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Beyoncé: una regina e la sua eleganza

Scritto da Google News. Postato in Diritti delle donne

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La chiamano Queen Bee. L’ape regina. Potrebbe sembrare uno delle classiche esagerazioni del mondo del music biz, avido e desideroso di creare regni e imperatori più per il gusto di detronizzarli che per quello di vederli trionfare, ma, questa volta, non lo è. La chiamano Queen Bee, soprannome carino che gioca sul suo nome, Beyoncé e su quello che è davvero attualmente: la regina del mainstream discografico. Ci mettiamo subito al riparo dall’accusa di esagerata enfasi narrativa: i numeri parlano chiaro. E sono numeri che risalgono indietro nel tempo e distante nello spazio e ci portano fino al 1986, in un piccola appartamento di Huston dove tutto, davvero tutto, è iniziato. Perché è lì che, per la prima volta, Beyoncé ha iniziato a cantare.

Il suo pubblico: mamma e papà. La sua ispirazione: Michael Jackson. Lei, Beyoncé, ragazzina timida, schiva, introversa, praticamente senza amici (come rivela la sorella Solange) ma dotata di uno straordinario talento vocale e della necessaria determinazione per trasformare la musica in vita.

“Ringrazio i giurati che mi hanno votata, mia mamma e mio papà e tutta Huston” questo è il discorso di ringraziamento, fatto a cinque anni, dopo aver vinto il suo primo premio canoro tra la completa sorpresa dei suoi genitori. Una sorpresa non legata alla vittoria ma a proprio a quella bambina: con il microfono in mano la timidissima Beyoncé era completamente scomparsa lasciando emergere qualcosa di completamente diverso. Di totalmente nuovo. Il racconto che ci porta da quel primo premio canoro per giovani voci, ai 16 Grammy Awards conquistati  tra il 2000 e il 2010 (per non parlare di tutti gli altri riconoscimenti che necessitano di un’apposita pagina Wiki per essere elencati) è lungo e complicato e passa attraverso la profonda amicizia con Kelly Rowland, la nascita delle Girls Time e l’epifania della fondazione delle Destiny’s Child.

E poi la carriera solista iniziata nel 2002, il paragone con Diana Ross (prima fatto dal critico Carson Bailey e poi divenuto realtà per il grande schermo con il film Dream Girls del 2010 dove Beyoncé interpretava proprio la Ross), il matrimonio con Jay Z e la nascita di Blue Ivy fino ad arrivare agli appuntamenti storici come l’esibizione per la vittoria alla Presidenziali di Obama e l’halftime del Super Bowl.

Un percorso di successi, professionali e personali, che non ha mancato, come tutte le storie in grado di rimanere, di essere costellato di momenti difficili come l’abbandono nel 1999, avvenuto tramite battaglia legale, di due delle originarie Destiny’s, LaTavia Roberson e LeToya Luckett (già parte delle Girls Time e carissime amiche di Beyoncé) oppure le voci che volevano una profonda crisi (e l’imminente divorzio) con il marito Jay Z. Tutte cose a cui però Beyoncé ha saputo reagire nel miglior modo possibile: con la musica. Ogni schiaffo (morale) una hit indimenticabile, ogni dolore un singolo di successo come nel caso di Survivor, scritta dopo che uno speaker radiofonico, in occasione dell’abbandono di  Farrah Franklin, aveva paragonato con acida ironia le Destiny’s Child al reality show Survivors.

E poi ancora l’impegno per i diritti delle donne, la creazione della realtà unica nel suo genere di Chime For Change e il coraggio di pronunciare l’aggettivo “femminista” che tanto fa tremare le star dello showbiz e che Beyoncé sente come perfetto per sé stessa. Oggi Beyoncé compie 34 anni, noi vogliamo celebrarne i successi e la carriera raccontando la sua evoluzione di stile, dai tempi delle Destiny’s fino agli ultimi MET Gala. Tanti auguri Queen Bee.

di Simone Tempia

Pubblicato: 04 settembre 2015 - 06:30

 

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