Dagli incendi in Australia a Biden, a Megxit e Brexit: dodici eventi dell'anno Covid 2020
NEW YORK - Un anno segnato dalla pandemia da Covid, con gli oltre 82 milioni di contagiati e 1,8 milioni di morti, che verrà ricordato anche per altri eventi internazionali che hanno coinvolto milioni di persone. Dalla Brexit al Libano, dalle drammatiche elezioni americane alle proteste di piazza, gli incendi, gli attentati, ecco dodici tra i momenti più importanti che, fuori dai confini italiani, hanno caratterizzato questi dodici mesi, segnati dalla scomparsa di personaggi planetari, da Kobe Bryant a Sean Connery, da Ruth Bader Ginzburg a Diego Armando Maradona. E cominciati con la prima tragedia planetaria, prosecuzione di quella che aveva già attraversato il 2019.
L’Australia brucia
L’8 marzo 2020 si chiude il più grande incendio che ha devastato l’Australia dai tempi del disastro del ‘74. Cominciato nel giugno 2019, il bilancio è tragico: trentatré persone uccise, un miliardo di animali morti, distrutti 16,8 milioni di ettari e più di cinquemila edifici. A gennaio vengono arrestate 183 persone, di cui 40 minorenni, responsabili di oltre 200 reati legati agli incendi. L’attore australiano Russell Crow, premiato ai Golden Globes per la serie tv “The Loudest Voice”, salterà la cerimonia per tornare a casa e stare vicino alla famiglia.
L’anno del terrorismo
Il 3 gennaio Qasem Soleimani, chiamato “Comandante Ombra”, generale iraniano a capo delle forze speciale delle Guardie della Rivoluzione, viene ucciso da un attacco portato da un drone speciale all’aeroporto internazionale di Baghdad, Iraq, su ordine del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump. Nel 2006 il generale era stato inserito dal Consiglio di sicurezza dell’Onu nell’elenco delle persone coinvolte nel programma nucleare iraniano. Nel 2011 era stato accusato di aver sostenuto il regime siriano nella dura repressione delle proteste democratiche.
Cinque giorni dopo, l’8 gennaio, un Boeing 737 diretto a Kiev, viene abbattuto per sbaglio dalle forze iraniane dopo il decollo da Teheran. L’operazione doveva essere un attacco a basi americane in risposta all’uccisione del generale Soleimani. Nell’incidente mouiono 176 persone, di cui 9 componenti l’equipaggio. Il 2020 sarà segnato da diciassette attentati terroristici, in tutto il mondo, cinque in meno rispetto ai ventidue che segnarono il 2019. Dall’attacco a Londra, in cui due persone restano ferite, e l’attentatore ucciso dalla polizia, a quello di Vienna in cui muoiono cinque persone, tra cui un terrorista.
Ed è Megxit
Questo è uno degli eventi internazionali senza conseguenze drammatiche, se togliamo lo shock per i sudditi della Casa reale britannica. L’8 gennaio il duca e la duchessa di York, il principe Harry e la moglie Meghan Markle, annunciano su Instagram la decisione di "fare un passo indietro" lasciando la famiglia reale. La scelta è netta e clamorosa: Harry, 36 anni, e Meghan, 39, rinunciano ai titoli nobiliari e ai loro vantaggi economici, avviandosi a diventare una coppia indipendente dai Windsor sotto ogni aspetto. Allo storico passo, ribattezzato "Megxit" per riecheggiare la ”Brexit", segue una riunione di famiglia altrettanto storica, il 13 gennaio nella tenuta privata della regina a Sandringham, vicino a Norfolk. Dopo l'incontro, Elisabetta II rilascia una dichiarazione in prima persona in cui fa gli auguri alla coppia per la sua nuova vita. Il 18 gennaio Harry e Meghan rinunciano formalmente al titolo di Altezza Reale. Adesso vivono, insieme al figlio Archie che ha poco più di un anno, a Santa Barbara, in California.
Alla fine fu Brexit
Un’altra separazione per i britannici, ma stavolta molto più importante. Il 31 gennaio, a distanza di tre anni e mezzo dal referendum che il 23 giugno 2016 aveva sancito l'uscita del Regno Unito dall'Unione Europea, la Gran Bretagna si ritira formalmente dopo 47 anni di partecipazione. Il Regno Unito era entrato nell'allora Comunità Europea il primo gennaio 1973, ma non aveva aderito all'adozione dell'euro come moneta unica il primo gennaio 1999, mantenendo l’autonomia monetaria, con la sterlina. Il 31 dicembre la Gran Bretagna uscirà anche dall'Unione doganale europea e dal mercato unico, mettendo così fine anche al periodo cosiddetto di transizione iniziato il primo febbraio.
