La lavoratrice rimossa dall’incarico al rientro dalla maternità dall’assessora Alessandra Clemente.
Il licenziamento di Simona Ascione, la lavoratrice-staffista che collaborava con l’assessora Alessandra Clemente, assessora al patrimonio e “all’immagine” della giunta di Luigi de Magistris, potrebbe determinare nei prossimi giorni, effetti devastanti sul piano politico. La vicenda(riportata da Stylo 24 lo scorso 30 dicembre) starebbe creando molto imbarazzo nell’ambiente politico arancione. Emergono altri fatti. Simona avrebbe subito gravissime vessazioni prima di essere licenziata. Licenziata al rientro dalla maternità. Addirittura, la staffista ha ricevuto la comunicazione riguardante la rimozione dell’incarico, mentre era in ospedale per curarsi da un’infezione. Una imbarazzante storia di violazioni dei diritti di una lavoratrice impegnata in una struttura pubblica e istituzionale. Violazioni delle normative contenute nel contratto collettivo nazionale di lavoro del settore degli enti locali che regolano le attività dei lavoratori staffisti. Violazioni attuate da una esponente di un governo cittadino guidato da un sindaco che si erge a “paladino dei diritti”. E non solo. L’assessora Clemente (soprannominata “lady selfie” nei corridoi di Palazzo San Giacomo per le decine di foto che pubblica sui social e la mania di protagonismo) addirittura, sarebbe candidata alla carica di sindaco di Napoli alle prossime elezioni comunali. L’assessora fino ad oggi non ha assunto una posizione ufficiale in merito al licenziamento di Simona. Comportamento alquanto omertoso sul piano politico. Sulla vicenda non si registrano prese di posizione da parte dell’assessora alle pari opportunità, Francesca Menna, dell’avvocatessa Elena Coccia consigliera comunale della sinistra(da anni si eleva come sostenitrice delle donne vessate) e delle altre donne consigliere della maggioranza arancione. L’unica donna consigliere intervenuta sulla vicenda è Marta Matano del Movimento 5 Stelle. “Questa amministrazione continua a dimostrarsi poco attenta alla politiche delle pari opportunità nonostante i proclami da paladini dei diritti a cui ci hanno abituati. Non mi sorprende affatto – afferma Matano – Hanno fatto la stessa cosa con 2 dipendenti donne delle Terme di Agnano, le hanno licenziate perché non hanno accettato il dimezzamento dello stipendio. Come se 1500 euro risparmiati potessero sanare il disastroso bilancio delle Terme di Agnano“. Il sindaco de Magistris, ovviamente, tace. Sul grave licenziamento di Simona Ascione è intervenuto il marito, Mauro Grimaldi con un post su Facebook: “È chiaro che l’ingiustizia subita da mia moglie, rientrata da poco dalla maternità dimostra una totale noncuranza verso i diritti delle donne, verso la famiglia, verso la meritocrazia o le oggettive capacità, mia moglie ha due lauree, un master e parla un perfetto inglese, ma a Napoli abbiamo decoratori di dolci e baristi nelle posizioni di vertice quindi forse conveniva un corso di taglio e cucito – scrive Grimaldi – Sono oltremodo deluso, e dovreste indignarvi tutti, da chi professa una difesa ad oltranza di tutti i più alti valori morali e civici come amore, pace, occupazione ed integrazione facendone spot elettorali ma che in questo frangente sono stati pesati, misurati e trovati assolutamente mancanti”. Parole durissime nei confronti dell’assessora Clemente e del sindaco Luigi de Magistris. Stando ai soliti bene informati, nei prossimi giorni emergeranno altri particolari sul licenziamento di Simona, episodi e fatti avvenuti prima della rimozione. Episodi e fatti vergognosi.
Ciro Crescentini