28 anni fa la strage di Capaci, i messaggi istituzionali per la Giornata della Legalità
“Oggi ciascuno di noi – che profonde impegno nelle Istituzioni, nel mondo della cultura, nel tessuto socio-economico, nel contesto dell’informazione pubblica, nella vita civile e religiosa- proprio nel giorno in cui 28 anni fa la criminalità organizzata uccideva barbaramente e pavidamente Giovanni Falcone, sua moglie e gli agenti della scorta a Capaci, siamo chiamati a rispondere all’appello che fu di un suo grande amico e collega, Paolo Borsellino: “Parlate della mafia. Parlatene alla radio, in televisione, sui giornali. Però parlatene”. Parliamone dunque, ma non come di una cosa astratta, lontana da noi, o peggio ancora mitica; ma come sosteneva lo stesso Falcone, di un “fenomeno umano, che come tutti i fenomeni umani ha un inizio e una fine”.
Ed è proprio quello che il parlare di questa atavica piaga della nostra società, può fare: formare un’opinione pubblica che sia non solo impermeabile a questi fenomeni malavitosi, ma ostile e profondamente inospitale tanto da rigettarli. Solo in tal modo si fortificherà il cammino che porterà alla fine di questo deprecabile fenomeno umano, sottoprodotto di una non civiltà.
In questi ultimi giorni anche il Molise ha preso, atto ancora una volta, che i tentacoli della mafia si sono insidiati nella calma e nella tranquillità dei nostri piccoli borghi. Un virus, anch’esso, forte come e più del Covid 19, che minaccia la salute pubblica. Le Istituzioni hanno dimostrato di volerlo, ancora una volta, combattere con i mezzi investigativi e con gli strumenti dello stato di diritto.
Nel parlare di questi pericoli dobbiamo fortificare gli anticorpi civili, culturali e morali per fare in modo che questo “virus” non attecchisca nel nostro organismo e, ove si fossero malauguratamente riscontrati principi di infezione, esso sia rigettato e debellato senza se e senza ma da tutti e da ciascuno.
Il Consiglio regionale è in prima linea in questa battaglia. Tra le varie iniziative poste in essere in questa legislatura, l’Assemblea regionale si è dotata di una Commissione speciale per lo studio dei pericoli diinfiltrazione malavitosa. Organismo presieduto dal collega Nola e partecipato da tutti i Gruppi consiliari di ogni schieramento politico a testimonianza che l’azione contro le mafie non ha colori partitici o differenziazioni ideologiche.
Come cittadino, come servitore della Repubblica quale componente delle Forze dell’ordine, e come rappresentante di un’Assemblea legislativa di rango costituzionale, sono persuaso che il modo migliore per onorare tutti coloro i quali, magistrati, agenti delle forze dell’ordine, imprenditori e cittadini, hanno perso la vita negli anni per la lotta alle mafie, sia quello di non abbassare la guardia, di non sottovalutare i fenomeni e combatterli con la forza della legalità e con la convinzione di compiere un atto di giustizia e di civiltà per noi, per la nostra storia e per i nostri figli. Grazie dunque a nome dell’intero Consiglio regionale ai servitori dello Stato, a tutti gli imprenditori e agli onesti e miti cittadini di questa nostra terra che quotidianamente trovano il coraggio per tenere, a sprezzo del pericolo per se e per le loro famiglie, alta lafronte contro la prepotenza, l’arroganza e la barbarie delle donne e degli uomini di mafia”.
Salvatore Micone, Presidente del Consiglio regionale del Molise
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“Oggi, 23 maggio, è l’anniversario della strage di Capaci in cui persero la vita Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo e gli uomini della scorta. E’ una data simbolo nella lotta contro tutte le mafie, tant’è che in tale giorno si celebra la ‘Giornata nazionale della legalità’, una ricorrenza che, nonostante l’emergenza sanitaria, non può passare sotto silenzio.
Quest’anno, su proposta di Maria Falcone, presidente della Fondazione intitolata a suo fratello Giovanni, e su iniziativa di Antonio Decaro, presidente dell’Anci, si è deciso di dedicare la giornata della legalità a tutti coloro che in negli ultimi mesi si sono prodigati, con abnegazione e grande senso del dovere, nella difficile gestione della pandemia da Covid-19.Pertanto, oggi, tutti i Sindaci italiani che aderiranno all’iniziativa, fra cui il sindaco di Isernia Giacomo d’Apollonio, esporranno un lenzuolo bianco dal palazzo comunale e alle 17.57, ora della strage di Capaci, indossando la fascia tricolore osserveranno un minuto di silenzio.