Hong Kong in piazza
Continuano le proteste contro il governo di Pechino, cominciate nel 2019 come manifestazione contro un provvedimento che avrebbe consentito l'estradizione verso Paesi con i quali Hong Kong non ha accordi, comprese Cina e Taiwan. Le proteste, che già nel 2019 avevano attirato l'attenzione globale per l'abitudine dei manifestanti ad aprire gli ombrelli come riparo dai getti d'acqua sfollagente, non si sono fermate nemmeno con la pandemia: dopo il grande corteo del primo gennaio, chiuso da scontri pesanti con la polizia, i manifestanti continuano con piccole dimostrazioni quotidiane.
Black Lives Matter
Il movimento per i diritti degli afroamericani è nato nel 2013 grazie a tre donne, Alicia Garza, Patrisse Cullors e Opal Tometi, ma è il 25 maggio che si trasforma in fenomeno di massa. Quella sera George Floyd, un afroamericano sospettato di aver spacciato una banconota falsa da venti dollari, muore durante l’arresto, dopo che per otre otto minuti un agente, Derek Chauvin, terrà il suo ginocchio a premere sul collo di Floyd. L’ennesima morte di un afroamericano scatena le proteste in tutti gli Stati Uniti. Tra i 15 e i 26 milioni di persone marciano contro i soprusi della polizia e in difesa dei diritti della Black Comunity. Durante le manifestazioni pacifiche, avvengono anche devastazioni di negozi e saccheggi.
Libano ferita
Il 4 agosto alle 18,08 una tremenda esplosione nel porto di Beirut uccide circa duecento persone e ne ferisce più di 7 mila. Ma a distanza di oltre quattro mesi è un bilancio ancora provvisorio: molti risultano tutt’ora dispersi. Circa 300 mila persone sono rimaste senza casa. L’esplosione è collegata a quasi 3 mila tonnellate di nitrato d’ammonio confiscate da anni dal governo libanese e depositate nel porto senza che siano state adottate misure di sicurezza. Le immagini del momento dell’esplosione sono terrificanti e fanno il giro del mondo. L’esplosione avrebbe prodotto un effetto urto pari a una scossa di terremoto di magnitudo 3,3, appena sotto quella di 4,0 che equivale all’esplosione di una piccola bomba atomica.
Navalnyj story
Attivista, blogger e politico russo, Alexei Navalnyj, 44 anni, grande oppositore del presidente Vladimir Putin, diventa un personaggio internazionale dopo essere sopravvissuto a un fallito tentativo di avvelenamento. Il 20 agosto Navalnyj, in una situazione da Guerra fredda, si sente male in aereo, in volo da Tomsk a Mosca. La prontezza del pilota, che fa un atterraggio d’emergenza all’aeroporto di Omsk, permette ai medici di salvare il blogger, finito in coma e trasferito d’urgenza in terapia intensiva. Due giorni dopo viene trasferito in Germania, grazie al deciso intervento della cancelliera Angela Merkel, che sfida apertamente Putin. Le analisi confermeranno l’ipotesi dell’avvelenamento a base di Novichok, agente nervino già utilizzato per uccidere un’ex spia nel 2018. Il 7 settembre, Navalnyj esce dal coma. Un’inchiesta giornalistica, condotta da The Insider, Bellingcat, Cnn e Der Spiegel, chiamerà in causa i Servizi di sicurezza russi. Putin mega ogni coinvolgimento con un’affermazione raggelante: “Se avessimo voluto avvelenarlo, avremmo portato a termine la missione”.
La guerra
Dopo vent’anni di stabilità, dal 27 settembre al 10 novembre Armenia e Azerbaijan si scontrano per il controllo del Nagorno Karabakh, territorio autonomo riconosciuto a livello internazionale come parte dello Stato azero, ma con maggioranza etnica armena. Rispetto allo scontro negli anni ’90, la novità è l’ampio uso tecnologico con droni a guida laser e caccia. Entrambe le forze armate riportano vittime civili e militari. Dopo 44 giorni di combattimenti, Azerbaijan e Armenia, con la mediazione del presidente russo Vladimir Putin, raggiungono un accordo per il cessate il fuoco e lo scambio di prigionieri.
