Serve una sferzata sull’occupazione femminile
Sul Pnrr occorre fare in modo che le risorse di Next generation Eu restino connesse a una politica di indirizzo/programmazione di tutte le risorse comunitarie e di bilancio e non solo una modalità di recupero e finanziamento di progetti già in essere, spesso non in linea con i fini indicati dall’Europa. Per esempio, non dovrebbe essere necessario ricordare che politiche di genere e politiche per la famiglia non sono sinonimi. Purtroppo, va invece ribadito.
Se la nuova fase politica rivedrà visioni strategiche e indirizzi, deve restare fermo che per rilanciare il Paese occorre mettere al centro le politiche per donne, per i giovani e il Mezzogiorno: progetti e riforme.
A partire da quella della Pubblica amministrazione (Pa). La necessaria svolta digitale non è solo innovazione di strumenti e formazione del personale e, meno che meno, sottrazione di spazi alla contrattazione collettiva. La Pa ha innanzitutto bisogno di ridefinire il proprio perimetro: oggi è necessario sottrarre la sfera della riproduzione sociale all’esclusività privata, redistribuire il carico del lavoro gratuito di cura e dare una risposta pubblica efficace in termini di servizi di qualità connessi ai bisogni che fermino la deriva del welfare familiare.
Tra le proposte concrete, più efficaci di qualche incentivo, è l’introduzione di una norma che impedisca il part time involontario. E ancora, dare attuazione a un diritto, quello dei bambini e delle bambine ai servizi educativi da zero a sei anni, trascinerebbe con sé altri diritti a partire da quello delle donne al lavoro; un sistema di welfare efficiente che riconosca il diritto alla dignità ad anziani, non autosufficienti, disabili: soggetti, non categorie frammentate come appare dalla lista dei ministri. Serve al contrario un’idea coerente di politiche sociali. Un’ulteriore positiva sferzata all’occupazione femminile si avrebbe introducendo la paternità obbligatoria, sferzata occupazionale e culturale, dalle tante ricadute positive sulla nostra società .
Occorre cambiare. Non è sufficiente, allora, accompagnare con misure spot le tradizionali politiche pensate da maschi per un Paese al maschile. Per questo parità di genere nella rappresentanza non è solo una misura democratica, ma la presenza delle donne con le loro competenze, visioni e soluzioni è l’opportunità che il nostro Paese si è precluso fino a oggi.