Il collegamento ideale tra il sacrificio delle donne e degli uomini che per servire lo Stato hanno perso la vita per mano mafiosa con il coraggio e l’impegno dei tantissimi operatori della sanità, dei volontari, delle forze di Polizia statali e locali e di tutti coloro che sono stati in prima linea sia nel soccorso sia nelle azioni di contrasto e di contenimento del virus, è il modo migliore per far rivivere l’eredità morale e il messaggio di speranza che ci ha lasciato Giovanni Falcone”.
Giacomo d’Apollonio, sindaco di Isernia
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La mafia, 28 anni fa, a Capaci, uccideva Giovanni Falcone, la moglie, Francesca Morvillo, e tre uomini della scorta, Antonio Montinaro, Rocco Dicillo e Vito Schifani. Ricordare è fondamentale per rafforzare la nostra azione quotidiana di contrasto alla mafia e a ogni forma di illegalità.
Oggi, alle 17:57, su proposta di Maria Falcone, sorella dell’eroe magistrato, ci sarà un flash mob in tutt’Italia, un minuto di silenzio per ricordare Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e tutte le vittime della mafia, ma anche per dedicare la Giornata a quanti si sono impegnati, e continuano a farlo, nella gestione dell’emergenza sanitaria. La Regione Molise aderisce all’iniziativa. Partecipiamo tutti.
Donato Toma – Presidente della Regione Molise
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I simboli assumono una potenza tale da mettere radici anche nelle pieghe più drammatiche della storia e proprio della storia sanno diventare il nocciolo, il senso, il significato più duraturo.
La Giornata per la Legalità che ricorre quest’oggi, prende spunto proprio da una data che ci consegnò, in un colpo solo, ben ventotto anni fa, uno smarrimento indiscutibile che pervase tutta la società italiana alla notizia dell’esplosione di quel tratto di autostrada a Capaci, lì dove vennero uccisi il magistrato Giovanni Falcone con Francesca Morvillo e la loro scorta.
Quel giorno si aprì una voragine che ha rischiato di inghiottire le speranze di giustizia di un intero popolo. La mafia attaccò un simbolo dello Stato e rinnovò questo attacco qualche mese dopo, il 19 luglio, quando a perdere la vita a Palermo, in via D’Amelio sotto casa della propria madre, fu Paolo Borsellino con gli uomini della sua scorta.
Tutta la forza militare dell’organizzazione mafiosa siciliana venne convogliata in un attacco frontale al sistema di legalità nazionale che questi uomini con le loro scorte e i loro familiari rappresentavano.
Ogni 23 maggio, nel ricordare gli eventi di quei giorni e di quel terribile 1992, riannodiamo la coscienza civile della nostra nazione ai valori della giustizia e della legalità che uno Stato moderno e democratico deve difendere, vigilando con le sue istituzioni sui territori e dimostrando, con azioni concrete, quanto sia sentito e sempre attuale l’impegno da dedicare al contrasto sistematico verso ogni forma di criminalità.
Se Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo, Paolo Borsellino e gli uomini e le donne della loro scorta sono diventati simboli di una lotta da parte dello Stato alla criminalità, che non ammette pause o fraintendimenti, il ricordo del loro sacrificio come di quello di tutte le vittime delle mafie, deve produrre un’attenzione costante alla costruzione quotidiana di una cultura della legalità da propagare in tutti gli ambiti civili.
Non esiste zona franca, non c’è un settore che può sentirsi immune da tentativi di infiltrazioni criminali, la guardia va tenuta alta in ogni città e in ogni regione, ma soprattutto è l’argine democratico e costituzionale quello che deve funzionare da deterrente alle mire malavitose di organizzazioni che hanno modificato la loro immagine e ampliato le loro sfere d’interesse, travestendosi, ma restando illegali e criminali.
Impegniamoci tutti per dare voce alla legalità, alla solidarietà civile e alla forza dell’onesta che quei simboli che oggi ricordiamo, con il loro esempio di vita, rappresentano
Roberto Gravina – sindaco di Campobasso
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“La legalità rappresenta il valore fondante di qualsiasi società che voglia definirsi civile. In un mondo ideale, essa costituisce il faro che guida l’agire di ogni popolo, che indirizza la correttezza del suo operare. Dal rispetto della legalità discende, infatti, la possibilità di garantire a ciascuno il godimento dei propri diritti”.
Con queste parole la Garante regionale dei Diritti della Persona, Leontina Lanciano, pone l’accento sull’importanza della Giornata della Legalità, che cade ogni anno il 23 maggio in ricordo dell’attentato di Capaci – che costò la vita al magistrato Giovanni Falcone, a sua moglie Francesca Morvillo e agli agenti della scorta Antonio Montinaro, Rocco Dicillo, e Vito Schifani – e di quello successivo di via D’Amelio – in cui furono assassinati il giudice Paolo Borsellino e la sua scorta, composta da Emanuela Loi, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina.
