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Viaggio letterario intorno al mondo

Scritto da Google News. Postato in Diritti delle donne

Nei giorni in cui valicare i confini è impossibile, un festival ha permesso di attraversare il mondo regalandoci un viaggio letterario tra paesi lontanissimi, dall'Argentina all'Afghanistan, dalla Scozia all'India, dall'Australia alla Norvegia, dagli Emirati Arabi alla Francia.

Literature Live Around the World, questo il nome del progetto, è nato su iniziativa del Festival letterario internazionale di Bergen, in Norvegia. Caratterizzato fin dalla sua nascita dalla diversità letteraria, linguistica, culturale e geografica, il festival ha deciso di invitare per questa edizione centri di letteratura di tutti i continenti. Ognuno, dal proprio palco, ha presentato cultura e letteratura con una formula che ricorda quella dell'Eurovision Song Contest. Dodici ore di racconti, poesie e dibattiti andato online qualche giorno fa. Un'occasione per vivere le vite degli altri attraverso le loro parole.

Punto di partenza, ovviamente, Bergen che tra gli autori scelti per presentarsi al mondo ha voluto invitare anche l'autrice Sámi Kathrine Nedrejord. I Sami, popolazione autoctona norvegese, un tempo furono assimilati con la forza nella vita, nella lingua, nella cultura e nella letteratura norvegesi, ma la nuova generazione non si vergogna né tace come dimostra il libro scritto da questa autrice e incentrato sulla figura di Samuel, uno studente in fondo alla scala sociale del collegio, vittima di bullismo proprio per le sue origini.

Dalla Norvegia all'Australia per parlare con Kim Scott, pluripremiato autore di Noongar, libro in cui racconta la cultura e la storia degli aborigeni Noongar a cui appartiene. In questo viaggio letterario si è soffermato sul 2020, anno di caos e incertezza, iniziato in Australia con violenti incendi e devastanti inondazioni, continuato come nel resto del pianeta con la pandemia. Scott ha riflettuto su ciò che il 2020 ha significato per lui e sul perché il patrimonio aborigeno e l'ambiente naturale devono essere al centro della ricostruzione nazionale. 

Il Festival Internazionale della Letteratura di Buenos Aires ha invece chiesto a tre giovani scrittori - Mercedes Halfon, Mariano Quirós e Juan Ignacio Pisano -  di riflettere sui viaggi, quelli legati all'infanzia, al passato, o quelli quotidiani attraverso i quartieri di Buenos Aires a cui più sono legati. E l'India ha partecipato con T M Krishna, intellettuale e cantante classico nella tradizione carnatica che cerca di riscoprire gli antichi editti dell'Imperatore Ashoka, portavoce di una filosofia che parla di una società costruita sull'empatia e la compassione. Dalla Nigeria si sono collegati Efe Paul Azino, poeta e direttore del Lagos International Poetry Festival e le autrici Bolatito Adebayo e Mobolaji Adenubi che, usando i loro romanzi come punto di riferimento, hanno raccontato l'esperienza delle donne nigeriane che non sono in grado di concepire o avere un figlio.

Tra i palcoscenici selezionati dai "margini" del mondo, la casa degli scrittori di Kabul che pur non riuscendo a collegarsi in diretta ha comunque voluto presentare poeti, traduttori, artisti visivi e attivisti che ogni giorno in un paese con altissimi tassi di analfabetismo combattono una battaglia culturale per la pace, i diritti umani, la libertà. Tra loro Samay Hamed, giornalista, fumettista politico, compositore, regista televisivo e poeta (oltre che medico), che ha pubblicato più di 34 libri, ed è tra i fondatori dell'Afghanistan PEN. Intervistato dal sito di letteratura Literary Hub ha spiegato il significato della parola festival: "La usiamo come metafora del mondo letterario: normalmente nei festival le persone si riuniscono per godersi attività collettive, condividere un'esperienza di vita pacifica ed esplorare la diversità per capirsi a vicenda. La letteratura stessa è come un festival: un mezzo per riunire le persone attraverso il pensiero creativo e critico". Riunire le persone per comprendere la diversità senza stereotipi: "La nostra letteratura contemporanea può essere considerata come una storia alternativa della guerra e della pace in Afghanistan, uno specchio per vedere sia le lacrime che i sorrisi delle generazioni di guerra".

Al centro della riflessione la parola pace, che non è solo la fine della guerra.  "È una situazione in cui i diritti umani sono protetti e in particolare la libertà di espressione - ha spiegato Hamed - e i diritti delle donne sono garantiti. Chiediamo agli scrittori di tutto il mondo di difendere la libertà di espressione e i diritti delle donne in Afghanistan".

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