Parlamento Ue riconosce i diritti delle famiglie gay: «Le leggi si adeguino»
la risoluzione di strasburgo
Milano, 9 giugno 2015 - 16:57
Il Parlamento europeo di Strasburgo per la prima volta (e in maniera esplicita) parla di famiglie gay, approvando a larga maggioranza un rapporto sull’uguaglianza di genere in Europa. «Il Parlamento - si legge nel testo della risoluzione - prende atto dell’evolversi della definizione di famiglia».
«Le leggi si adeguino»
Il Parlamento raccomanda che le norme in quell’ambito (compresi i risvolti in ambito lavorativo come congedi) tengano in considerazione fenomeni come le famiglie monoparentali e l’omogenitorialità per rendere più completo e comprensivo il diritto della famiglia e del lavoro, «visto che la composizione e la definizione di famiglia cambiano nel tempo». Si tratta di uno dei passaggi contenuti in una risoluzione non vincolante approvata martedì dall’Aula di Strasburgo, che chiede che la nuova strategia post-2015 dell’UE per la parità di genere sia dotata di obiettivi chiari, azioni concrete e un monitoraggio più efficace per progredire nella lotta alla discriminazione nel mercato del lavoro, nell’istruzione e nel processo decisionale. Il Parlamento europeo evidenzia, inoltre, che sono necessarie azioni specifiche per rafforzare i diritti delle donne disabili, migranti, appartenenti a minoranze etniche, delle donne Rom, delle donne anziane, delle madri single e dei Lgbti. La risoluzione è stata approvata con 341 voti favorevoli, 281 contrari e 81 astensioni.
Grillini: «Quella omosessuale è una famiglia come le altre»
Il primo commento alla notizia è di Franco Grillini, presidente di Gaynet Italia. «Come movimento lgbt andiamo dicendo da sempre che quella omosessuale è una famiglia come tutte le altre, con le stesse dinamiche e con gli stessi problemi. Ora a riconoscerlo solennemente è proprio l’Ue, che chiede anche che le norme in quell’ambito tengano in considerazione fenomeni come le famiglie monoparentali e l’omogenitorialita». Per Grillini «sotto il profilo culturale la svolta è enorme e fa piazza pulita del delirante “complotto gender” di cui parla a vanvera il Vaticano». E Fabrizio Marrazzo, portavoce di Gay Center: «Benissimo la decisione del Parlamento europeo di parlare per la prima volta di famiglie gay. Ne siamo felicissimi. Quella europea è una decisione che mette in crisi ancora una volta l’Italia, ultimissima nel non aver ancora legiferato»: «Una decisione, quella di Strasburgo - conclude Massaro - che ci dà un motivo in più per andare in piazza al Pride di sabato a Roma con lo slogan “Family Gay”. Visto che in Italia sono noti solo i Family Day omofobi».
9 giugno 2015 | 16:57
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