“Nonostante il clima particolare che stiamo vivendo, in cui al centro dell’attenzione ci sono la sanità e la pandemia – afferma la dottoressa Lanciano – la ricorrenza odierna non può passare sotto silenzio. Non si può smettere, mai, di parlare di mafie. Mantenere sempre i fari puntati su un fenomeno che divora il tessuto sociale, minaccia il ruolo delle istituzioni ed è costato la vita a tanti uomini e a tante donne che si sono sacrificati in nome della giustizia, è un dovere. Un dovere civico, ma ancor di più un dovere morale”.
Ed è proprio il valore del sacrificio, dell’abnegazione, a fare da vessillo alle celebrazioni del 2020: su iniziativa di Maria Falcone, presidente della Fondazione intitolata al fratello Giovanni, e di Antonio Decaro, presidente dell’Anci, quest’anno la Giornata della Legalità sarà dedicata agli ‘eroi di tutti i giorni’: persone che durante l’emergenza hanno lavorato per il bene della collettività. Ovvero personale medico e sanitario, esponenti delle Forze dell’ordine e della Protezione civile, farmacisti, militari, insegnanti, commercianti, rider e dipendenti dei supermercati.
“Avere il coraggio di essere al servizio della collettività – afferma la Garante – è il messaggio che, oggi, dobbiamo trasmettere. In particolare alle giovani generazioni. Solo portando avanti l’impegno di chi è stato disposto ad immolarsi per gli altri in nome della legalità, faremo in modo che quel sacrificio non sia stato vano. Ciò affinché il lascito di Falcone, di Borsellino e delle altre vittime della mafia non vada perduto, ma trovi terreno fertile per continuare a germogliare”.
Leontina Lanciano – Garante Regionale dei Diritti della Persona
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“Caro Giovanni, il tempo passa, passa eccome; Il tuo lavoro iniziato nei primi mesi del 1990 lavorando assiduamente a una strategia complessiva per combattere la mafia e le sue ramificazioni nella società, nella politica, nell’imprenditoria, sono ancora oggi un punto di riferimento per tutti i magistrati che ogni giorno si spendono nel ricordo del tuo agire in nome dello Stato.
“Il tempo passa, è vero…. 28 lunghissimi anni nei quali ci sei mancato tantissimo come uomo, come amico, come rappresentante dello Stato; molte volte ci siamo sentiti persi senza di te. Una cosa però, ha sconfitto i 500kg di tritolo che usarono per uccidere te, Francesca, Vito, Rocco, Antonio: brilla negli occhi delle migliaia di cittadini, soprattutto giovani, che oggi ti ricordano, che hanno appreso da te cosa significhi credere nella legalità, impegnarsi per essa sempre e comunque, anche quando tutto sembra impossibile. Molti non erano neanche nati nel 1992, eppure sanno di Giovanni Falcone; sono loro gli uomini e le donne sulle quali camminano ogni giorno le tue idee.
La strada per sconfiggere la mafia in tutte le sue forme è ancora tanto tortuosa, ma la speranza e la certezza di vedere trionfare la legalità alberga nei cuori di noi tutti, giovani ed anziani che credono in un mondo migliore, di giustizia e di lealtà.
Il lungo elenco di vittime, che nel corso dei decenni, hanno inondato i nostri cuori di tristezza e di terrore, ora hanno un sapore diverso, rappresentano quella voglia assoluta di combattere per vincere il crimine e le ingiustizie, loro sono caduti perchè non allineati alle ingiustizie e a quel sistema che purtroppo molte volte è il vero mandante degli omicidi, che spesso hanno coinvolto anche i familiari delle vittime, onesti lavoratori e uomini dello Stato.
Oggi ti ricordiamo in maniera ugualmente intensa, come se fosse il primo momento dalla tua tragica scomparsa, lanciando quel messaggio di “legalità” alle nuove generazioni, ai tanti giovani che hai incontrato nelle scuole e a cui hai sempre detto:
“Credo che ognuno di noi debba essere giudicato per ciò che ha fatto. Contano le azioni non le parole. Se dovessimo dar credito ai discorsi, saremmo tutti bravi e irreprensibili.”
Il tuo lavoro di lotta alla mafia e alla criminalità organizzata oggi prosegue grazie ai tuoi colleghi Magistrati e alle forze dell’ordine che mettono a repentaglio la loro vita e quella dei familiari, pur di assicurare alla Giustizia coloro che vivono nell’illegalità e che privano i liberi cittadini del diritto di vivere senza paure e angosce.
Caro Giovanni, il tempo passa, passa eccome ma il tuo ricordo è sempre nelle nostre menti nel segno della “giustizia e del coraggio”.
Michele Falcione – Presidente Associazione Talenti e Artisti Molisani