Giornata della legalità, i messaggi delle istituzioni
“La mafia si combatte ogni giorno, ricordare e’ fondamentale per rafforzare la nostra azione quotidiana di contrasto ad ogni forma di illegalita’”. Cosi’ il presidente della Regione Molise, Donato Toma, ricordando l’attentato di Capaci (Palermo) nel quale il 23 maggio 1992 furono uccisi Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e i tre uomini della scorta, Antonino Montinaro, Rocco Dicillo e Vito Schifani. Dal Governatore anche l’invito a tutti i molisani a partecipare al flash mob osservando alle 17.57, ora della strage, un minuto di silenzio in ricordo anche di Paolo Borsellino e di tutte le vittime della mafia.“La legalita’ rappresenta il valore fondante di qualsiasi societa’ che voglia definirsi civile. In un mondo ideale, costituisce il faro che guida l’agire di ogni popolo, che indirizza la correttezza del suo operare. Dal rispetto della legalita’ discende, infatti, la possibilita’ di garantire a ciascuno il godimento dei propri diritti”. Con queste parole la Garante regionale dei Diritti della Persona, Leontina Lanciano, pone l’accento sull’importanza della Giornata della Legalita’, in ricordo dell’attentato di Capaci (Palermo) e di quello di via D’Amelio. “Nonostante il clima particolare che stiamo vivendo, in cui al centro dell’attenzione ci sono la sanita’ e la pandemia – afferma – la ricorrenza odierna non puo’ passare sotto silenzio. Non si puo’ smettere, mai, di parlare di mafie. Mantenere sempre i fari puntati su un fenomeno che divora il tessuto sociale, minaccia il ruolo delle istituzioni ed e’ costato la vita a tanti uomini e donne che si sono sacrificati in nome della giustizia, e’ un dovere. Un dovere civico, ma ancor di piu’ un dovere morale”.In occasione della Giornata della Legalità, il Presidente del Consiglio regionale, Salvatore Micone, ha dichiarato: “Oggi ciascuno di noi – che profonde impegno nelle Istituzioni, nel mondo della cultura, nel tessuto socio-economico, nel contesto dell’informazione pubblica, nella vita civile e religiosa- proprio nel giorno in cui 28 anni fa la criminalità organizzata uccideva barbaramente e pavidamente Giovanni Falcone, sua moglie e gli agenti della scorta a Capaci, siamo chiamati a rispondere all’appello che fu di un suo grande amico e collega, Paolo Borsellino: “Parlate della mafia. Parlatene alla radio, in televisione, sui giornali. Però parlatene”. Parliamone dunque, ma non come di una cosa astratta, lontana da noi, o peggio ancora mitica; ma come sosteneva lo stesso Falcone, di un “fenomeno umano, che come tutti i fenomeni umani ha un inizio e una fine”. Ed è proprio quello che il parlare di questa atavica piaga della nostra società, può fare: formare un’opinione pubblica che sia non solo impermeabile a questi fenomeni malavitosi, ma ostile e profondamente inospitale tanto da rigettarli. Solo in tal modo si fortificherà il cammino che porterà alla fine di questo deprecabile fenomeno umano, sottoprodotto di una non civiltà. In questi ultimi giorni anche il Molise ha preso, atto ancora una volta, che i tentacoli della mafia si sono insidiati nella calma e nella tranquillità dei nostri piccoli borghi. Un virus, anch’esso, forte come e più del Covid 19, che minaccia la salute pubblica. Le Istituzioni hanno dimostrato di volerlo, ancora una volta, combattere con i mezzi investigativi e con gli strumenti dello stato di diritto. Nel parlare di questi pericoli dobbiamo fortificare gli anticorpi civili, culturali e morali per fare in modo che questo “virus” non attecchisca nel nostro organismo e, ove si fossero malauguratamente riscontrati principi di infezione, esso sia rigettato e debellato senza se e senza ma da tutti e da ciascuno. Il Consiglio regionale è in prima linea in questa battaglia. Tra le varie iniziative poste in essere in questa legislatura, l’Assemblea reginale si è dotata di una Commissione speciale per lo studio dei pericoli di infiltrazione malavitosa. Organismo presieduto dal collega Nola e partecipato da tutti i Gruppi consiliari di ogni schieramento politico a testimonianza che l’azione contro le mafie non ha colori partitici o differenziazioni ideologiche. Come cittadino, come servitore della Repubblica quale componente delle Forze dell’ordine, e come rappresentante di un’Assemblea legislativa di rango costituzionale, sono persuaso che il modo migliore per onorare tutti coloro i quali, magistrati, agenti delle forze dell’ordine, imprenditori e cittadini, hanno perso la vita negli anni per la lotta alle mafie, sia quello di non abbassare la guardia, di non sottovalutare i fenomeni e combatterli con la forza della legalità e con la convinzione di compiere un atto di giustizia e di civiltà per noi, per la nostra storia e per i nostri figli. Grazie dunque a nome dell’intero Consiglio regionale ai servitori dello Stato, a tutti gli imprenditori e agli onesti e miti cittadini di questa nostra terra che quotidianamente trovano il coraggio per tenere, a sprezzo del pericolo per se e per le loro famiglie, alta la fronte contro la prepotenza, l’arroganza e la barbarie delle donne e degli uomini di mafia”.