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Polonia, contro il divieto di aborto continua la protesta nera delle donne

Scritto da Google News. Postato in Diritti delle donne

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in foto: La protesta "in nero" delle donne polacche contro il divieto di aborto (Getty).

Si sono date appuntamento in oltre 70 città da un angolo all'altro della Polonia per continuare la protesta contro la legge, in discussione in Parlamento, che vieta l'aborto. Sono così scese in piazza per il secondo lunedì consecutivo oltre centomila donne, un vero e proprio esercito che, con abiti scuri, in simbolo di lutto, e ombrelli alla mano, ha manifestato il proprio dissenso nei confronti di un provvedimento che prevede di restringere fortemente questo diritto. Lo hanno ribattezzo "Black Monday": #CzarnyProtest, la "protesta nera", partita da Varsavia e presto dilagata anche in altri centri, è ripresa nonostante l'apertura delle istituzioni di Cracovia, che nei giorni scorsi avevano respinto a grande maggioranza la proposta sul divieto assoluto di interruzione di gravidanza nel Paese proprio in seguito alle prime massicce mobilitazioni.

Le piccole modifiche apportate al testo in discussione in aula da parte del Governo, dominato dal partito populista Diritto e giustizia (Pis) di Jaroslaw Kaczynski, non sono piaciute alle attiviste, che hanno deciso di prolungare le agitazioni. "La nostra protesta è contro le restrizioni volute sia dallo stato sia dalla chiesa. Vogliamo solo che vengano rispettati i nostri diritti fondamentali", hanno detto alcune donne in piazza, che si sono scagliate anche contro i vescovi cattolici. "No all'ingerenza del Vaticano in politica", hanno sottolineato con i loro numerosi striscioni.

Attualmente in Polonia la legge in vigore, che è già tra le più restrittive d'Europa, consente l'aborto solo in caso di stupro (entro la 12esima settimana), di malformazione del feto e quando la gravidanza può mettere in pericolo la vita della madre. La riforma proposta dal governo e approvata in prima lettura all'inizio del mese chiedeva invece un divieto pressoché totale d'interruzione di gravidanza. Sarebbe inoltre prevista una reclusione fino a 5 anni per le mamme e i medici coinvolti nell'interruzione della gravidanza in simili situazioni. Il testo è stata però bloccato dal Parlamento qualche giorno fa proprio in seguito alla mobilitazione in nero delle cittadine polacche. Se fosse stata approvata in via definitiva, la legge avrebbe sancito una gravissima regressione per i diritti delle donne polacche, che gridano al "liberticidio". Un fatto abbastanza singolare, se si pensa che alla guida del Paese c'è una donna, il primo ministro Beata Szydlo, da molte attiviste considerata "una marionetta nelle mani della Chiesa".

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