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Film Suffragette, chi erano le attiviste per i diritti delle donne

Scritto da Google News. Postato in Diritti delle donne

A Londra è stato presentato il film dedicato al movimento femminista. Ecco chi erano le attiviste per i diritti delle donne interpretate da Meryl Streep, Helena Bonham Carter e Anne-Marie Duff.

imageAlla prima del film Suffragette, che ha aperto il London Film Festival, le attiviste del gruppo femminista inglese Sisters Uncut hanno superato le transenne e si sono stese sul red carpet per ricordare che «la lotta non è ancora finita». Nel lungometraggio scritto da Abi Morgan e diretto da Sarah Gavron le battaglie delle prime militanti del movimento per i diritti delle donne, Emmaline Pankhurst, Emily Davison e Edith New tornano in vita grazie alle interpretazioni di Meryl Streep, Helena Bonham Carter e Anne-Marie Duff. L’ex compagna di Tim Burton ha commentato positivamente il gesto dimostrativo, dichiarandosi soddisfatta che «il film abbia fatto qualcosa».

imageEMMALINE PANKHURST – MERYL STREEPEmmaline Goulden Pankhurst nacque a Manchester nel 1858 da una famiglia dell’alta borghesia e frequentò la celebre Ecole Normale di Neuilly. Nel 1878 conobbe l’uomo che l’anno dopo avrebbe sposato: Richard Marsden Pankhurst, avvocato. All’epoca del loro primo incontro lei aveva 20, lui 44. L’evento che condizionò la sua vita accade quando aveva 7 anni. Mentre i genitori le auguravano la buonanotte, il padre, credendo che si fosse già addormentata, si lasciò sfuggire questa considerazione: «Se solo fossi un maschio». Emmaline capì sin da bambina che nella società essere una donna significava trovarsi in una posizione di svantaggio. Così decide si dedicare la sua vita ai diritti femminili. Con il marito si impegnò nella battaglia politica per l’ottenimento dell’uguaglianza dei diritti e fondò prima La lega per il diritto delle donne, che nel 1894 permise alle maggiorenni di votare alle elezioni locali, poi nel 1903 L’unione sociale e politica delle donne che aveva l’obiettivo di garantire il suffragio universale. Data la violenza espressa dalle suffragette nelle loro manifestazioni, all’epoca il movimento venne visto in maniera negativa. Solo nel 1918 Emmeline vide realizzarsi il suo sogno: venne riconosciuto alle donne il diritto di votare alla Camera dei Comuni.

imageEMILY DAVISON – HELENA BONHAM CARTERNata nel 1878 a Londra da una famiglia numerosa, Emily Davison dimostrò sin da piccola le sue doti per lo studio. Riuscì grazie al lavoro di insegnate e istitutrice ad arrivare fino al St Hugh College di Oxford dove ottenne il massimo dei voti (ma non la laurea che all’epoca non veniva ancora conferita alle donne). Nel 1906 si iscrisse al movimento delle suffragette di Emmeline Punkhurst. Fu incarcerata più volte per le sue manifestazioni violente. Durante il censimento del 1911 Emily si nascose dentro la Camera dei Comuni per poter dire che la sua residenza era la sede del governo inglese. Nel 1913 mise una bomba nella casa del Cancelliere dello scacchiere Lloyd George, senza però causare morti. Emily Davison però è passata alla storia soprattutto per la sua morte. Mentre cercava di infilare una bandiera del movimento femminista al cavallo del re Giorgio V, fu travolta dall’animale in corsa e morì quattro giorni dopo in ospedale a causa delle ferite riportate. Secondo i detrattori Emily avrebbe cercato di trovare il martirio nell’impresa, ma secondo le ricostruzioni più recenti in realtà fu un gesto dimostrativo finito tragicamente.

imageEDITH NEW – ANNE-MARIE DUFFNata a Swindon nel 1877, Edith Bessie New era figlia di un’educatrice di musica e di un impiegato delle ferrovie. Agli inizi del ’900 abbandonò la carriera di insegnante per dedicarsi al movimento femminista. Nel 1908 si incatenò di fronte alla casa del Primo Ministro in Downing Street urlando «Diritto di voto alle donne» mentre altre suffragette cercavano di entrare dentro al palazzo. Per questo fu arrestata e le sue azioni furono duramente condannate. Solo Emmaline Punkhurst andò a trovarla in carcere ed espresse il suo sostegno alle azioni di vandalismo. In riconoscimento del suo impegno per la causa ricevette una medaglia da parte dell’Unione sociale e politica delle donne. 

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