spiccato talento politico. Entrò a far parte anche della “Commissione dei 75”, alla quale fu assegnato il compito di redigere la bozza della Costituzione repubblicana, da sottoporre al voto dell’intera Assemblea. Si impegnò a favore dei diritti delle donne e le famiglie.

Per 53 anni rimase all’interno delle istituzioni repubblicane; fu promotrice della legge sul diritto di famiglia del 1975, della battaglia sul referendum per il divorzio (1974) e per la legge sull’aborto (1978).

Dal 1979 al 1992 (13 anni! Mai nessuno ha raggiunto questa meta) ricoprì la carica di Presidente della Camera, segnalandosi per grande capacità di equilibrio, di mediazione e di saggezza.

Nel 1993 ottenne la Presidenza della Commissione Parlamentare per le riforme istituzionali. Nel 1997 venne eletta Vicepresidente del Consiglio d’Europa. Si dimise da tutte le cariche parlamentari nel novembre del 1999 e morì poche settimane dopo.Questa è la storia di un grande politico e di una grande donna!

I due pseudo-direttori si sono concentrati sul nulla (il suo essere romagnola e avere avuto una storia con un uomo sposato) trascurando tutto il resto con il preciso intento di sminuire la persona e il politico. Il loro obiettivo, così come di tanti personaggi che ci impongono la loro presenza in ogni luogo, sembra essere lo stesso: non riconoscere i pregi degli altri, in particolare modo degli avversari, per sottolineare come in fondo c’è del marcio in tutti; quindi, secondo il loro subdolo teorema, non c’è differenza fra le persone e di conseguenza possiamo farci governare anche dai peggiori visto che non esistono i migliori.

In verità vi dico che la vicenda umana e politica di Nilde Iotti mi rassicura di una cosa: esistono buoni politici con belle storie di vita e di attivismo politico che si impegnano per i diritti di tutti.

Mi è dispiaciuto sentire di questi attacchi gratuiti e cattivi ma mi consolo sapendo che se la Iotti fosse ancora fra noi, i due gentiluomini esponenti della destra più becera e inaffidabile, neanche mettendosi in punta di piedi sull’Everest riuscirebbero a sfiorarle le scarpe.

Giusi Paladino

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