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Canti e letture per ricordare i 70 anni del voto alle donne - Tempo Libero

Scritto da Google News. Postato in Diritti delle donne

FELTRE. Settant'anni fa il voto alle donne: una rievocazione originale quella che il Comune di Feltre ha consegnato al coro delle Cicale diretto da Giuseppina Casarin, cantante e interprete della musica di tradizione orale italiana. L'evento è stato introdotto dalla vice sindaco Sabrina Bellumat e da Anna Cubattoli, presidente del Centro antiviolenza "BellunoDonna".

«Il diritto al voto», ha sottolineato Cubattoli, «è stato «una pietra miliare sulla lunga strada lastricata di grosse difficoltà che ha portato la donna a ottenere i propri diritti, difficoltà derivate dalla storia, quando il potere maschile ha sempre governato la politica, l'arte, la religione, la cultura, le arti...». «Una disparità e un potere», ha detto, «che sono alla base anche della loro manifestazione più grave: la violenza».

L'ambiente raccolto e suggestivo de l'Unisono ha accolto uno spettacolo di canti alternati alla lettura scenica di testimonianze di donne, quelle che per la prima volta hanno votato in Italia, voci che esprimevano l'entusiasmo di aver vissuto in prima persona una tappa fondamentale per la conquista dell'uguaglianza e dei diritti delle donne, l'orgoglio di “contare qualcosa” nella famiglia e nella società. Canti presi soprattutto dalla tradizione veneta e siciliana, voci di donne cariche di sofferenza, ma anche determinazione, parole dure che sembravano levarsi in notti di luna da povere e anguste abitazioni o dai campi, dalle risaie sotto il calore bruciante del sole, accompagnate dal frinire delle cicale, parole di velata protesta, di chiara determinazione e dolce speranza.

E mentre gli ultimi versi si perdevano nell'aria, una, due cantanti uscivano dal coro per dare voce alle testimonianze raccolte dalla regista Sandra Mangini presso le protagoniste di quel 1946. Attraverso quelle voci, si andavano delineando le scene di piazze gremite, dell'aria di festa, dello stupore e dell'incredulità degli uomini che chiedevano «Ma, sìo bone de votàr?» e delle raccomandazioni del marito, dei familiari, del datore di lavoro e del parroco, spesso contrastanti fra loro. «Tutti ci dicevano per chi votare», raccontava una donna, «perfino il prete in confessionale e aggiungeva: "In cabina Dio ti vede, Stalin no"».

C'è chi non ricorda per chi abbia votato allora, ma ha conservato il piacere di andare a votare anche oggi, di esprimere il proprio parere, e chi racconta

piccoli ma significativi episodi legati alla prima votazione.

Il pubblico è rimasto affascinato e commosso dall'accorata interpretazione dei racconti e dalla suggestione dei canti che si sono conclusi con la versione originale di “Bella ciao”, quella nata fra le mondine delle risaie.

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