"Diritti delle donne, un progresso vero dell'Occidente"
"Quello che caratterizza davvero l'Occidente e la sua cultura è la libertà conquistata dalle donne, un fondamento della nostra esistenza di cittadini che vivono in democrazia, e un progresso vero in mezzo a tanti passi avanti e tanti altri indietro fatti dalla Storia". Lo ha detto il presidente Enrico Rossi incontrando i giornalisti nella giornata dedicata alla Festa della donna.
Il numero più incoraggiante è invece quello delle 95mila imprese capitanate da donne nella regione nel 2015. E' un po' meno di un'impresa su quattro e dunque l'equilibrio è ancora lontano dall'essere raggiunto. Dall'imprenditoria alla politica, in un anno - il 2016 - in cui si festeggiano anche i settanta anni dal diritto di voto conquistato dalla donne in Italia nel 1946 e dalla conquista, naturalmente, di essere parimente elette. Nei comuni toscani sotto i 15 mila abitanti un sindaco ogni cinque è donna (il 18% per la precisione): uno ogni otto (il 13%) nei territori con meno di 15 mila abitanti. I vice sindaci sono addirittura il 40 e 44 per cento e gli assessori all'incirca la stessa percentuale. Per quanto riguarda il lavoro donne registrano un tasso di occupazione molto più basso (tra il 56 e il 58 per cento in Toscana contro il 70-71 per cento degli uomini), hanno anche tassi di disoccupazione e inattività più elevati (oltre il 10 e 35 per cento rispetto all'8,6 e 21-22 degli uomini) spesso legati anche alla difficoltà di conciliare tempi di lavoro e della famiglia, nonostante il lavoro pur fatto in questi anni, e pertanto quel 45 per cento di donne costrette alla cassa integrazione pesa molto di più.Torna il sorriso guardando il livello di istruzione. Se in Europa, soprattutto per i livelli di educazione alti, le differenze di genere non sono accentuate, in Toscana (dato 2013) le donne sopravanzano gli uomini di sei punti percentuali, più della media italiana. Certo i numeri, va detto, sono ancora lontani dalle medie europee e dagli obiettivi di Europa 2020. Le toscane laureate o con un dottorato di ricerca sfiorano il 20 per cento, gli uomini si fermano al quindici. La media europea viaggia attorno al 30%. Ne esce fuori una regione più europea del resto d'Italia, anche se permangono difficoltà a trovare un'occupazione con mansioni adeguate alla formazione raggiunta.