Rowling, su twitter è polemica sui transgender: il sesso può essere cambiato?
La creatrice di Harry Potter, la scrittrice J. K. Rowling, è scesa in campo nella polemica che da tempo oppone in Gran Bretagna le femministe ai sostenitori dei transessuali: e si è beccata un torrente di insulti sui social media, dove è stata accusata di essere «transfobica» e bollata con l’ormai famigerato epiteto di Terf (che sta per Femminista Radicale che Esclude i Trans).
Il licenziamento
È successo che la celebre autrice si è schierata in difesa di una ricercatrice che ha perso il posto di lavoro in un think tank per aver sostenuto che il sesso biologico è un dato oggettivo e che le donne transessuali non sono vere donne. Maya Forstater, una femminista convinta, si era rivolta al tribunale contro il suo licenziamento, ma se lo è visto confermare con la motivazione che le sue vedute erano «incompatibili con la dignità umana e con i diritti fondamentali degli altri». A questo punto è intervenuta la Rowling, che ha scritto su Twitter, dove ha 14 milioni di seguaci: «Vestitevi come vi pare, fatevi chiamare come vi pare, andate a letto con qualsiasi adulto consenziente: ma cacciare le donne dal loro posto di lavoro per aver affermato che il sesso è una cosa reale?».
Il dibattito
La querelle si inserisce nella spinosa polemica attorno alla proposta del governo britannico di autorizzare le persone a identificarsi come uomini o donne in base alla loro preferenza personale e indipendentemente dal sesso biologico o da qualsiasi certificazione medica: basterà dire di sentirsi donna (o uomo) per aver diritto a essere considerati tali in qualsiasi ambito. La proposta è sostenuta dai transessuali e dai loro difensori, i quali argomentano che il genere (maschile o femminile o non-binario) non dipende da alcun dato biologico: non è questione di pene o di vagina ma di cervello. Tuttavia la cosa ha scatenato la reazione delle femministe, che temono che gli spazi delle donne vengano invasi da uomini che si proclamano femmine: in pratica, potrebbe succedere che un uomo si presenti in una piscina o una palestra dichiarando di sentirsi donna e avere così accesso a spogliatoi e docce femminili. Per non parlare delle prigioni e dei dormitori. E infatti la Forstater ha affermato che la sentenza che l’ha condannata «abolisce i diritti delle donne» oltre che la libertà di opinione e di parola. Ma sia lei che la Rowling sono state crocefisse in nome dei diritti dei transessuali: perfino Amnesty International è intervenuta per dire che «i diritti trans sono diritti umani». La polemica continua.