Festival di Toronto, Michael Moore Vs USA: "Impariamo dall'Europa" - IntelligoNews
E' questo “Where to Invade Next” di MichaelMoore presentato al FestivaldiToronto. La sua ultima opera tratta quelli che sono i problemi della società americana e la quale pellicola verrà distribuita nelle sale cinematografiche statunitensi proprio il prossimo mese di ottobre.
Il regista ha dichiarato “Viviamo da decenni in una sorta di bisogno costante di avere un nemico, c’è bisogno di individuare quale sarà il prossimo nemico, in modo da mantenere e alimentare il grande sistema e business dell’industria bellica, garantendo gli affari di chi fa soldi con questo business”.
Un regista poliedrico ed eclettico che è anche scrittore e autore per il piccolo schermo americano , artista di talento e vincente dell’Oscar al miglior documentario con Bowling a Columbine e della Palma d’oro al Festival di Cannes con Fahrenheit 9/11.
"Volevo girare un film dalla parte delle persone - ha spiegato Moore - invadiamo i territori che non conosciamo e crediamo che i nostri sistemi di valori siano più efficienti degli altri. Non è così. La ragione per cui nascono certe guerre è proprio la disinformazione, il non aver mai parlato con la gente. In pochi sanno, ad esempio, che in Islanda le donne hanno raggiunto la vera parità nella vita pubblica, sul lavoro, negli affari. Sono molto più avanti di noi. Questo per dire che le rivoluzioni accadono in brevissimo tempo e sta ai media e ai politici intercettarle, raccontarle agli altri paesi per infondere ottimismo".
"Quest'ultimo film io lo chiamo Mike's Happy Movie, -ha continuato il regista- perché mi sono stancato di sbirciare solo tra i problemi degli Stati Uniti. E' tempo di dare soluzioni, dall'educazione alle infrastrutture. Dopo aver incontrato politici, leader e lavoratori per il mio ultimo progetto, sento che un reale cambiamento è in atto. Non solo nell'America che ha appena attraversato Occupy Wall Street, Ferguson, le proteste per la morte di Michael Brown. Ma ovunque. Siamo pronti a guardare anche ai progressi e alle conquiste di altre terre, dalle scuole in Slovenia ai diritti delle donne in Tunisia. Il cinema non serve? Credo che i discorsi sulla parità tenuti da Patricia Arquette durante la notte degli Oscar e da Meryl Streep abbiano dato una scossa al Congresso. Quindi, avanti tutta col cinema".