Le donne di tutto il mondo in piazza per i diritti, il 18 gennaio torna Women's March Global
Le donne di tutto il mondo pronte a mettersi in marcia. Il 18 gennaio è il giorno della Women's March Global 2020, milioni di donne in piazza in oltre trenta paesi. Per il quarto anno torna la protesta nata nel 2017 negli Usa, dopo l'elezione di Trump, e diventata ormai una ricorrenza. La marcia delle donne per i diritti, sarà questo il tema del 2020. Attraverserà il mondo, unirà per un giorno i paesi più lontani. «Un evento annuale che riunisce tutti coloro che sono impegnati nella lotta per l'uguaglianza, la giustizia e i diritti delle donne in tutto il mondo», si legge sulla pagina Facebook dell'evento. «Dopo tre anni, la Marcia delle donne si avvia nel suo quarto capitolo con un volto nuovo, rinnovata energia per affrontare il trumpismo e un piano da costruire con una comunità in crescita».
APPROFONDIMENTI
In vista delle elezioni Usa del 2020 le attiviste hanno intenzione di mettere al centro tre questioni: «La salute riproduttiva, i diritti e la giustizia, la questione del clima».
L'evento del 2020, «March for Our Human Rights», si concentrerà - spiegano le organizzatrici - «sul diritto di avere il controllo del proprio corpo, a cominciare dal diritto all'aborto. Solo nell'ultimo anno, i diritti sessuali e riproduttivi delle donne hanno subito un enorme arretramento in tutto il mondo». In una recente riunione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite, è emerso che negli stati membri dove le donne non hanno diritto ad abortire vivono 1,3 miliardi di persone. «Questi tentativi di sovvertire i diritti umani delle donne sono ciò che spinge Women March's Global e i loro membri locali a portare l'attenzione internazionale su questi temi urgenti. Le conseguenze dell'inazione sono profonde e possono mettere a repentaglio i significativi progressi delle donne nella loro spinta verso l'uguaglianza civile e sociale».
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A Washington la marcia sarà preceduta da una settimana di eventi più piccoli e discussione sui tre temi: diritti riproduttivi, immigrazione e cambiamenti climatici. Le tre rappresentanti ai vertici dell'organizzazioni, finite nelle polemiche tra l'altro con le accuse di antisemitismo, sono state sostituite da un gruppo di 16 donne. «Non possiamo semplicemente essere in modalità di risposta alle crisi», ha dichiarato Isa Noyola, copresidente di March's Women, al Washington Post. «Sì, il mondo è in fiamme. Sì, abbiamo un'amministrazione che ci attacca costantemente ... e questo è tutto spaventoso. Ma dobbiamo anche radicarci in questo momento e capire come stabilire connessioni e crescere in modo sostenibile per la lotta più grande».
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