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Il consiglio anti-stupro della sindaca di Colonia è roba da Medioevo | Laura Eduati

Scritto da Google News. Postato in Diritti delle donne

A volte succede. Quando accadono episodi bestiali come le molestie sessuali di massa a Colonia nella notte di Capodanno, la tentazione di rispondere con misure medievali è molto forte.

Eppure sorprende che a cadere in questa tentazione sia la sindaca di Colonia, Henriette Reker, avvocata e donna certamente di aperte vedute. Probabilmente scossa per quanto accaduto nella sua città, Reker ha annunciato un codice anti-stupro per le donne che verrà messo online sul sito del Comune: "E' importante prevenire questo tipo di incidenti", ha detto.

Tra i consigli che andranno a formare il "codice di condotta" c'è anche quello di tenersi lontane dagli sconosciuti "a una distanza equivalente a un braccio", oltre a rimanere vicine al proprio gruppo di amici, chiedere aiuto ai passanti se necessario e denunciare alla polizia qualsiasi tipo di molestia sessuale.

Sembrano suggerimenti di buon senso, in realtà potrebbero essere stati pensati a Raqqa, oppure a Teheran. Perché invece di stigmatizzare gli uomini che hanno commesso questi atti di molestia, in gruppo come le fiere, la sindaca preferisce focalizzare la propria attenzione sulle probabili vittime di queste aggressioni, e cioè le donne, dando a loro il compito di prevenire in parte le possibili violenze. Fortunatamente la Reker non suggerisce alle ragazze di evitare le minigonne, ma poco ci manca.

Henriette Reker è appena stata eletta, e proprio alla vigilia della sua vittoria è stata vittima di una aggressione xenofoba poiché appoggia l'accoglienza e l'integrazione dei rifugiati. Probabilmente per evitare pericolose sovrapposizioni tra gli stupratori di Capodanno e i profughi, ha deciso di eliminare dal discorso gli autori delle violenze sessuali.

Ma in questo modo ha compiuto un errore culturale madornale, solitamente attribuito alle persone meno civilizzate e meno avanzate in materia di diritti delle donne: l'errore è quello di pensare che deve essere prima di tutto la donna a evitare qualsiasi atteggiamento o comportamento che potrebbe metterla nel pericolo di subìre una molestia.

Questo tipo di atteggiamento culturale sta alla base del burqa e delle limitazioni che in molti paesi di cultura musulmana sono la normalità per le donne: perché l'uomo è considerato incapace di trattenere gli impulsi, esattamente come è accaduto nella notte di Capodanno a Colonia, e dunque deve essere la controparte femminile a prendere sensati e razionali provvedimenti.

Purtroppo è un sostrato culturale ben presente anche in Occidente, e lo dimostrano le accuse "di popolo" che a volte vengono rivolte alle donne stuprate, prese poco seriamente o comunque accusate di una certa complicità con i carnefici.

La sindaca Reker forse pensa che stare lontane dagli sconosciuti - bianchi, arabi o neri che siano - faciliterà le cose. Forse pensa che negli autobus all'ora di punta ci saranno meno mani morte e meno abusi sessuali perché le ragazze saranno più accorte - oh, come non averci pensato prima! Forse spera che nessun potenziale stupratore si avvicinerà, se vedrà la reticenza e l'accortezza della vittima. Non stupisce che in Germania il "consiglio" sia subissato di critiche e venga già ridicolizzato ovunque.

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