L'Africa del Premio Nobel della Pace
Da Premio Nobel per la pace a invasore. È la veloce parabola di Abiy Ahmed, premier etiope riformista, insignito nel 2019 del Nobel per la sua mediazione tra Etiopia e Eritrea dopo 27 anni di conflitto. Il 4 novembre 2020 Ahmed ordina l’invasione militare della regione del Tigrè, perseguendo l’obiettivo di rendere il Paese una nazione unita, anche se storicamente è una federazione di regioni diverse per etnia, lingua e religione. L’assassinio in estate di Haacaaluu Hundeessaa, cantante e attivista politico, contrario al disegno politico di Ahmed, aveva provocato proteste in molte zone, che hanno portato a più di trecento morti e oltre 7 mila arresti. Il 7 dicembre il governo etiope annuncia la conquista della capitale del Tigrè, Macallé. Ma restano le tensioni e l’emergenza sanitaria: secondo le Nazioni Unite, in Etiopia 2,3 milioni di bambini hanno bisogno urgente di assistenza medica e alimentare.
Casa Bianca
Il 3 novembre le elezioni presidenziali americane segnano una svolta politica con una partecipazione record. I democratici Joe Biden e Kamala Harris sconfiggono il presidente in carica Donald Trump e il suo vice, Mike Pence per 306 a 232 nel voto dei collegi elettorali, e con il 51,4 contro il 46,9 per cento nel voto popolare, raccogliendo più di 81 milioni e 200 mila preferenze contro gli oltre 74 milioni e 200 mila degli avversari. Biden, il più votato nella storia delle elezioni americane, il 20 gennaio 2021 si insedierà alla Casa Bianca come il 46° presidente in una cerimonia che si preannuncia inedita: pochi presenti, a causa dell’emergenza Covid, e con Biden che dovrebbe arrivare a Washington non sull’aereo presidenziale, ma in treno da Wilmington, Delaware.
Il risultato delle elezioni è tutt'altro che veloce e pacifico: per arrivare alla nomina di Biden a presidente eletto, si è dovuto attendere il 7 novembre, vista la quantità enorme di schede da scrutinare e di voti inviati per posta. Le elezioni presidenziali del 2020 hanno battuto il record di affluenza, con oltre 159 milioni e mezzo di persone che hanno votato, primato storico dal 1900: più di 100 milioni lo hanno fatto in anticipo, cioè prima del 3 novembre, di persona o per posta. Donald Trump, che non ha mai ammesso la propria sconfitta continuando a dichiarare di essere il vero vincitore e contestando la veridicità del risultato ufficiale, continua a dare battaglia. Sono 60 le cause tentate dai legali di Trump, nessuna delle quali è stata accolta.
La Corte Suprema l'11 dicembre ha rigettato all'unanimità il ricorso del Texas contro la certificazione della vittoria di Biden da parte di Georgia, Michigan, Wisconsin e Pennsylvania, il 14 si sono riuniti i grandi elettori in ciascuno Stato per ratificare il risultato delle elezioni. La ratifica finale spetterà al Congresso, dove la seduta non si preannuncia serena.
L’addio delle icone
Ne scegliamo cinque. Il 2020 si dimostra tristemente memorabile portandosi via, il 26 gennaio, alle 9,06 di domenica mattina, in un incidente d’elicottero, uno dei più grandi giocatori di basket della storia: Kobe Bryant, 41 anni, vincitore di cinque titoli Nba. Nell’incidente a Calabasas, Los Angeles, muoiono altre otto persone, tra cui la figlia Gianna, 13 anni, considerata l’erede femminile del padre. Il 5 febbraio l’attore Michael Douglas annuncia la scomparsa del padre, Kirk, 103 anni, per tutti lo Spartacus di Hollywood. Il 18 settembre, dopo una lunga battaglia contro un cancro al pancreas, muore il giudice icona della Corte Suprema americana, Ruth Bader Ginsburg, pioniera liberal dei diritti delle donne.
Aveva 87 anni. Il 31 ottobre se ne va Sean Connery, il leggendario James Bond che cominciò la saga dell’agente segreto più famoso della storia, con “Licenza di uccidere”, del ’62. Connery aveva 90. È morto nel sonno, mentre si trovava alle Bahamas. Il 25 novembre scompare in Argentina Diego Armando Maradona, uno dei più grandi calciatori di sempre. Aveva 60 anni ed era reduce da un intervento chirurgico al cervello. Era stato trasferito in una villa alla periferia di Buenos Aires. La sua morte, a distanza di tempo, resta non chiara, tra sospetti di incuria e superficialità da parte dei medici e dell’entourage. Una lunga sofferenza, tra dolore e tensioni, come verrà ricordato questo anno che volge al termine.